Jamil, non aprire quel cassetto

Jamil, non aprire quel cassetto

«Si dice che il cessato sindaco ti abbia lasciato dei progetti guida, i tuoi compiti a casa da realizzare al suo posto. Io non credo che tu sia questo portaborse. E con tutto quello che devi fare non puoi gestire la cultura: lascia alla professoressa Chiara Bellini il posto di sua competenza». Rimondini scrive al neosindaco.

JAMIL NON È LA MARIONETTA DEL CESSATO SINDACO

Jamil, io non credo che tu sia il portaborse del cessato cesareo sindaco, un suo clone, una sua, un suo cliens, una sua “creatura” o invenzione, l’infatuato adoratore delle Notti Rosa, con una visione ludico edonistica della vita, io ti vedo piottosto come una persona seria che ha un’etica e una chiara visione dei suoi doveri verso la comunità non una dipendenza da uno uno zombi.
Anni fa ho letto le dichiarazioni dei redditi dei politici, mentre Andrea Gnassi aveva degli appartamenti, negozi e terreni, ricchezza da rendite urbane con quello che politicamente e socialmente significa, tu avevi redditi da azioni, quindi redditi finanziari commerciali. Accidenti, mi sono detto, questo ha una posizione economica moderna non neomedievale, come l’altro.

Non riesco a vederti come quel sindaco di Montefiore, di non tanti anni fa, che da quando era stato eletto stava seduto solitario alla sua scrivania di sindaco, la gente che voleva qualcosa gli passava davanti, gli faceva l’inchino e transitava attraverso una porta che rimaneva aperta nella vera stanza dei bottoni dove c’era il vecchio sindaco giubilato che continuava a gestire il potere.

Io ti vedo come una persona gentile ed educata che non amministra con le offese, gli urli, i diktat indiscutibili, i calci alle porte, senza consultare, apparentemente, nessuno, non il Consiglio Comunale, non la Giunta, considerando suoi nemici da abbattere quanti non erano d’accordo con lui. Ma poi essere ugualmente suggestionabile e ricettacolo di idee altrui. E se quest’ultima affermazione interessa i lettori, scriverò un apposito file.

JAMIL HA UNA VEDUTA POLITICA ETICA NON LUDICO EDONISTA DEI SUOI DOVERI

Io credo che tu sappia benissimo che la cultura non è un optional che tutti possono gestire; bisogna essere preparati e non poco. Sarai d’accordo, credo, che la storia, parte precipua della cultura, abbia una dignità di argomenti e valori come la medicina o la chirurgia. Che diresti Jamil di un sindaco che si impicciasse ossessivamente di medicina e chirurgia, che avesse adattato la cantinetta a saletta operatoria. Dove eseguire le operazioni di piccola chirurgia a tempo perso, e che ordinasse per decreto di non operare più chirurgicamente le emorroidi, perché infatuato dei metodi della santona che cura le emorroidi con le pietre roventi su per il culo e nenie voodoo?
Bene, immagino la tua risposta, il cessato sindaco ha agito sulla storia di Rimini come la santona curandera avrebbe agito sulla medicina e chirurgia. Ha deciso nella sua testolina che Fellini – il suo Fellini, non il problematico Fellini culturalmente vero, del quale scriverò qualche file, tanto per fare capire ai lettori quanto Fellini amasse realmente i culoni e le tettone femminili – doveva caratterizzare con un piano tematico il centro storico di Rimini. Un pataca degli jesman del cessato sindaco aveva persino proposto di chiamare “Rimini Fellini” la nostra millenaria città. Mandali tutti a casa, dagli architetti brutalisti ai cinefili superficiali. E ancora sono sicuro che come alla Chiara Bellini anche a te non è piaciuto la veloce decisione di cementare il fossato del castello OPUS di Filippo Brunelleschi, quello che ha iniziato il Rinascimento, il Rinascimento che per i geopolitici di “Limes” deve essere il modello, l’augurio, lo stimolo della ripresa della nostra povera Italia. Fellini cosa ha iniziato? L’epoca della Gradisca e della Saraghina?

