Il servizio idrico integrato non cessa di riservare amare sorprese ai cittadini. Intanto gli enti pubblici e i gestori hanno buon gioco ad accordarsi sulle revisioni dei tariffari.
Come tutti sanno, alla fine del 2021 si è conclusa con l’aggiudicazione a Hera la gara di affidamento del servizio idrico integrato nel bacino territoriale di Rimini (24 comuni). Alla multiutility con sede a Bologna, che ha superato la concorrente romana ACEA, è stato quindi aggiudicato un business del valore stimato di due miliardi e novanta milioni di euro, IVA esclusa, dal 1° gennaio 2022 per un totale di 18 anni.
La gara europea ha messo fine a una storia che durava da più di nove anni, da quando, cioè, nel 2012, era scaduta la concessione che la stessa Hera aveva ereditato dalle “vecchie” AMIR e SIS ed aveva poi mantenuto con varie proroghe.
Il 4 novembre, giorno della vittoria, l’agenzia regolatoria regionale, Atersir, ha dichiarato l’intervenuta efficacia dell’aggiudicazione a favore di Hera. In seguito, il 21 dicembre Atersir ha adottato la Convenzione di gestione, il Disciplinare tecnico e relativi allegati che impegnano Hera nella gestione.
Il fatto curioso è che quello stesso giorno, il 21 dicembre, Hera ha notificato a Atersir la richiesta di modificare il “Tariffario per la realizzazione di allacciamenti di servizi idrici e per lo svolgimento di prestazioni accessorie”, un documento facente parte degli atti convenzionali (convenzione adottata il 21 dicembre da Atersir). Motivazione della richiesta: il Tariffario «ha contenuti risalenti al 2018. Il Tariffario utilizzato da HERA S.p.A. è stato nel frattempo aggiornato in diversi punti per efficientarne l’applicazione e per recepire» nuove regole nazionali nel frattempo intervenute.
Vediamo ora di riepilogare i termini della trattativa tra Atersir e Hera per la definizione del nuovo Tariffario per la realizzazione di allacciamenti di servizi idrici e per lo svolgimento di prestazioni accessorie. Anzitutto va dato atto ad Atersir di aver fatto modificare la regola generale a suo favore, inserendo la specificazione che «Atersir ha la facoltà di aggiornare e/o integrare il presente documento anche su proposta del Gestore. L’applicazione del listino aggiornato è subordinata a preventiva determinazione favorevole di ATERSIR ai sensi del Disciplinare Tecnico, di cui il presente listino costituisce allegato», rispetto al testo in cui si leggeva che «l’aggiornamento del listino è subordinato all’approvazione da parte dell’Amministratore Delegato di HERA S.p.A.».
Atersir ha inoltre chiesto di mettere i puntini sulle i a riguardo di ogni singolo servizio (Allacciamento idrico/antincendio, Completamento di allacciamento, Attacco, Misuratore, Allacciamento fognario e così via per una dozzina di voci).
Il punto è che nel tariffario a base della gara, vinta da Hera nel 2021, si diceva che i prezzi andavano determinati sulla base del prezzario della Camera di Commercio e con applicazione del ribasso percentuale offerto da Hera nella gara medesima.
Ricordiamo che uno degli elementi che hanno determinato l’esito della gara è stato la proposta da parte di Hera di «uno sconto del 23,09% sul prezzario relativo alle opere edili della CCIAA di Rimini, vale a dire il listino: “Prezzi informativi delle opere edili in Forlì-Cesena e Rimini” della Camera di Commercio della Romagna”, anno 2018-19». Durante la trattativa, Hera «ha sottolineato che il prezzario delle opere edili della Camera di Commercio della Romagna Forlì-Cesena e Rimini presenta carenze e limiti applicativi che, di fatto, non lo rendono idoneo all’utilizzo per le opere del servizio idrico integrato», per molti motivi.
Nel lettore desta sorpresa il fatto che la multiutility abbia significato ad Atersir la totale inadeguatezza del prezzario Camera di Commercio, definendolo una specie di disastro [citiamo alla lettera: «risulta molto carente per le opere di rete; oltre ad avere riferimenti a norme obsolete e non più utilizzate, risulta applicabile per le sole voci di scavo e per un range ridotto di condotte in PVC; i prezzi dei costituenti delle opere civili (cls, acciaio, casseri, diaframmi, pali) sono parzialmente rappresentati, con numerose mancanze e/o imprecisioni; è applicabile a progetti di piccole opere e non a grandi opere pubbliche; risulta totalmente carente, e di fatto non applicabile, per opere a prevalente componente impiantistica elettromeccanica], quando invece sappiamo da Atersir che era proprio questo prezzario fra le carte dell’aggiudicazione della gara.
