Sicurezza: una battaglia comune per i nostri parlamentari

Sicurezza: una battaglia comune per i nostri parlamentari

Ogni anno scatta il tormentone mediatico dopo la pubblicazione delle classifiche sull’indice di criminalità de “Il Sole - 24 Ore”. E partono le accuse reciproche tra destra e sinistra. L’avvio del nuovo Governo e del nuovo Parlamento rappresentano un’occasione per trovare soluzioni strutturali ad un problema non più rinviabile. E per risolverlo bisogna prendere atto che la Rivera è una grande città metropolitana e deve avere organici e politiche di sicurezza adeguate.

Puntuale come la morte e le tasse ogni anno riparte la polemica sulla sicurezza a Rimini e nella Riviera Romagnola.
Il “la” è rappresentato dalla ricerca sulla qualità della vita de “il Sole 24 Ore”, in cui la nostra provincia occupa sempre un posto sul podio nell’infame classifica dell’”indice della criminalità”.
La polemica viene poi puntualmente alimentata da fatti di cronaca clamorosi che portano le nostre città alla ribalta, anche in questo caso infelice, delle pagine di “nera” e del dibattito sociologico.
Come si sviluppa la sceneggiatura della polemica ormai lo sappiamo tutti. Quando emerge che Rimini è ai vertici a questa classifica, o quando si verificano episodi particolarmente efferati, le maggioranze spiegano che deve essere considerato il gran numero di turisti, le opposizioni replicano che sì, va preso in considerazione l’afflusso turistico, ma che da parte della sinistra non vengono attuate politiche risolutive del problema.
Il tema vede sotto accusa spesso le maggioranze di centrosinistra, essendo storicamente i nostri comuni e la nostra provincia governate dai partiti di questa coalizione, ma accade anche il contrario, vedi per esempio il caso di Riccione, dove la penultima amministrazione di centrodestra veniva accusate dal centrosinistra.
Esistono poi le varianti; l’ultima di queste riguarda singole amministrazioni che si attribuiscono sulle politiche di sicurezza meriti che non hanno, se non parzialmente.
Insomma siamo di fronte ad un classico “tormentone” mediatico che si ripete, senza soluzioni di continuità, anno dopo anno.
Come tutti i “tormentoni” anche questo rischia di essere stucchevole.
I fatti comunque sono evidenti: la Rivera è una “terra dell’ospitalità”. E questo aspetto ha diverse conseguenze. Essere “terra dell’ospitalità” significa che gli ospiti hanno bisogno di tutto, compresa la droga e il mercato del sesso, e che il nostro territorio attira, oltre ai “normali” flussi turistici, moltitudini in cerca di una maniera di “campare”, costi quel che costi. L’ospitalità implica anche che servono importanti strutture e la costruzione, la manutenzione e la gestione di queste strutture necessita di capitali e succede che una parte di questi capitali sia di origine illecita e questo aspetto ne trascina altri, a cominciare da un mercato del lavoro dove gli aspetti illegali sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliano vedere.
Siccome la Riviera non può rinunciare all’ospitalità, che è una delle sue principali attività economiche, sarebbe forse il caso di iniziare il tentativo di dare una soluzione strutturale a questo problema.
E l’attuale congiuntura politica amministrativa potrebbe essere favorevole.
Il nuovo governo che nascerà nelle prossime settimane dovrebbe fare della sicurezza uno dei suoi cavalli di battaglia, o perlomeno, molti italiani si aspettano, su questo fronte, politiche decise.
In questi giorni, poi, si stanno radunando a Roma tutti i parlamentari eletti e la Romagna, per strane coincidenze astrali, ha una pattuglia di deputati e senatori numerosa e agguerrita. In aggiunta si tratta di persone che conoscono bene, o dovrebbero conoscere bene, i problemi del territorio.
Infine il nuovo Governo e il nuovo parlamento iniziano la loro attività ad ottobre, quindi c’è tutto il tempo per varare politiche e/o provvedimenti necessari per garantire prossime estati di sicurezza ai Comuni della Riviera.
Per il territorio sarebbe importante che, oltre alla soluzione di problemi immediati come quello del costo dell’energia, i parlamentari romagnoli si impegnassero in una battaglia comune per trovare quelle soluzioni strutturali al problema della sicurezza sulla nostra Riviera.
E la soluzione di questi problemi deve partire da un dato di fatto: ormai la nostra Riviera è una grande ed unica metropoli che, durante alcuni periodi dell’anno, non esclusivamente d’estate, vede vivere in pochi chilometri quadrati milioni di persone. E partendo da questo aspetto vanno adeguati gli organici delle forze dell’ordine che non possono essere “tarati” sui dati dei residenti o semplicemente sui flussi turistici estivi come in questi anni.
Se non si prende atto di questa realtà il problema della sicurezza non sarà risolvibile. E a poco servirà accusarsi, ogni anno e ad ogni fatto di cronaca, tra destra e sinistra.

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