Solo fumo per i residenti di via Ducale e ora si apre la carta della Corte europea dei diritti dell’uomo

Solo fumo per i residenti di via Ducale e ora si apre la carta della Corte europea dei diritti dell’uomo

Nel primo consiglio comunale con le interrogazioni dei consiglieri, non poteva mancare il tema che ha animato la campagna elettorale anche con tante promesse. Ma l'assessore Frisoni non ha fornito soluzioni. Si è limitata a rimandare ad un progetto da 15 milioni di euro per creare l'alternativa alla pedonalizzazione del ponte di Tiberio. Gioenzo Renzi ha messo sul piatto un pronunciamento della Cedu: l’inquinamento creato dal traffico lede il rispetto della vita privata.

Interrogazioni a raffica nel consiglio comunale di ieri. L’unica a non essere riuscita a formulare la sua è stata Gloria Lisi perché arrivato il suo turno l’ora delle interrogazioni era terminata e lei non l’ha presa bene: «Per i consiglieri allo scadere dei quattro minuti si spegneva automaticamente il microfono, ma questo per le risposte degli assessori non è avvenuto. Non iniziamo bene questo consiglio comunale».
I colleghi di minoranza della Lisi hanno invece inondato la giunta di temi e interrogativi: dalla riorganizzazione delle strutture di decentramento – circoscrizioni e quartieri (Nicola Marcello) all’impianto natatorio di Viserba (Stefano Murano Brunori), dalla antica pescheria (Matteo Zoccarato) alle periferie (Andrea Pari), dalle aree produttive del Villaggio I Maggio – “strada degli artigiani” (Loreno Marchei) a via Ducale (Gioenzo Renzi). E su quest’ultimo argomento la risposta della riconfermata assessora Roberta Frisoni non lascia grandi speranze per l’immediato. Il tema aveva tenuto banco in campagna elettorale e adesso apre le danze della nuova legislatura. Ma quando vedrà una soluzione? Intanto un segnale nuovo rispetto ai dieci anni che si sono chiusi lo si è visto: il sindaco Jamil Sadegholvaad in consiglio comunale c’è, a differenza del suo predecessore.
Frisoni è partita da un atto di fede: «la riapertura al traffico del ponte di Tiberio non la faremo mai più perché quella pedonalizzazione la città se l’è conquistata». What, Who, Where, When, Why? Si procede per slogan e qui ci si ferma. Per risolvere il problema che i residenti di via Ducale denunciano da due anni occorrono soluzione intelligenti, concrete e rapide. E soprattutto la volontà di considerare tutti i cittadini uguali nel bilanciamento dei costi e benefici che ogni scelta comporta (al momento i privilegiati sembrano essere i titolari di attività del borgo San Giuliano e i suoi abitanti, ma al di là del ponte chiuso comincia l’inferno). C’è questa volontà? In questo momento non si vede all’orizzonte.

Cominciamo da Gioenzo Renzi. «La sperimentazione della chiusura del ponte di Tiberio è scaduta il 30 settembre scorso, ed ha causato l’intasamento del traffico veicolare e l’inquinamento ambientale su corso d’Augusto, via Ducale e Clodia. Il rione Clodio è stato ridotto ad uno spartitraffico tra due circonvallazioni mare-monte e monte-mare. La deviazione dalla circonvallazione Occidentale su corso d’Augusto, via Ducale e via Clodia è anche in contrasto con le disposizioni previste dal PUMS approvato dall’amministrazione, che stabilisce di allontanare il traffico dal centro storico. E il varco Ztl annunciato e non ancora attuato, di sole 8 ore (Renzi chiede che vengano ampliate almeno a 16 ore, ndr), su corso d’Augusto non può essere considerato alla stregua degli altri accessi del centro storico in quanto la via Ducale resterebbe una via di attraversamento monte-mare». Sono i problemi noti da tempo che, appunto, anche tanti candidati alle elezioni del 3 ottobre hanno fatto propri.
Che fare? Secondo Renzi occorre «ripristinare da subito l’originario senso di marcia monte-mare lungo via Bastioni Settentrionali evitando l’attraversamento del traffico su corso d’Augusto e via Ducale ed eliminando almeno una delle due circonvallazioni che assediano il rione Clodio». Oppure? Due le alternative attuabili anche sinergicamente individuate da Renzi. La prima. «Il temporaneo ripristino della precedente percorrenza su via Matteotti e via Tiberio con attraversamento del ponte in attesa della realizzazione del ponte alternativo». Seconda: «Attuando la percorrenza su via Roma con accesso mare-monte su via Bastioni Orientali, quest’ultima con doppio senso di marcia in modo da creare un’alternativa a viale Tripoli».
E poi alcune domande e considerazioni: «E’ stato redatto il progetto del ponte alternativo a quello di Tiberio, annunciato dal sindaco in campagna elettorale, e quanto tempo si dovrà ancora attendere? L’attuale vicesindaco e gli esponenti eletti nelle liste del Pd e di Rimini Coraggiosa, componenti della coazione che ha appoggiato il sindaco, si erano esposti in campagna elettorale ritenendo inammissibile l’utilizzo di via Ducale per lo scorrimento di una circonvallazione. Bene, ora che sono vicesindaco, assessori e consiglieri devono sostenere coerentemente le promesse fatte agli elettori».
Ma Renzi ha messo sul piatto anche un pronunciamento recentissimo della Corte europea dei diritti dell’uomo (risale al 14 ottobre) «che ha condannato una pubblica amministrazione che aveva attuato deviazioni alla circolazione stradale e conseguente incremento del traffico e inquinamento in quanto lesivi del diritto al rispetto della vita privata». Che si debba andare a bussare in Europa per risolvere un problema di viabilità a Rimini?