JAMIL NON APRIRE QUEI CASSETTI

Credo anche Jamil che tu capisca benissimo che con tutto quello che devi fare come sindaco non puoi gestire la cultura, recentemente disastrata dal tuo predecessore, contro il parere delle associazioni culturali di Rimini e di personaggi culturali nazionali. Sì, Sgarbi ha cambiato idea sulle vasche dei pesci rossi, ma povero Sgarbi non ha più il bel blu di prima, non è lo Sgarbi pimpante e ministeriale che a Rimini ci aiutò a rifare il Teatro com’era e dov’era. Noi lo ricordiamo e gli vogliamo bene così com’era, non come s’è ridotto.

Nel tuo team c’è una persona che la cultura la conosce benissimo, è la professoressa Chiara Bellini esperta di buddismo tibetano che è nata proprio per fare l’assessore alla cultura. Lasciale il posto di sua competenza. Se l’è meritato con anni e anni di studio.
Si dice che il cessato sindaco ti abbia lasciato dei progetti guida dentro stridenti e inquietanti cassetti, i tuoi compiti a casa da realizza al suo posto. No, no, no tu sai benissimo che non sei tenuto a fornire sangue a un vampiro ormai deceduto con un paletto infilato nel petto.
Tra questi progetti nuovi, uno ne abbiamo visto uscito in extremis, la sistemazione del Ponte di San Vito. E’ un argomento da me che scrivo studiato da decenni e pubblicato e agito insieme ad altri storici e archeologi, che venne visitato dal giornalista giapponese Daisuke Konishi, il quale lo illustrò in alcuni giornali del suo paese. Ne parlerò in un prossimo file.

IL VASO DI PANDORA

Jamil, quei cassetti sono il vaso di Pandora. Se tu mi chiedessi: chi era Pandora?
Io ti consiglierei di leggere I miti greci di Robert Graves. 717 pp. scritte in gran parte in caratteri minuscoli. E se tu mi dicessi che devi fare il sindaco e non hai tempo di leggere, ti risponderei che Chiara Bellini ha certamente letto il testo di Graves, perché per farsi una cultura ci vogliono anni di tempo e infinite letture.
Ma non voglio che tu rimanga senza sapere eventualmente chi è Pandora la mogie di Epimeteo, non la Pandora figlia di Eretteo. Allora, Pandora la moglie di Epimeteo, fratello di Prometeo – quello che Zeus aveva fatto legare a una roccia dove un avvoltoio gli rodeva il fegato, perché aveva donato agli umani il fuoco -. Epimeteo aveva sposato Pandora “stupida, malvagia e pigra quanto bella”. Prometeo aveva racchiuso in un vaso tutti i mali che avrebbero potuto affliggere l’umanità e l’aveva affidato a suo fratello scongiurandolo di non aprilo. Ma la stupida e curiosa Pandora l’aprì e uscirono:

“tutte le Pene che possono affliggere l’umanità: la Vecchiaia, la Fatica, la Malattia, la Pazzia, il Vizio e la Passione. Subito esse volarono via a stormo e attaccarono i mortali.”

A salvare i mortali dal suicidio collettivo uscì la fallace Speranza.

Jamil, nel team che ha preparato il museo Fellini dentro Castel Sismondo non c’era un esperto di architettura del Rinascimento, o anche un professore di arte. Questa cosa la dice lunga sull’incompetenza del tuo predecessore in fatto di storia, di arte e di architettura. Davvero dopo l’amministrazione di Cesare Bianchini, che distrusse con le sue mani lo Stabilimento Bagni o Kursaal sopravvissuto alla guerra nell’immediato dopoguerra, il crimine più rilevante perpetrato dall’Amministrazione Comunale è proprio quello del cessato sindaco sul Fossato di Castel Sismondo.
Devi fare qualcosa per renderlo meno grave…

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