Si prepara il funerale dell’Unione di Comuni della Valmarecchia per far posto a due diverse aggregazioni

Si prepara il funerale dell’Unione di Comuni della Valmarecchia per far posto a due diverse aggregazioni

Da una parte i Comuni di Bellaria, Poggio Torriana, Santarcangelo e Verucchio, raggruppati nell'area valli dell'Uso e del Marecchia. Dall'altra Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello, ovvero l'alta Valmarecchia e Montefeltro. Dopo soli cinque anni dalla nascita dell'Unione, figlia di altre due precedenti realtà sovracomunali, ecco un nuovo ribaltone.

Novità in vista per la Valmarecchia ed in particolare per la sua Unione dei comuni.
L’Unione Valle del Marecchia è un ente sovracomunale che nasce nel 2014 dalle ceneri della Unione dei comuni della Valle del Marecchia (istituita nel 2009) che andava a sostituire ed integrare a sua volta la Comunità Montana Alta Val Marecchia i cui comuni erano appena entrati a far parte della provincia di Rimini.
Gli amministratori promotori di questi enti si rifacevano a due ordini di motivazioni: amministrativo ed esplicito, da una parte, e meramente politico e trattato con maggiore discrezione, dall’altra.
La motivazione di tipo amministrativo è certamente quella di accomunare alcune funzioni fondamentali come la polizia municipale e il welfare, creando una sorta di economia di scala in modo che i servizi potessero funzionare per tutti i comuni, anche i più piccoli, e che tutti potessero pagare meno un servizio coordinato in tutto il territorio di Vallata.
La seconda motivazione, sempre tenuta sottotraccia, ma evidente ai più, è squisitamente politica: fino al 2008 i comuni della provincia di Rimini sono stati dominati da un unico monocolore politico. Nell’ultimo decennio la situazione è lentamente mutata, lasciando spazio in alcuni comuni ad amministrazioni di centrodestra. L’Unione dei comuni, nella sua dimensione sovracomunale, ha avuto anche la funzione di salvaguardare, nel caso più che concreto che qualche comune cambiasse colore politico, il “controllo” da parte del Pd.
La struttura dell’Unione è quindi stata difesa con le unghie e con i denti dagli amministratori Pd in questi anni, a volte anche contro ogni evidenza.
Ora, come un fulmine e ciel sereno, trapela la notizia che sarebbe in dirittura d’arrivo una proposta di sdoppiamento dell’unione che sarà al vaglio dei consigli comunali nelle prossime settimane, per arrivare a formulare la proposta di ridelimitazione alla giunta regionale.

La bassa Valle conterebbe i comuni di Verucchio, Poggio Torriana, Santarcangelo e Bellaria Igea Marina, città costiera che la Regione Emilia Romagna nel 2013, all’interno della definizione degli ambiti territoriali omogenei, ha collocato in quello di “Rimini nord Valmarecchia”. Nell’alta Valle rimarrebbero CasteldelciMaioloNovafeltriaPennabilli, San LeoSant’Agata Feltria e Talamello.
I due enti dovrebbero totalmente sdoppiarsi sia nella struttura politico-amministrativa che tecnica. Un’operazione non da poco che però, negli intenti dei promotori, dovrebbe valere la candela, rendendo più agili le due unioni.

La notizia lascia parecchie perplessità, e soprattutto si attende di capire meglio alcune questioni fondamentali: a quale pro raddoppiare i costi politici e amministrativi? Perché abbandonare con tanta fretta un progetto ambizioso che fu il cavallo di battaglia del Pd locale? Perché si scopre solo adesso che la Valmarecchia è un coacervo di realtà difficili da amalgamare e gestire in modo condiviso?
D’altro canto negli ultimi mesi si è registrato un aumento del malcontento nei confronti di questa istituzione, perché pare che qualcosa non abbia funzionato. Infatti, laddove ci si aspettavano servizi migliori per tutti, molti comuni si sono ritrovati ingabbiati in una burocrazia che, invece di aiutare, ha reso la vita più difficile ad amministratori ed amministrati.
In particolare la voce contraria si è levata dai tecnici e dagli amministratori dei comuni dell’alta Valle. Esempio ne è il Comune di Pennabilli, che all’inizio di febbraio di quest’anno ha ritirato “momentaneamente” i consiglieri dall’unione. Si tenga presente infatti che i piccoli comuni hanno la facoltà di recedere e sottrarsi dalla gestione associata qualora dimostrino che non realizza risparmi e migliori servizi per la propria comunità.
Verrebbe da domandarsi se l’abbandono di una strategia politico-amministrativa, perseguita e difesa dagli amministratori targati Pd per dieci anni, non sia dettato dalla necessità di mettere momentaneamente a tacere le proteste dei comuni dell’alta Valle soprattutto in vista di una campagna elettorale, quella per le elezioni regionali, che non risparmierà aspri confronti a tutto campo.

Fotografia: Pennabilli (Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Marco Nerieri)

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