“Sindaco, non faccia tagliare gli alberi di piazza Malatesta”

“Sindaco, non faccia tagliare gli alberi di piazza Malatesta”

L'architetto Roberto Mancini torna a rivolgersi al primo cittadino, che dopo aver ricevuto la lettera indirizzata anche a prefetto, soprintendenza e Provincia, non ha battuto ciglio e soprattutto non ha detto quale destino attende platani e pini. Non li si può sacrificare al progetto felliniano.

L’architetto Roberto Mancini ha lanciato il sasso. Una settimana fa su Rimini 2.0 abbiamo pubblicato la sua lettera recapitata al prefetto, al presidente della Provincia, al sindaco Andrea Gnassi e alla Soprintendenza. “Il progetto di Piazza Malatesta deve considerare il contesto storico e rispettarlo. C’è un valore aggiunto da salvaguardare. Bisogna salvare gli alberi “storici” e quelli giovani e sani con cure adeguate. I progetti hanno maggior valore se si rispetta la memoria e si riqualifica col nuovo”, ha fra l’altro scritto. Per ora tutto tace. E’ un po’ una consuetudine in questa città quella di lasciare che il sasso cada per poi attendere che lo stagno torni immobile. Eppure c’è chi non è disposto ad accettare che decisioni tanto impattanti sulla città vengano assunte dalla giunta comunale in totale isolamento e nel più completo segreto. Solo a cantiere aperto si è infatti capito cosa potrebbe accadere. Un po’ la stessa cosa era avvenuta con la “breccia” nel Castello, ma fortunatamente prima dell’inizio dei lavori.
CircAmarcord in piazza Malatesta vedrà la luce a spese di circa la metà dei già pochi alberi esistenti? “Il sindaco deve impedirlo”. Torna alla carica Roberto Mancini, qui sotto il suo nuovo appello. Che speriamo non cada nel vuoto.

Piazza Malatesta con il Teatro ancora integro e… con il verde

Signor Sindaco non faccia tagliare i suoi alberi.
Come responsabile della città, la protezione degli alberi e in particolare quelli storici di Piazza Malatesta è un suo compito. Potrebbe essere un suo vanto. In una riunione con la Delegazione F.A.I. di Rimini lei si congratulò per il nostro operato sia a livello locale che nazionale. Sappia che la filosofia del FAI è quella di proteggere, recuperare, valorizzare, curare, conservare. Noi curiamo un albero con mura a secco a Pantelleria, così come una edicola, una villa, un castello. Non facciamo differenza rispetto alla cultura, alla storia, alla bellezza. “Rimini città d’arte”, associazione culturale conosciuta per essersi adoperata alla ricostruzione del Teatro “com’era e dov’era”, salvò due tigli secolari e vincolati dalla Regione, all’inizio di via Santa Cristina. La Società Autostrade aveva già avviato le ruspe per abbatterli. Quando ero Presidente dell’AMIA (1992) feci mettere a dimora i platani che mancavano a coronamento e abbellimento della Piazza Malatesta, alberi datati fine ‘800. I sette già abbattuti difronte al Castello erano belli e rigogliosi, forse perché il substrato era ricco delle macerie sacre della Cattedrale di Santa Colomba e quelle nobili delle mura del Castello.

I pini ci accompagnano da millenni, Regioni come le Marche e la Toscana ne fanno un vanto. Ce li propose anche il famoso architetto Porcinai, paesaggista, in Largo Vannoni e nei giardini difronte al Grand Hotel. È evidente che non li si può sacrificare, ci vuole un’aiuola di mq. 6. Ne feci piantare sedici per abbellire l’ingresso di Rimini, zona Celle, vicino al bunker tedesco, ecc. ecc.
Signor Sindaco, la piazza è così grande che si possono fare tutte le innovazioni, gli arredi urbani, senza sacrificare ulteriormente l’esistente. Se l’albero è malato va curato, è troppo semplice e banale abbatterlo, specialmente se ha un valore storico. Il nuovo progetto di arredo urbano avrà meno valore con il taglio degli alberi esistenti. Meglio essere ricordato per aver salvato gli alberi e non per averli abbattuti. Ritengo che da parte degli uffici ci sia un eccesso di zelo. Sei alberi storici non sono un ostacolo, anzi danno energia“.

Roberto Mancini

Veduta dell’antica Cattedrale di S. Colomba sulla piazza del Corso, poi divenuta Malatesta, ai primi del 900: notare gli alberelli appena messi a dimora.

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