"Il privato avverte di potere investire perché ha una identità di visione col pubblico, non si sente abbandonato, il percorso lo facciamo insieme". Le presenze? Non sono il nostro obiettivo, ci interessa posizionarci sempre di più su un turismo di qualità. Viale Ceccarini? Ci metteremo mano in un'ottica di distretto. Gli eventi? Sono importanti, ma la Notte rosa ha perso appeal. Il Trc? Era già tutto previsto, adesso i nodi vengono al pettine. Le elezioni per il presidente della Provincia? Un certo sistema è finito. Tutto il 2022 sarà dedicato a celebrare il centenario di Riccione. Intervista al sindaco.
“La crescita all’infinito delle presenze non è il nostro obiettivo, quello che ci interessa è raggiungere un nuovo target, posizionandoci sempre di più su un turismo di qualità”. Ma anche delle presenze può dirsi soddisfatta: “E’ stata una stagione molto buona nonostante “in corso d’opera” potesse apparire un po’ fiacca, invece i bilanci si devono fare alla fine, e posso dire che i numeri, e soprattutto le marginalità, ripagano del lavoro che stiamo facendo”. Nel suo ufficio nel Comune di Riccione, Renata Tosi tiene sul tavolo una cartina della città vista dal satellite. “Mi aiuta a riflettere”, dice. Ma come un generale che studia il campo di battaglia, anche a disegnare le mosse della trasformazione urbanistica.
Le 21 manifestazioni di interesse presentate circa tre settimane fa e destinate a rivoluzionare la zona turistica (ma non solo), il sindaco le posiziona con lo sguardo sulla scacchiera. Ma davvero nasceranno sette nuovi hotel? Con l’occhio modello Google Earth, Renata Tosi zoomma e li conta uno a uno. “Uno, due, tre, quattro, cinque, sei e sette”. Ma come, a Rimini (l’ha ripetuto anche di recente Mauro Santinato), ne sono nati due negli ultimi 30 anni e qui sette d’emblée? “Non tutte le manifestazioni d’interesse saranno attuate con la stessa velocità, ma ci sarà chi investirà subito, entro i prossimi tre anni. Parliamo di alberghi di concezione europea, non l’offerta standard che siamo abituati a vedere in una riviera con strutture costruite in gran parte decenni fa. In più ci sono altri alberghi che viaggiano sul versante della riqualificazione Rue: Corallo, Ambasciatori, Majestic, Aquila d’oro. E comunque sì, Rimini e Riccione sono vicine ma molto differenti”.
La prima a non considerare ordinaria amministrazione lo scenario che sta descrivendo è proprio lei: “Riccione dimostra di avere ancora molta capacità di risposta, ma penso che questo accada anche per una ragione non secondaria”. Quale? “Non viaggia più sulla linea della quantità ma della qualità. Tanti alberghi diminuiscono il numero delle camere perché ne ampliano la dimensione, creano suite, migliorano e monetizzano i risultati. Riqualificare “funziona”, si lavora meglio e di più, aumentano i margini di guadagno. Non è che tutte le località turistiche stiano girando in questo modo, diciamolo, perciò sono particolarmente contenta della vitalità che vedo nell’imprenditoria turistica riccionese. Gli albergatori hanno perfettamente compreso che investire e reinvestire nelle proprie attività, dotandole di servizi adeguati, ripaga ampiamente e rende attrattiva la destinazione. Ma che questo stia in effetti accadendo è una svolta… epocale”. Qual è stata la molla che ha messo in movimento questa voglia di cambiamento? “Penso la disponibilità ad ascoltare le esigenze del mondo turistico da parte dell’amministrazione comunale. Il privato avverte di potere investire perché ha una identità di visione col pubblico, non si sente abbandonato, il percorso lo facciamo insieme. Loro investono sulle strutture e noi sulla città: la cura dei luoghi, del verde, la viabilità, la scelta di determinati eventi piuttosto che altri”.
Quale iter seguiranno adesso le 21 manifestazioni di interesse? “Entro la fine dell’anno elaboreremo la delibera di indirizzo che terrà conto delle proposte pervenute per farle diventare parte della pianificazione”.
