Turismo: «stagione 2023 partita male e le previsioni sono fosche»

Turismo: «stagione 2023 partita male e le previsioni sono fosche»

«Le cause di questa falsa partenza sono senz'altro imputabili agli eccezionali eventi meteo di questo strano mese di maggio, ma è evidente che motivazioni straordinarie come questa si vanno ad innestare su debolezze croniche del nostro sistema economico». La lettera di Daniele Ciavatti.

La stagione turistica 2023 è partita nel peggiore dei modi.
La catastrofica alluvione che ha colpito parte della Romagna ha avuto come effetto collaterale una pioggia di disdette.
Nel mese di maggio nel mio albergo abbiamo avuto oltre il 50% di cancellazioni su prenotazioni inerenti a questo periodo e non credo siamo stati i soli a doverne fare i conti.
L’unica eccezione è stata il weekend del 2 Giugno dove per merito della fiera del wellness si è ottenuta una buona affluenza.
Abbiamo passato un periodo con richieste di informazioni e preventivi praticamente a zero e solo attualmente si incomincia a intravedere un minimo di ripresa…
Le persone ancora oggi ci contattano per chiederci quali siano le condizioni del nostro territorio ed ultimamente per sapere se è possibile fare il bagno nel nostro mare.
Molti Hotel sono o vuoti o con pochi ospiti ed alcuni sono addirittura ancora chiusi.
Sbandierata ai quattro venti mi dicono dovrebbe partire a breve una campagna sui mass media al fine di rilanciare la nostra riviera, ma i tempi della politica hanno ben poco a che vedere con quelli dell’economia per cui attendo di vedere cosa si riuscirà a realizzare e soprattutto gli effetti sulla domanda.
Sui portali di prenotazione online i prezzi delle camere hanno subito un calo del 20-30% ed in alcuni periodi, vedi giugno, sembra che si potrebbero pure azzerare senza sortire effetti tanto è bassa la domanda.
Le cause di questa falsa partenza sono senz’altro imputabili agli eccezionali eventi meteo di questo strano mese di maggio, ma è evidente che motivazioni straordinarie come questa si vanno ad innestare su debolezze croniche del nostro sistema economico.

La necessità di ristrutturare i nostri alberghi è sulla bocca di tutti ormai da decenni eppure le farraginose e spesso contradditorie politiche edilizie del comune di Rimini rendono difficile, se non impossibile, passare dalle parole ai fatti.
È sotto gli occhi di tutti che attualmente a Rimini è più facile tirare su un condominio di sette piani che realizzare un centro benessere per i propri ospiti e chi ci ha provato lo ha fatto a proprio rischio e pericolo.
D’altro canto non sembrano neppure esserci le idee chiare su quali possano essere le soluzioni: qualche tempo fa è uscito uno studio di Sociometrica e Teamwork di Mauro Santinato in cui si metteva in evidenza come fattore negativo la perdita di un notevole numero di camere dagli anni 60 dello scorso secolo come se il turismo di massa di allora fosse un orizzonte credibile anche per i nostri giorni.
Senza contare che nuovi commensali si sono aggiunti (vedi i bed and breakfast e più in generale gli affitti brevi) per dividersi una torta che con il passare degli anni sembra destinata più a ridursi che ad ingrandirsi.
Sarebbe necessaria una strategia per diversificare il nostro prodotto turistico al fine di non essere in competizione diretta con tutte le altre destinazioni con la logica conseguenza dei prezzi bassi, ma per far questo servono idee chiare.

Gli interventi infrastrutturali di questi anni come la riqualificazione del lungomare, oltre alla eliminazione degli scarichi in mare, hanno posto le basi per questo nuovo modello ma non basta.
Affinchè Rimini diventi “Capitale del dolce vivere” è necessario rivedere la mobilità potenziando il servizio pubblico e limitando quello privato, ampliare le aree verdi all’interno della città, dare la possibilità all’interno degli alberghi di creare angoli benessere, creare un grande centro termale ben collegato con tutte le parti della città al fine di affiancare alla vacanza balneare quella dedicata alla salute ed alla bellezza, accelerare la decarbonizzazione della nostra economia con una politica di incentivi verso le energie rinnovabili e realizzare al più presto il tanto… troppo discusso parco eolico offshore.
Il PNRR è sembrata l’occasione buona per poter realizzare molti progetti ma l’evidente inadeguatezza di questo governo e l’elefantiaca e obsoleta pubblica amministrazione mai riformata rendono molto ipotetici anche questi positivi effetti.
Purtroppo è triste constatare che invece di riformare le procedure amministrative necessarie per qualsiasi intervento infrastrutturale sia pubblico che privato si preferisca tagliare i necessari controlli fatti al fine di contrastare la corruzione e non ultima la criminalità organizzata.

Dispiace dirlo ma al posto di un presidente del consiglio come Mario Draghi e di un governo che aveva posto le basi per un utilizzo razionale di questa mole di denaro, si è preferito una squadra di “scappati di casa” dopo quella di grillina memoria che fanno dell’incompetenza, della approssimazione e del furore ideologico le loro caratteristiche principali e tutto in cambio di un pò di privilegi dati a destra e a manca a diverse categorie economiche (la Meloni ha capito che per vincere le elezioni bisogna puntare su alcune agguerrite minoranze dato che la maggior parte degli aventi diritto non si reca alle urne).
Le difficoltà ci sono e sono tante ma è necessario che nella nostra città si apra un confronto al fine di ridisegnare il nostro futuro, in economia chi non ha coraggio nelle scelte alla lunga paga pegno… spero non sia il caso di Rimini.

Daniele Ciavatti

COMMENTI

DISQUS: 0