Se “ParcoPoesia” chiude la Giunta Gnassi deve dimettersi

Se “ParcoPoesia” chiude la Giunta Gnassi deve dimettersi

Dopo 15 anni la manifestazione unica in Italia rischia di morire. La Fondazione Carim non ha soldi. Il Comune deve intervenire. Grazie a Isabella Leardini sono passati da Rimini i più importanti poeti italiani di ieri e di domani.

Così nacque la Woodstock della poesia italiana
Eran giovani e belli, era il 2002, siamo a Riccione. All’epoca lo Spazio Tondelli si chiamava, poeticamente, Teatro del Mare. La ragazza ha 23 anni e proprio quell’anno vince il Premio Montale per la poesia. Riccionese, ha studiato a Bologna, bazzicando per il Centro di Poesia Contemporanea, guidato da Davide Rondoni. La ragazza si chiama Isabella Leardini, ha un sorriso spaziale e sembra una betulla. Nel 2002 a Isabella viene in mente una idea bellissima: invitare a Riccione i poeti più importanti d’Italia. Intanto, invita i suoi amici. Il format è semplice: si leggono i versi arrampicandosi al microfono. A suonare, Simone Zanchini, che adesso è tra i fisarmonicisti più bravi d’Europa. Il fermo immagine di quell’evento, frugale e rapace, è pazzesco. Ci sono Flavio Santi, poeta dall’intelligenza mostruosa, che ha appena pubblicato per Mondadori il suo secondo ‘giallo’, L’estate non perdona. C’è Andrea Temporelli, Andrea Ponso, Federico Italiano, Simone Cattaneo, Francesca Serragnoli. Insomma, anche se non li conoscete, fidatevi, sono tra i più interessanti poeti di oggi. L’evento funziona. Isabella persiste e nel 2003 inaugura la prima edizione di “ParcoPoesia”. Il marchio è una manina aperta, il luogo la mirabile Villa Lodi Fe, sempre a Riccione. Il “1° Festival della Giovane Poesia Italiana” capita a settembre, ed è già la Woodstock della lirica di ieri e di domani: vi partecipano, tra i tanti, Milo De Angelis – le sue Poesie sono relegate negli Oscar Mondadori, è riconosciuto tra i massimi poeti di oggi – Umberto Piersanti, Maurizio Cucchi, Gianni D’Elia, Roberto Carifi e Roberto Galaverni, che attualmente è il critico ‘per la poesia’ del Corriera della Sera. Fu una scorribanda di fierezza lirica, una rivoluzione estetica.

Isabella Leardini con Sergio Zavoli

15 anni di attività necessaria. E un premio
Da allora “ParcoPoesia” diventa un appuntamento salutare. Titoli originali – “Ci giochiamo la faccia”, “I libri non crescono sugli alberi”, “I poeti usano i muscoli”, “Ditelo in undici sillabe” – manifesti eccentrici, soprattutto, tanti poeti di platino, un mare di giovani, un format sempre più articolato tra convegni e attività, per così dire, ‘spettacolari’. Il festival si svolge a Riccione fino al 2010, dall’edizione del 2011 si fa al Castel Sismondo di Rimini, grazie all’investimento illuminato della Fondazione Carim. In 15 anni di attività culturale “ParcoPoesia” diventa un riferimento: vi hanno marciato, dialogando e presentando la propria opera, i massimi poeti del Paese – esempi sparsi: Umberto Majorino, Franco Loi, Giampiero Neri, Antonella Anedda, Franco Buffoni, Giancarlo Pontiggia, Mariangela Gualtieri, Rosita Copioli, Antonio Riccardi, Maria Luisa Spaziani… Come necessaria appendice al festival della poesia giovane, dal 2014 esiste il “Premio Rimini” per poeti under 35, che coinvolge le scuole superiori del riminese, ha una giuria doc presieduta da Sergio Zavoli e offre al vincitore la possibilità di pubblicare e di salire sul palco – pur sempre nobile, anche se malmenato dall’indifferenza patria – della lirica nazionale. In sostanza, con pazzesca dedizione, Isabella Leardini è riuscita a costruire un potente, necessario archivio della poesia italiana dell’ultimo ventennio. Una cosa unica. Che in altri paesi con altre menti – chessò, nel mondo anglosassone, ma pure in latinoamerica, ma perfino in Germania, insomma, in Paesi culturalmente evoluti – sarebbe doverosamente tutelata. Invece, a Rimini “ParcoPoesia” rischia seriamente di scomparire.

Brutalmente parlando
I fatti sono noti. Con i problemi che ha Banca Carim figuriamoci se la Fondazione – i cui investimenti in cultura sono drasticamente diminuiti negli ultimi anni – può pensare alla poesia. Tra l’altro, il Castello delle meraviglie malatestiane ormai è tornato in possesso del Comune. Ergo: la Fondazione non finanzierà più il cartellone “Castel Sismondo Estate” dove era inserito come un gioiellino “ParcoPoesia”, così la storica manifestazione – unica in Italia, va ribadito, anzi, urlato – rischia di morire. Isabella Leardini, in questi giorni, lavora come una pazza per trovare qualche sponsor e stimolare il Comune di Rimini, spera di farcela, per non buttare all’aria 15 anni di lavoro e di bellezza. Sappiamo tutti la fatica che ci vuole a costruire una cosa e la facilità che resta per distruggerla. In questo caso, le cose sono semplici. Se “ParcoPoesia” muore, beh, l’intero colosseo della Giunta Gnassi II deve dimettersi. La dico così, brutale brutale. Se una amministrazione non è in grado di difendere i propri tesori, è, molto semplicemente, una amministrazione incapace di governare.

Fotografie: dalla pagina Facebook di ParcoPoesia. Il sito a questo indirizzo.

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