Pressata da una interrogazione del consigliere della Lega Andrea Pari, l'assessora all'Ambiente ammette il problema che Rimini 2.0 aveva evidenziato agli inizi di marzo, ma è ancora buio totale sull'entità del danno e soprattutto sulle cause. «Le verifiche sono in corso».
Come previsto, nel consiglio comunale di ieri sera è stata presentata l’interrogazione di Andrea Pari (Lega) sui lavori in corso, avvolti da un certo mistero, ad una delle condotte sottomarine di piazzale Kennedy. Di seguito il testo.
Premesso che:
– Nel mese di gennaio 2022, a seguito di una ordinanza della Capitaneria di porto di Rimini, sono iniziati lavori, poco a largo di piazzale Kennedy in corrispondenza delle condotte di scarico sottomarine collegate alle vasche di laminazione del PSBO, segnalato con boe colorate, luci intermittenti e risponditore radar.
– L’ordinanza della Capitaneria parla di “lavori per la posa di condotte sottomarine a servizio delle vasche di laminazione AUSA nel comune di Rimini”
Considerato che:
– Nel 2017 Heratech indisse una gara per la realizzazione di queste condotte, che oggi sono oggetto di manutenzione, per una spesa di € 12.394.000,00.
– Il PSBO è stata anche definita “la più grande opera di risanamento idrico in corso in Italia e una delle più importanti in Europa, segnalata anche dall’ONU per il suo ruolo a difesa dell’ambiente marino”.Rilevato che:
– A riprova dell’importanza dell’operazione, i mezzi navali operanti nella zona, ed elencati nell’ordinanza sopra citata, sono: un rimorchiatore, un pontone e 3 monopontoni.
– A dicembre 2020 i lavori alle condotte del bacino Ausa vennero definiti dall’amministrazione “terminati e in fase di collaudo”.Chiede alla giunta per sapere:
– Se e quando è stato completato il collaudo
– Se il danneggiamento della condotta è riconducibile a fatti fortuiti o altra causa accertata o in corso di accertamento
– Se la tubazione risulti installata a regola d’arte.
Anche Rimini 2.0 aveva interpellato l’assessora all’Ambiente sullo stesso argomento, ricevendo però delle non risposte. Alla precisa domanda se l’intervento in corso fosse relativo alla necessità di «risolvere un’anomalia su una delle tre condotte» emersa «durante i collaudi», Anna Montini sosteneva che «le attività in corso su una delle tre condotte al servizio delle vasche di prima pioggia e laminazione di piazzale Kennedy non impediscono il funzionamento dell’impianto stesso, né tantomeno viene precluso o ridotto il funzionamento di tutte le opere terminate nell’ambito del PSBO, che ad oggi hanno garantito una drastica riduzione nella esposizione dei divieti temporanei di balneazione». Cioè parlava d’altro. E in una precedente risposta argomentava che «sono in corso, in questa fase di collaudo dell’opera, le obbligatorie analisi operative e i lavori necessari per risolvere in un rapido arco temporale gli eventuali problemi riscontrabili. Ad oggi in particolare il focus è su una delle 3 condotte, componenti l’intera opera, al fine di verificarne la piena operatività post posa della stessa». Cioè si parlava solo di «eventuali problemi» e di approfondimenti su una condotta.
Ieri sera invece l’assessora si è aperta un pochino di più, ma restano ancora diversi aspetti in ombra. E’ partita da uno spot sul piano di salvaguardia della balneazione che il mondo ci invidia: «Ci tengo a sottolineare che il Psbo è effettivamente un’opera idraulica di dimensioni notevoli non solo per l’aspetto dimensionale ma proprio per l’apporto che può dare e che sta dando alla nostra città. Il riconoscimento che ha dato l’Onu nell’ambito dei lavori che possano aiutare a perseguire le finalità dell’obiettivo 14 dell’Agenza 2030 è sicuramente prestigioso ma a mio giudizio ampiamente meritato. Non mi dilungo (però un po’ si è dilungata, ndr) sugli altri vantaggi già raggiunti dal Psbo, come la drastica diminuzione dei divieti di balneazione nella zona nord, 5 su 7 bacini hanno già le reti completamente separate, gli altri due hanno i lavori in corso, stessa cosa sta avvenendo in corrispondenza del bacino Roncasso».
