Se non siete in grado di prendervi cura di Rimini… a casa

Se non siete in grado di prendervi cura di Rimini… a casa

Sporcizia e degrado, un numero sempre più alto di alberghi ormai decotti che rimangono a marcire, senza che venga data loro una reale possibilità di trasformazione. Si può andare avanti così? Certo che no.

Qualche giorno fa la notizia che ha fatto sobbalzare il turismo riminese e agitare i decisori, è stata quella dell’«hotel da incubo». La stampa locale riferiva «la denuncia di Rinaldis, Aia, contro una struttura riminese», per le «caparre che scompaiono» e «decine di segnalazioni di turisti che non vengono rimborsati». Grave, dannoso, pesante per la famosa «immagine della riviera», la quale ha barcollato anche sotto ad un altro colpo, quello dei divieti di balneazione.

Infografica Corriere.it: «Dov’è il mare più pulito in Italia? In Puglia, ultimo è l’Abruzzo» (al link).

Ma se questi sono i fenomeni che si materializzano all’improvviso e poi passano via, ce ne sono altri non meno da incubo e nei confronti dei quali ci stiamo facendo l’abitudine.
Meglio continuare a tacere, facendo finta di niente? Ma lasciando che il degrado prosegua intonso, sotto gli occhi di ospiti e riminesi? Forse no. Ecco perché la pubblicazione delle fotografie (sono solo alcune perché purtroppo si potrebbe riempire un librone), che naturalmente sono state scattate a Rimini in questi giorni, Marina centro e non solo.
Sono due i filoni di questa triste narrazione: da una parte i luoghi sporchi e non curati in pieno centro, dall’altra gli hotel chiusi, alcuni in stato di disfacimento, che spesso sorgono a fianco di strutture aperte e ben funzionanti. Sul punto degli alberghi ai margini in avanzato stato di decomposizione edilizia ci sarebbe molto da approfondire: se ne contano una quantità enorme, ogni anno sembrano aumentare. Ma allora quanti sono effettivamente a Rimini gli hotel in grado di accogliere viaggiatori? In questa estate 2022, quanti sono? Sono quelli che leggiamo nei documenti ufficiali sulle statistiche dell’offerta turistica, che per il 2021 ne assicurano 1.050 (dato Regione Emilia Romagna 2021 contenuto nella “Analisi territoriale della offerta turistica”), oppure questi elenchi non vengono aggiornati? Ce lo deve dire l’amministrazione comunale, compilando la lista di quelli aperti e di quelli chiusi.
Tutto ciò è intollerabile per Rimini. Ma al di là delle chiacchiere da social, che occupano molto anche i nostri amministratori pubblici, l’andazzo va avanti da anni. E di fronte a questo purtroppo le figure di riferimento delle categorie economiche non parlano di «incubo», non ne parlano proprio.
Il decoro rimane scritto su qualche regolamento comunale ma non cammina lungo le vie della città sulle gambe di chi ha il dovere di farlo osservare. Invece a lato del costosissimo parco del mare si è sviluppata una vasta zona di “serie B” (ma anche C) che ogni anno di più sprofonda nell’abbandono.
Come mai tutto ciò?
Trascuratezza, incapacità, difficoltà oggettiva a gestire una città impegnativa come Rimini? Cerchiamo di capire, perché avanti di questo passo non si può. Così come sarebbe ora di mettere un punto su quegli alberghi borderline sui quali ogni estate, nel bel mezzo della stagione, arriva un blitz a chiuderli. Ieri uno, con provvedimento «adottato a tutela dell’incolumità pubblica» (qui). Quanti sono gli hotel in queste condizioni a Rimini?
E’ davvero un peccato che Rimini si sia seduta ormai da tempo e non produca più nemmeno indagini di mercato per sondare il gradimento dei propri servizi da parte dei turisti italiani e stranieri. E che stia bloccando l’uscita dal mercato degli hotel decotti, vietando non solo la residenza (che ha un senso) ma anche la trasformazione di tipo commerciale. Serve un colpo di reni, raccontarci che va tutto bene madama la marchesa, non giova alla salute di Rimini.

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