“Toc toc Hera, toc toc enti pubblici”: Rinaldis (Aia) mette l’elmetto

“Toc toc Hera, toc toc enti pubblici”: Rinaldis (Aia) mette l’elmetto

Cosa pensate di fare sulla Tari, visto che le attività sono chiuse? Cosa ce ne facciamo degli slittamenti di qualche mese nei pagamenti? Non possiamo permetterci che l'economia imploda. La presidente degli albergatori accantona la "pax" turistica.

Non era difficile immaginare che la corona-crisi avrebbe anche riposizionato gli “attori” economici nei confronti dei decisori politici. E qualcosa già si intravede. Dopo decenni di “pax turistica” a dispetto dei santi, che ha fatto sorvolare per il quieto vivere sui risultati deludenti in termini di presenze e fatturati (“Dopo anni di sostanziale silenzio dovuto in gran parte all’opportunismo dei principali soggetti della nostra organizzazione turistica”, ha scritto un navigato conoscitore della materia come Giuliano Ghirardelli), cambiano i toni e le priorità, indotti da una contingenza drammatica. Improvvisamente i ciechi vedono e i sordi odono.

Prima la nota del sindaco di Rimini, che ha tracciato un bilancio del tavolo di confronto tra amministrazione e categorie per progettare il futuro. “I provvedimenti di governo e Europa su liquidità, credito, cassa integrazione devono trovare un atterraggio concreto verso le imprese senza burocrazia e tempi tali che troverebbero le imprese già colpite a morte”, ha detto. E poi “un miliardo di euro per sostenere la domanda attraverso una card per vacanze per le famiglie da spendere entro un anno”. Gnassi ha anche sottolineato la “forte preoccupazione emersa dal presidente dell’Aia Patrizia Rinaldis, così come da Confcommercio e Confesercenti, per il futuro delle strutture ricettive e delle piccole medie imprese”. Ma ecco qualche ora dopo la stessa Ronaldis che decide di non farsi interpretare ma di esporre quel che pensa. Ed è molto di più di una preoccupazione. E’ incavolata nera.

Sostanzialmente la presidente degli albergatori da un lato bussa con una certa violenza alle porte di quelli che stanno sparando molte cifre ma, stringi stringi, i soldi non si vedono. E dall’altra fa “toc toc” al palazzo della ricca multiutility, che fino ad oggi ha fatto finta che il coronavirus non esista.

“Possiamo permetterci che l’economia imploda?“, si domanda Rinaldis. Evidentemente no. E allora cosa aspettate a decidere? “Sul fronte Tari ci stiamo preoccupando dell’arrivo di una bolletta di pagamento a doppia cifra e ad oggi non siamo in grado di programmare se e come riusciremo ad aprire. Per questo motivo toc toc cara Hera, sei il gestore del servizio, sono contenta di aver letto che i tuoi utili e ricavi crescano a doppia cifra, l’utile netto di competenza solo dei soci è di 230,8 ml, ma ancora non ho visto un piano serio di rivalutazione del costo, considerando che il 90% delle attività sono chiuse“, cannoneggia la numero uno di Aia. “Svolgi un servizio di pubblica utilità, credo sia indispensabile un intervento non domani, ma oggi. Non ci servono buone intenzioni, è un mese che ne ascoltiamo, ma risposte operative concrete e immediate“.

Ma ne ha anche per il “pubblico”, da Giuseppi a Bonaccini fino a Gnassi. “Se continuiamo ad avere non risposte, provvedimenti incerti, diamo soldi alle banche per dare garanzie, chiediamo alle imprese di indebitarsi per pagare la fiscalità diretta e indiretta, forse il dubbio di molte aziende di non aprire è comprensibile”, spiega. Cosa aspettate, Comuni, Regione e Stato, ad attivare le necessarie “sinergie” per “compensare la riduzione di fatturato; ridurre la tassazione sugli immobili; salvaguardare le imprese in affitto; tutelare il lavoro stagionale; incentivare la vacanza in Italia; tutelare le responsabilità degli alberghi; sospendere e rimodulare le bollette Tari in primis”? E poi: “Non ci servono slittamenti di pagamenti, fra due mesi la nostra capacità per far fronte ai pagamenti è uguale a quella di oggi, ma serve una strategia compensativa che si ammortizzi in più anni, anche per i tuoi utenti di acqua, luce e gas“.

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