Sergio Pizzolante sul matrimonio fra Pd e 5 Stelle: “Non è una cosa seria”

Sergio Pizzolante sul matrimonio fra Pd e 5 Stelle: “Non è una cosa seria”

Nel partito democratico riminese la spaccatura è profonda e le polemiche esplodono

Mentre il Pd si lacera ogni giorno di più e si divide fra i pro e i contro il governo coi grillini, l'ex parlamentare usa toni molto simili a quelli di Berlusconi per demolire le ragioni dell'accordo. "Il Movimento è cresciuto contro il Pd e i suoi alleati. Ne ha dimezzato il peso elettorale. Vogliono dirgli anche: bravi, prendetevi il resto!". Significherebbe "avallare una operazione simil-fascista".

Mentre anche a Rimini il matrimonio fra Pd e 5 Stelle trova diversi autorevoli sostenitori in entrambi gli schieramenti, Sergio Pizzolante sbarra la strada alle nozze con toni, a proposito del partito di Di Maio, simili a quelli usati da Silvio Berlusconi. Significherebbe “avallare una operazione simil-fascista”, scrive sul suo profilo Facebook.
“Alcuni che dicevano che il matrimonio non s’ha da fare, ora dicono: andiamo a vedere. Andiamo a vedere cosa? Il programma. Quale programma? Quello votato prima del 4 Marzo? Quello sbianchettato dopo? Quello delle affermazioni di buona volontà del famoso professorone incaricato da Di Maio? Quello che Toninelli aveva preparato per Salvini con la Flat tax? Quello che cancella tutte le riforme fatte dal Pd e dai suoi alleati? Quale? Dai, ho visto che molti si prodigano per l’accordo. Non è una cosa seria”.

Sergio Pizzolante non è stato rieletto in parlamento, ma continua ad osservare e ad analizzare la vita politica con toni accesi. E’ allibito soprattutto per il cambio di rotta repentino che sta avvenendo nel Pd, “negli ultimi cinque anni di legislatura – scrive – affrontato in Aula con cartelli con su scritto “ladri, mafiosi, e i cori… vergogna, servi delle banche e gli insulti di ogni tipo. E le menzogne! Su tutto. Ogni provvedimento veniva distorto, le facce dei parlamentari esibite per lo sputo sui social! Manganelli mediatici”.

Sul movimento 5 stelle Pizzolante ripete una convinzione manifestata spesso e volentieri: “Non crede nella democrazia rappresentativa, nel Parlamento, nei consigli comunali, nei corpi intermedi. È ipergiustizialista, ha come riferimento i Travaglio e i Procuratori d’assalto, non basta? Vuole la democrazia diretta. Anticamera della tirannia. Si ispira a Rousseau! Non basta?”

Come fa il Pd a farsi ammaliare dalle sirene penstastellate? “Il Movimento è cresciuto contro il Pd e i suoi alleati. Ne ha dimezzato il peso elettorale. Vogliono dirgli anche: bravi, prendetevi il resto! Non lo dico per il Pd, che mi importa…Lo dico per l’Italia! Il Pd deve scegliere: vuole essere parte importante della reazione democratica e riformista ai populismi o assecondarli? I 5 stelle oggi sono pronti a darti tutto, ed è la prova della loro pericolosità non della loro “evoluzione”.”

Anche nel Pd riminese invece non manca chi è pronto all’abbraccio coi “populisti”. E alla miccia accesa da Maurizio Melucci è seguita una fiammata. Perché Andrea Gnassi tace?, ha domandato sul suo profilo Facebook? “Questo non è il periodo dei tatticismi e dei posizionamenti, quel periodo semmai vi è stato non è più praticabile. Ora ognuno, soprattutto chi ha più responsabilità deve dire la propria opinione. Lo ha fatto il presidente della Regione, il segretario regionale, il segretario provinciale, lo hanno fatto altri sindaci non vedo la ragione di questo silenzio abbastanza ‘assordante’”. A prendere le difese del sindaco è accorso Maurizio Nanni (in lista con Civica Popolare alle ultime elezioni politiche): “Il sindaco deve fare bene il sindaco come lo sta facendo, gli appelli pro o contro la formazione di un governo sono aria fritta”. Replica di Melucci: “Nel passato, anche recente, si è sempre occupato di politica nazionale. Come ben sai”. E dell’ex assessore Roberto Biagini: “Andrea Gnassi è la personificazione vivente dei tatticismi e dei posizionamenti, sempre ed esclusivamente “pro domo” sua. Lo sai tu, come lo so io e come lo sanno i riminesi che non rientrano nella sua larga “corte” di persone “affettuosamente compiacenti”, parlo di quelli che possono esprimere liberamente le loro opinioni senza la paura che dopo 10 secondi gli arrivi l’sms di reprimenda…. del primo cittadino. Come hai notato in sua difesa è immediatamente sceso il “Patto Civico” tramite l’amico Maurizio Nanni e questo è largamente sintomatico, viste le dichiarazioni e analisi post voto di Sergio Pizzolante a favore di un riformismo moderato che guardi al ceto medio e rifugga dalle velleità populiste (e oltre) di Lega e M5S. Poi prima che Gnassi esterni, e sai anche questo, dovrà consultarsi con con i suoi guru LG FB RF. Credo di essere stato chiaro, giusto?”
Sciabolate anche fra l’ex sindaco di Riccione Daniele Imola e Maurizio Melucci. Mentre il consigliere regionale del Pd, Giorgio Pruccoli, oggi (intervista al Carlino) assicura: “Se il Pd si allea col M5S io straccio la tessera”.
Di Maio anche senza governare è già riuscito ad ottenere due risultati: minare pesantemente il centrodestra e portare ad un passo dalla deflagrazione il Pd.

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