Non si capisce un tubo: i lavori alle condotte sottomarine Ausa e la trasparenza

Non si capisce un tubo: i lavori alle condotte sottomarine Ausa e la trasparenza

I lavori cominciarono circa un anno e mezzo fa. Pontoni, tubi rotti e tubi nuovi, se ne sono visti in abbondanza. Ma i riminesi, al di là delle comunicazioni generiche sin qui circolate, sanno esattamente perché proseguano ancora e dovranno ulteriormente protrarsi anche dopo l'estate? Vi raccontiamo gli esiti dei nostri tentativi per fare luce sull'argomento. Per iniziare ci viene in aiuto una bella canzoncina dello Zecchino d'oro.

Il primo passo per entrare nella storia che segue riguarda il mistero delle “porte comunicanti”: perché una istanza avanzata ad un dirigente del Comune di Rimini, magari tramite l’accesso agli atti, finalizzata ad ottenere informazioni e/o documenti su un determinato argomento, una volta che finalmente diventa risposta – dopo mesi – assume, addirittura prima di finire nelle mani di chi ha azionato l’istanza, la forma del comunicato stampa? Sarà stato un caso? Di certo c’è un precedente. Più o meno la stessa prassi si è già verificata a proposito del Museo Fellini (qui), e si è ripetuta da ultimo sulla questione – allo stato degli atti un rebus in buona parte indecifrabile – delle condotte sottomarine davanti a piazzale Kennedy.
Ieri alle 13.15 sul sito del Comune di Rimini è stato pubblicato il comunicato stampa (qui) e alle 17.13 è pervenuta (via pec) la risposta che attendevamo da mesi e che era stata sollecitata il 6 aprile, il 10 maggio e il 4 giugno, anche al responsabile della trasparenza del Comune di Rimini, cioè il segretario generale. Nella sostanza il comunicato stampa è la trascrizione, riveduta e corretta, della risposta che il dirigente competente ci ha inviato ieri, mettendo per conoscenza anche il segretario generale e l’assessore all’Ambiente.
Da mesi, si diceva, bramavamo un chiarimento, e soprattutto un documento. Chiarimento è una parola grossa. Trasparenza, poi, rischia di apparire un mito avvolto nella nebbia. Ma la riflessione che vorremmo aprire è anche un’altra: chi è l’ente terzo, super partes, in questa partita? Chi dispone dell’autonomia necessaria per valutare quel che sta accadendo davanti a piazzale Kennedy? È l’altro enorme busillis che andrebbe affrontato.
Intanto introduciamo il tema con una canzoncina dello Zecchino d’oro che fa al caso nostro: s’intitola Non capisci un tubo.

Dunque la prima volta che ci occupammo dell’argomento fu all’inizio del 2022. Un lettore domandava lumi, come si suol dire. Il primo articolo documentato, dopo avere interpellato Hera e Comune, usciva il 7 marzo:

Perché tanti misteri sui lavori alle condotte sottomarine di piazzale Kennedy?

Già all’epoca risultava abbastanza chiaro almeno un elemento: la poca trasparenza. Poi l’assessora Montini rispondendo in consiglio comunale alla interrogazione presentata da Andrea Pari della Lega, ammise «anomalie ad una delle tre condotte» ma ancora ignote le cause, però rassicurò: «le tubazioni sono state correttamente installate». Accadeva il 7 aprile 2022, ne riferimmo il giorno dopo. La pietra tombale sui lavori alle condotte sottomarine (diametro due metri e lunghezza oltre 1 chilometro) sembrò dovesse essere messa dall’«area di sicurezza» posta proprio nel sito che ospita gli enormi tubi che, in caso d’emergenza, scaricano in mare aperto per allontanare i volumi eccedenti la capacità di accumulo delle vasche. L’ordinanza del comandante della Capitaneria di porto (n. 67 del 21 giugno 2022), recependo una richiesta di Heratech, stabiliva appunto «un’area di sicurezza» proprio in coincidenza con il luogo «sul cui fondale sono presenti i diffusori delle condutture sottomarine a servizio delle vasche di laminazione Ausa». Area segnalata con boe e interdetta alla pesca professionale e all’ancoraggio di qualsiasi imbarcazione. Ci occupammo anche di questo (qui) che è un aspetto molto importante perché pure in seguito alla definizione di questa area di sicurezza si è continuato a ripetere che i danni alle condutture sarebbero stati causati da imbarcazioni: 9 marzo 2023, un comunicato stampa di Hera riferiva che: «Nel tratto di mare di fronte a Piazzale Kennedy sono attualmente in corso i lavori Hera di manutenzione di un tratto della Condotta Sud, che ha richiesto interventi di ripristino a seguito dei parziali danneggiamenti che secondo i primi accertamenti sarebbero conseguenza di attività marittime, non dipendenti dai lavori di posa della condotta». Tubi erano già stati sostituiti prima che entrasse in vigore l’ordinanza, ma tubi nuovi se ne sono visti ancora in queste settimane caricati sul pontone che staziona nel porto canale di Rimini (vedi foto). E quindi? Qualcuno ha infranto gli obblighi prescritti dall’ordinanza? Heratech ha sporto “denuncia” nei confronti degli ignoti trasgressori?

