Svarioni da matita rossa sui totem informativi di Rimini città d’arte

Svarioni da matita rossa sui totem informativi di Rimini città d’arte

Il Canevone dei veneziani? III secolo. La chiesa di San Nicolò? XII secolo. Ma quando mai! Per non parlare della Rimini Romana veicolata sui cubi. E delle "trappole" sparse per la città. Si apre la sfida al "Boccalone d'Oro".

RIMINI CITTÀ D’ARTE
INTERVENTI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE IGNORANTE E PERICOLOSI

JAMIL, JAMIL, CHIARA, CHIARA perché continuate a infliggerci le discariche culturali tossiche dell’amministrazione cessata, dove c’era chi credeva che i Romani fossero i suoi nonni? Perché avete di nuovo fatto circolare per Rimini dei… cubi con sopra una veduta della presunta Rimini Romana piena di gravissimi errori? Ne segnalo due che gridano vendetta alle cessate Sovrintendenze archeologiche, soppresse da Pinocchio e Franceschini.

1) Il PONTE ROMANO è riprodotto com’è oggi senza LE RAMPE che sono visibili per chi sa guardare, e per chi sa com’è fatto un ponte romano.

UN PONTE ROMANO IN PIANURA AVEVA LE RAMPE

Qui però la colpa non è del cessato ignaro che decideva tutto da solo e nemmeno del povero disegnatore, ma dei sedicenti archeologi che anche nel museo Luigi Tonini hanno fatto costruire ed esposto un modellino del ponte sbagliato, senza rampe, e lo stesso errore hanno riprodotto nei cartelloni della chiesetta di S. Maria ad Nives. Ma insomma non c’è modo di istruire questi “addetti ai lavori”? Chiara tu lo sai com’è fatto un ponte romano in pianura, perché allora non cerchi di eliminare questa cultura a lungo orecchio?

IL FALSO DEL CLEMENTINI COLPISCE ANCORA I BOCCALONI

2) L’altro errore è lo scambiare per un porto romano e per un molo uno dei “muri mirabiles” fatti costruire dai Malatesta a metà del ‘300 per la difesa della spiaggia. Ma su questo errore che dipende da un allegro falso dello storico barocco Cesare Clementini, nel quale sono caduti tutti, tanto affascinanti ed efficaci sono i falsi, dovremo tornare armati di fatti e ragioni.

SFIDA

Archeologi e storici VI SFIDO, non voi amministratori analfabeti di archeologia e storia, a dimostrare a) la mancanza di rampe al ponte di Augusto e Tiberio, e b) la verità del secondo porto romano, con interventi su Rimini 2.0. Chiederemo ad archeologi e storici di chiara fama a fare da giuria e da giudici. Chi perde verrà decorato col BOCCALONE DORATO.

NUOVE PIAZZE, STRADE E INGRESSI COME TRAPPOLE MORTALI

Ma c’è di peggio, eredità mortifera della cessata – speriamo – amministrazione. Nella piazza Malatesta cementata e marmorizzata – che bello, dicono i bocccaloni per i quali tutto il nuovo è bello – la vascona ad uso di fossato, nella mente di chi si è fatta una cultura su Rimini saltuariamente visitando Italia in miniatura, ha già prodotto un morto. Mi chiedo quale testa e preparazione abbia il ‘tecnico’ che ha pensato il grande vascone senza tenere conto, anzi proprio come una trappola contro l’esistenza e il movimento dei cittadini non vedenti, dei vecchi e dei bambini.

La stessa logica o delirio urbano si nota nel piazzale davanti all’ingresso della stazione con una grande buca nel mezzo del piancito, per niente segnalata o circondata da barriere, aperta con getti d’acqua nei quali chi non vede, e la gente che esce in massa dalla stazione all’arrivo dei treni, può finirci dentro.
Marciapiedi a diversi livelli in via Gambalunga; in piazza Ferrari davanti all’ingresso della Domus del Chirurgo c’è una differenza di piano abbastanza profonda per fare seriamente male a chi vi cadesse dentro, senza una barriera davanti. Sembrano i risultati dell’immaginario e del simbolico di uno di quei bambini sadici e poco intelligenti che sulla spiaggia costruivano delle trappole nella sabbia…

IL TOTEM DI PROVA “RIMINI CITTÀ D’ARTE City of art”, MA ANCHE DI SOMARI

“CANEVONE DEI VENEZIANI III SECOLO” è dei secoli XIV e XV.
“CHIESA DI SAN NICOLÒ SEC. XII”: nel Borgo di Marina, accanto ai Lupanari insieme al convento dei Celestini è committenza di Carlo I Malatesta (1358-1429).

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