Alla domanda quali sono gli eventi che sono piaciuti di più ai tuoi clienti, all’interno della rilevazione svolta dall’Associazione albergatori di Riccione fra i propri associati, non passa inosservata la posizione in classifica della Notte rosa: agli ultimi posti. Invece, in particolare a Rimini, è considerata ancora un eventone evergreen. “Con la Notte rosa abbiamo documentato in maniera concreta che se la Costa riesce a fare sistema non è seconda a nessuno, però il portato di novità di quell’appuntamento è sfumato. E’ stata una buona idea, ma negli anni il semplice ripetere un evento non ne determina la qualità”.
E poi non è proprio l’evento che richiama un turismo di qualità… “All’inizio lo ha fatto, ma poi come tutte le cose scema, oggi non è più accattivante, non costituisce una novità, mentre noi dobbiamo caratterizzarci per la capacità di accendere sempre nuovi stimoli. Infatti al secondo posto nella classifica del gradimento degli ospiti figura Deejay on Stage… eventi che dicono della capacità di rinnovarsi e di stare sempre sull’onda. Riccione la scorsa estate è stata capace di portare cantanti incredibili con un budget modesto: con quello che si è speso a Rimini per il concerto di Alvaro Soler (160mila euro, ndr), a Riccione faccio praticamente un mese di eventi, compreso Soler”. Tradotto: Tosi formichina Gnassi cicala? “Dico solo che l’investimento in questo genere di eventi è corretto se costruisce un percorso che non sia solo ‘toccata e fuga’, se riesce a fare dell’intrattenimento, del divertimento, della comunicazione e del marketing la sua finalità. Deejay on Stage è diventato un prodotto turistico, abbiamo ormai tante prenotazioni per viverlo in prima persona”.
Torniamo al Psc, al Rue e alle manifestazioni di interesse: secondo il Pd la sua giunta è responsabile di una colata di cemento, ancora più “pesante” perché andrà a colpire la zona a mare. “Parlare in maniera indistinta di cemento, considerandolo esclusivamente un elemento negativo, è una sciocchezza. Noi abbiamo aperto la strada a investimenti in un’area già edificata, mettendo in movimento l’economia e la riqualificazione o, meglio, una attualizzazione della risposta turistica dentro una città che fa del turismo la sua forza trainante. Il cemento non è cattivo in sé. Se invece vuoi costruire 600 appartamenti in alcune delle ultime aree verdi della città, come pensava di fare il Pd anni fa, progetto che io ho combattuto, allora sì che sei un cementificatore. I nostri investimenti più importanti cadono proprio nella zona turistica, ma per una ragione molto semplice: perché un’economia si riattiva pompando dal cuore.
Anche su viale Ceccarini non mancano le polemiche, in fondo è un prodotto maturo e con una serie di problematiche: cosa pensate di fare?
“Il viale è della fine degli anni 80 e la sua età la sente tutta. A breve andremo a individuare gli elementi per poter affidare un incarico di masterplan per riqualificarlo, ma in un’ottica di distretto, che parte da viale Battisti e arriva fino al porto. Sono i due grandi investimenti pubblici che ci apprestiamo a fare: la progettazione del porto arriverà un po’ prima, si possono prevedere le prime opere già nel 2020, subito dopo il distretto Ceccarini.
L’aeroporto di Rimini continua a non decollare e la Regione ha chiaramente detto che è disposta ad intervenire finanziariamente (si parla di 20 milioni di euro). Cosa ne pensa? “L’aeroporto lo vedo come una grande opportunità, un trampolino… Al momento ci siamo solo scaldati un po’ i muscoli e non abbiamo nemmeno provato a salirci sul trampolino, ma se ci sarà l’opportunità, e adesso non potrà non esserci, faremo salti meravigliosi”. E l’aiutino, anzi l’aiutone, finanziario della Regione? “E’ giusto che ci sia, è giusto che la Regione creda nella destinazione Romagna dandole l’opportunità di aprirsi molto di più al mercato internazionale, e l’aeroporto da questo punto di vista è fondamentale”.
