Spunta un’area di sicurezza a “difesa” delle condotte sottomarine di piazzale Kennedy

Spunta un’area di sicurezza a “difesa” delle condotte sottomarine di piazzale Kennedy

Sono vietate la pesca, la balneazione, l'ancoraggio di imbarcazioni. Le due aree sono permanentemente segnalate. Il provvedimento, chiesto da Heratech, fa seguito ai lavori di sostituzione degli enormi tubi, in parte danneggiati, a servizio delle vasche di laminazione.

Solo grazie alle ordinanze della Capitaneria di porto è stato possibile conoscere qualcosa relativamente ai lavori eseguiti alle condotte sottomarine di piazzale Kennedy. Alle domande rivolte all’assessore Anna Montini avevamo infatti ottenuto risposte molto evasive.

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Torniamo ad occuparcene perché, sempre grazie ad una ordinanza (n. 67 del 21.6.2022 a firma dell’allora comandante Monaco) che attiene alla “sicurezza della navigazione”, si apprende qualcosa di nuovo. A seguito dei “misteriosi” lavori eseguiti alle condotte, che hanno visto la sostituzione di parti dei giganteschi tubi a servizio delle vasche di laminazione Ausa (Psbo), a fine maggio Heratech ha chiesto alla Capitaneria di Porto di Rimini «l’inserimento di un’area da interdire alla pesca professionale e l’ancoraggio di qualsiasi imbarcazione». E due aree di sicurezza sono state delimitate a partire dalla data dell’ordinanza, segnalate con specifiche boe, indicate in verde e in rosso nella mappa (immagine in alto).
Nella prima (verde) «sono vietate la balneazione, la navigazione, l’ancoraggio, la pesca e la sosta di navi, galleggianti, imbarcazioni o natanti di qualsiasi tipo, nonché qualsiasi altra attività di superficie e subacquea connessa ai pubblici usi del mare», mentre nella seconda «è vietato l’ancoraggio per qualsiasi tipo di unità nonché esercitare la pesca professionale, sportiva e/o subacquea da fondo e/o con ogni tipo di rete, attrezzo e/o strumento, a strascico. Le unità che accidentalmente dovessero incocciare con ancore, attrezzi da pesca o similari, le strutture/tubazioni sottomarine, devono abbandonare gli attrezzi stessi sul fondo, onde evitare possibili danni alle condotte stesse, dando informazione immediata all’Autorità Marittima».

Sembra di capire (ma il condizionale è d’obbligo considerata la poca voglia dell’amministrazione comunale di spiegare con chiarezza cosa sia effettivamente accaduto), che si attribuisca alle imbarcazioni da pesca e non solo, la causa della rottura dei tubi che Heratech ha poi sostituito e che nelle nostre fotografie avevamo documentato.
Ovviamente i divieti non si applicano alle unità navali della Guardia Costiera, delle forze di Polizia e di soccorso in genere nello svolgimento delle loro attività, e nemmeno ai mezzi navali impiegati nella manutenzione delle condotte.

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