L’assessore Frisoni ha anticipato a voce alcune risposte, in attesa che tutto venga formalizzato per iscritto entro cinque giorni. Prima di tutto, no e poi no alla riapertura al traffico del ponte di Tiberio. Quindi non si trattava di una sperimentazione ma di una decisione irrevocabile, nonostante manchi ancora la soluzione alternativa. La «conquista» del ponte di Tiberio pedonalizzato, per dirla con le parole dell’assessore, si fonda sulla «riorganizzazione della viabilità, compresa l’inversione del senso di marcia mare-monte». Ma è una soluzione questa, viste le ripercussioni sotto gli occhi di tutti? La Frisoni ha risposto picche anche al doppio senso di marcia in via Bastioni Orientali perché vorrebbe dire «buttare traffico in una zona estremamente delicata della città, nonché sotto l’Arco d’Augusto, e con diversi istituti scolastici (c’è anche il Ceis, ndr)». Però in questo modo sembra che l’unica zona non “delicata” sia quella del rione Clodio. Figli di un dio minore?
Quindi cosa pensa di fare la nuova giunta dopo il nulla di fatto della precedente? «Stiamo progettando una rotatoria all’altezza di Bigno per creare un asse parallelo alla via Tripoli che vada a sfondare in via Ugo Bassi, e qui un’altra rotatoria in corrispondenza dell’area questura, in modo da creare un asse parallelo di scorrimento che può aiutare a valorizzare viale Tripoli».
L’assessore ha anche parlato di risolvere «altri due punti delicati» che riguardano la circolazione attorno al centro storico, con «la creazione, se si riesce, di un sottopasso ciclopedonale nel borgo Mazzini per eliminare il semaforo e un sottopasso nei pressi del Settebello. Tutto questo si inserisce in un disegno più ampio che abbiamo presentato nella precedente legislatura e che prevede un allontanamento del traffico veicolare dalle aree più strategiche spostandolo sugli assi mediani e sulla statale». E qui la novità, sulla quale però non è stato dettagliato nulla: «In questo ci sta anche l’alternativa al ponte di Tiberio, progetto per il quale l’amministrazione comunale ha già intercettato circa 15 milioni di euro per la sua realizzazione. Sono già stati fatti degli approfondimenti progettuali che prevedono una serie di diverse alternative e ci si sta orientando per un paio di soluzioni sulle quali poi i lavori publici partiranno per le dovute consultazioni per andare a definire il tracciato. L’alternativa al ponte di Tiberio sarà un’opera che qualificherà questo mandato amministrativo». Ma siamo ancora alla fase pre-preliminare. Campa cavallo.

La sentenza Cedu
Il caso sottoposto all’attenzione della Corte europea dei diritti dell’uomo riguarda una piccola città della Polonia, Stryków. In occasione dell’ampliamento di un tratto dell’autostrada, il traffico è stato deviato nel paese in questione e le ripercussioni sono state disastrose. Pur essendo state allertate, le autorità del luogo non hanno tenuto conto dei disagi e dell’inquinamento di cui hanno fatto le spese i residenti, «nel totale disprezzo per il loro benessere». Il godimento della vita privata, insidiata fin dentro le abitazioni, è stato violato e non è stata fornita una risposta tempestiva. Queste in sintesi le motivazioni che hanno portato la Corte di Strasburgo a sentenziare che è stato violato l’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, con connessa condanna ad indennizzare i ricorrenti: «Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute e della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.»

Il testo della sentenza.

COMMENTI

DISQUS: 0