Sta di fatto che Hera ha proposto di portare avanti la trattativa con Atersir rifacendosi all’«Elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche e difesa del suolo della Regione Emilia-Romagna – annualità 2021», altrimenti detto “Prezzario RER”, da comparare ai prezzi ritenuti congrui dalla holding.
Dopo aver ricevuto altri documenti e rassicurazioni da Hera, Atersir ha concluso che «con l’utilizzo dei Prezzari HERA, la scontistica di gara è complessivamente confermata, in una logica di rappresentatività (economica e qualitativa), fermo restando un ridotto numero di voci di prezzo che singolarmente non raggiungono il ribasso del 23,09%.» Dunque, anche se non tutte le voci di prezzo rispettano il ribasso del 23,09% con cui Hera ha vinto la gara, secondo Atersir il prezzo è giusto.
Nella revisione dei prezzi un occhio di favore sembra essere stato riservato agli enti pubblici, che – guarda il caso – nel territorio provinciale possono essere anche soci del gestore.
Leggiamo: «Infine, in relazione al punto 11 della tabella soprastante, relativo alla prestazione “incremento frequenza lettura per controllo consumi”, prestazione indirizzata agli Enti pubblici che hanno almeno 100 punti di riconsegna attivi, si prende atto e si concorda con la proposta di modifica, che prevede una diminuzione della quota fissa annuale, al fine di non penalizzare eventuali Enti a cui risultino intestati numerosi contatori.» Lo “sconto” per questo servizio è stellare: da 190 euro per servizio si passa a soli 20 euro. Ciò dimostra che quando gli enti pubblici vogliono pagare di meno in bolletta, riescono a ottenere sconti del 950%. Non succedono cose analoghe ai comuni mortali, i cittadini-utenti bastonati da continui aumenti di anno in anno. Sullo stesso punto Atersir annota: «Si ritiene che il contributo applicato attualmente sia coerente con la prestazione effettuata e non penalizzi eventuali Enti a cui risultino intestati numerosi contatori.» Rimane nel lettore la perplessità: un prezzo di 20 euro oggi è ritenuto “coerente con la prestazione effettuata”, mentre nel tariffario di gara era stato previsto per quello stesso servizio un prezzo di 190 euro.
Ma un’altra notizia, sempre sul versante del ciclo idrico, interessa le tasche dei riminesi, il cosiddetto “Collettore Fognario Dorsale Ausa” che secondo il Comune di Rimini “consente di intercettare i contributi meteorici del bacino a monte della SS16, prima che entrino nel fitto reticolo della porzione più antropizzata del bacino, e di inviarli nel Deviatore Ausa, riducendo in questo modo il rischio idraulico delle zone a valle”.
Più in dettaglio, spiega Atersir: “L’intervento in esame è finalizzato alla riduzione del rischio idraulico a protezione dell’area urbana di Rimini, e prevede la posa di una condotta in c.a. DN 1600 mm avente sviluppo pari a circa 1300 m da realizzarsi con tecnica Microtunnelling, avente funzione di derivare le portate di acque meteoriche provenienti dai bacini posti a monte della SS. 16, nel tratto tra la via Consolare per San Marino e la via Grotta Rossa, verso il Canale Deviatore Ausa, evitando che vadano a gravare sul sistema fognario di Rimini. Si prevede inoltre la realizzazione in prossimità dello stesso canale di un impianto idrovoro dedicato, avente potenzialità pari a circa 2500 l/sec.”. Un progetto già pianificato nel 2018, poi nel piano anti-dissesto idrogeologico del 2019, entrato nei finanziamenti statali con un dpcm pubblicato in Gazzetta ufficiale all’inizio del 2020. Nel progetto definitivo del dicembre 2020 l’importo complessivo dei lavori ammontava a 8,5 milioni di euro, IVA inclusa, tutti soldi del Fondo Coesione.
Tutto bene, dunque? Tutto bene, se non fosse che in aprile – riferisce il Comune di Rimini in una delibera – Hera ha inviato il progetto esecutivo che portava il quadro della spesa totale a 9.163.126,32 euro, IVA inclusa, per un aumento del 7% sul progetto definitivo. Ma non è finita: nel batti e ribatti tra Hera e Comune, in giugno è stato presentato il conto complessivo di ben 10.838.036,58 euro, sempre IVA inclusa, pari ad un ulteriore 18% in più. E qui viene il bello: «HERA S.p.A. ha informato di aver dato comunicazione ad ATERSIR, nel processo di aggiornamento del POI del Servizio Idrico Integrato (SII), affinché i maggiori oneri rispetto a quelli previsti dal quadro economico del progetto definitivo approvato, pari a € 2.281.163,22, trovino copertura finanziaria mediante la tariffa del SII». Il che significa: saranno i cittadini a pagare i 2,3 milioni di euro in più nelle bollette del ciclo idrico. Una decisione che in questi giorni deve passare al vaglio del Consiglio Locale di Rimini dell’Atersir.
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