«All’inizio del 2023 a Rimini sono iniziate le attività sulle condotte sottomarine di piazzale Kennedy, con pontoni navali, draghe e altri mezzi leggeri di appoggio agli operatori subacquei, impegnati sul tratto di mare davanti alla piazza». È questo l’incipit del comunicato stampa diffuso ieri dal Comune di Rimini. Inizio 2023? Semmai inizio 2022! La società Hera nel dicembre 2022 si accorse, durante le attività di collaudo delle condotte, di qualche «anomalia» e «danni su un tratto delle tubazioni Sud e Nord», e lo comunicò ufficialmente a Comune, Atersir, Ausl Romagna, Arpae e Capitaneria di Porto, il 23 dicembre 2022. Decise pertanto di approfondire ma già all’epoca assicurava che «seguiranno le attività di ripristino definitive che saranno completate entro maggio 2023», mentre ora si rimanda al completamento entro il mese di giugno e per quanto riguarda il «consolidamento di alcuni settori» i lavori saranno ripresi dopo l’estate. Poi la società Hera, nel febbraio 2023, «ha comunicato l’avvio dei lavori di ripristino della condotta Sud, risultata in un tratto parzialmente emersa dal fondale e sulla quale si sono riscontrati danneggiamenti indubbiamente riconducibili ad attività marittime esterne ai lavori di posa. Sono state inoltre eseguite verifiche anche sulle altre condotte sottomarine (Nord e Centro) che hanno evidenziato profili di posa parzialmente difformi da quelli di progetto». Questo è quanto rende noto il dirigente del Comune di Rimini a seguito del nostro accesso agli atti. «Indubbiamente riconducibili ad attività marittime», concetto che viene rimarcato ulteriormente in questo passaggio: «…la condotta Sud, risultata in alcune parti danneggiata anche a causa di rotture causate da agenti esterni, compatibili con lo svolgimento di attività di pesca o navigazione (es. ancoraggio di natanti) non autorizzate. Come è noto, infatti, queste attività sono vietate in quel tratto di mare, e quindi, ove accertate, generanti responsabilità per i danni provocati». La domanda è: ci sono prove/riscontri/denunce anche, che avvalorino questa asserita certezza, oppure l’amministrazione comunale si limita a riferire ciò che le viene “trasferito” da Hera? Aggiunge poi il dirigente che su altre condotte sottomarine (Nord e Centro) si evidenziano «profili di posa parzialmente difformi da quelli di progetto», ma si tratta di un’eventualità che era stata esclusa da subito dall’assessora Montini. E quindi ci sta anche una domanda antipatica ma lecita: qual è il grado di autonomia dell’amministrazione comunale da Hera in questa partita?

L’amministrazione comunale è a conoscenza di altre informazioni rispetto a quelle che trasmette alla città? Non lo sappiamo ma un dato appare oggettivo: 14 febbraio 2023, Heratech invia alla direzione Lavori pubblici e qualità urbana del Comune di Rimini una nota nella quale, dopo aver ribadito le informazioni già acquisite che giustificherebbero i lavori in corso (liquefazione del fondale e «fattori esterni, quali ulteriori interazioni con natanti, o difetti di posa»), così conclude: «Sono ancora in corso le valutazioni necessarie a definire un quadro chiaro delle cause. In settimana provvederemo ad inviare una descrizione più dettagliata di quanto fino ad ora riscontrato. Nel confermarvi che vi terremo costantemente aggiornati sugli sviluppi delle verifiche…». Nella nostra richiesta di accesso agli atti integrativa avevamo proprio chiesto di poter visionare questa «descrizione più dettagliata» che, a quanto si può comprendere, Hera avrebbe consegnato al Comune già nel mese di febbraio 2023. Non siamo riusciti ad ottenerla.

L’urgenza di fare piena chiarezza su quel che sta accadendo alle condotte sottomarine Ausa deriva sia dall’importanza del sito, “cuore pulsante” del Psbo, e sia dalla prospettiva, già annunciata dall’amministrazione comunale, di realizzare altre condotte analoghe in altri siti, con tanto di Belvedere (Rodella e Colonnella). Ma se non si sa quale sia il problema alle condotte dell’Ausa, come è possibile prevederne altre?
Infine: si configurano responsabilità specifiche, in capo a chi, in quanto è quantificabile la spesa del lungo intervento e a carico di chi?

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