Poi è passata ai quesiti specifici. «Il 23 giugno 2019 è entrata in funzione la vasca di prima pioggia, il 24 luglio e il 4 agosto 2020 sono stati i primi due eventi meteorici in cui è entrata in funzione la vasca di laminazione di piazzale Kennedy, a termine del 2020 i lavori alle condotte erano sostanzialmente finiti e in fase di collaudo. Durante il collaudo sono state riscontrate anomalie ad una delle tre condotte».
Achtung bitte! L’assessora ha ammesso «anomalie ad una delle tre condotte», quindi ha confermato il problema che le era stato segnalato da Rimini 2.0 ma sul quale con noi aveva sorvolato. Perché? Se la nostra informazione era corretta, e lo era perché proveniente da fonte certa, perché l’assessora non ha detto subito la verità?
Andiamo avanti. «Com’è noto sono posizionate tre condotte agganciate alla vasca di laminazione che arrivano a mille metri dalla battigia, ognuna di queste condotte ha un diametro di due metri, una di queste ha presentato delle anomalie in fase di collaudo. Ora sono in corso le operazioni di sistemazione, al termine si riprenderà il collaudo e verrà completato», ha proseguito l’assessora in consiglio comunale.
«Sul suo quesito se il danneggiamento della condotta è riconducibile a fatti fortuiti, ad altra causa accertata o in corso di accertamento, rispondo che le verifiche della causa tuttora sono in corso, le immagini sul danno riportato da almeno un settore dalla condotta che è stata tolta dall’ambito marino sono girate un po’ per la città, è evidente che non si è trattato di un pesce però le cause al momento non sono note, le verifiche sono in corso, ci sono delle ipotesi ma non ci sono assolutamente indizi nella condotta che possano far capire se è stata una cosa oppure un’altra». E naturalmente sulle ipotesi ha ritenuto di non doversi dilungare.
Quindi: le cause del danneggiamento non sono note, ma il danneggiamento c’è, i grossi tubi posizionati sulla banchine del porto di Rimini mostrano infatti delle rotture. Ma, achtung bitte 2, pur non sapendo ancora cosa sia successo, l’assessora assicura che «le tubazioni sono state correttamente installate tanto che le altre due funzionano perfettamente e anche durante l’estate 2021 hanno permesso, con eventi meteorici che hanno ecceduto la capacità della somma della vasca di prima pioggia e di laminazione, di portare le acque eccedenti a mille metri dalla riva evitando quindi il divieto di balneazione». In linea teorica, che due funzionino ed una no, non pare essere una prova indiscutibile della corretta installazione di tutte e tre le condotte. Ma si possono al momento solo fare delle supposizioni del tutto teoriche, non avendo l’amministrazione comunale messo a disposizione i documenti (come avevamo richiesto).
«Al termine degli interventi in corso la linea interessata sarà verificata nuovamente e poi si potrà concludere il collaudo», sono state le ultime parole dell’assessora circa l’interrogazione di Andrea Pari. Con quale spesa, fra l’altro?
Qualche piccolo ulteriore tassello è stato aggiunto, ma siamo ancora lontani dalla trasparenza che dovrebbe caratterizzare una pubblica amministrazione, tanto più su un’opera così importante per investimenti, eco mediatica e soprattutto diretto impatto sul turismo.
Anche il consigliere della Lega ha fatto notare, in replica, la contraddizione che si annida nell’asserire che il lavoro è stato fatto a regola d’arte però non si sa perché i tubi si siano rotti. Così attende la «risposta scritta urgente in 5 giorni», ma ha già anticipato la prossima mossa: «probabilmente farò anche accessi agli atti, anche per capire a chi sono da addebitare questi costi ulteriori e continuerò a cercare di comprendere cosa stia accadendo nei particolari».
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