Slitta l’inaugurazione del Trc e sul tracciato correranno anche i vecchi mezzi perché i nuovi non sono ancora pronti: commento? “Vent’anni fa avevo detto che sarebbe successo. Leggendo le carte e conoscendo quello che avevano in animo di fare, si capiva perfettamente tutto. Sia chiaro: il tema non è l’importanza del trasporto pubblico, sul quale siamo tutti più che d’accordo. La questione è un’altra: il fallimento della scelta logistica e progettuale, sotto gli occhi di tutti. Quando nel 1995 studiarono il Trc per unire Riccione alla stazione di Rimini, i principali uffici pubblici del capoluogo erano nel raggio di poche decine di metri da piazzale Cesare Battisti: l’Agenzia delle Entrare era vicina al Duomo, il catasto pure… Trent’anni dopo è cambiato tutto, mentre il Trc no, è vecchio prima di entrare in funzione, e adesso non lo puoi certo spostare”.
Ci sono stati anche i pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato sulle illecite demolizioni. “Ancora una volta avevamo ragione. E adesso?” Lo dica lei: “Tutti i nodi vengono al pettine e non credo sia ancora finita. Qualcuno dovrà risponderne di come sono stati spesi 100 milioni di euro”.
Visto che il mostro ormai c’è e bisognerà tenerselo, il tema è come mitigarlo o nasconderlo. “Quando devi coprire vuol dire che c’è una magagna… Abbiamo cominciato a piantumare, anche perché sono stati abbattuti 200 pini a Riccione. Sempre più cittadini che abitano vicino a questo muro mi chiedono di inserire del verde a costo di restringere la carreggiata, perché anche climaticamente la muraglia ha un impatto notevole in estate”.
Cosa pensa del risultato delle elezioni provinciali? “E’ un risultato molto nuovo, fa capire che anche l’appartenenza di questo territorio ad una certa filosofia di amministrazione e di gestione è finita. Prima Bellaria, poi Coriano, Riccione, Cattolica…, non c’è più un unico gusto nel gelato, i gusti sono molti. Il cambiamento è positivo e quel sistema al quale ho fatto riferimento credo sia arrivato a fine corsa”. Della lista che aveva come candidato presidente “Mimma” Spinelli, Renata Tosi fa capire che è riuscita ad arrivare ad un risultato inimmaginabile, considerato lo spiegamento di forze messo in campo dalla compagine a guida Santi, che per vincere di un soffio ha dovuto serrare i ranghi come non mai prima d’ora, mentre la lista alternativa non ha seguito ordini di scuderia, a cominciare dai 5Stelle. “Le ragioni in campo non erano legate ai colori politici, come qualcuno ha cercato di fare intendere, ma a due modi di concepire l’amministrazione della cosa pubblica”.
Cosa farete nel 2022 per festeggiare i 100 anni di Riccione? “Costituiremo un comitato già entro il 2019 che lavorerà al centenario e sarà formato da personalità che amano a Riccione e vivono nel mondo. Tutto il programma sarà stabilito entro il 2021, in modo che non ci siano giochi politici su questo evento, che invece deve appartenere a tutta la città. I festeggiamenti occuperanno tutto il 2022 (quando ci saranno anche le elezioni comunali, ndr)”.
Lei si sta interessando di quel che si muove nella politica sovracomunale, in vista delle elezioni che si terranno nei Comuni della provincia nel 2019 e in seguito anche nel Comune di Rimini? “Io sono per natura molto curiosa, seguo le comunità che mi circondano ma anche le vicende nazionali perché la politica mi appassiona e … amo i cambiamenti”.
Come descriverebbe la peculiarità di Riccione nel panorama provinciale? “Direi che è come una collana: Riccione è fra le perle centrali e negli ultimi anni da questa perla abbiamo tolto un po’ di grigiore e le abbiamo restituito luminosità. Non solo per merito della mia spinta e di quella della giunta, ritengo siamo riusciti a riconsegnare il senso di appartenenza ai riccionesi. La vera ricchezza è la nostra comunità”.
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