Un architetto riminese volontario nella Siria devastata dal terremoto

Un architetto riminese volontario nella Siria devastata dal terremoto

Iniziativa di Associazione Pro Terra Sancta appoggiata dal Comitato Nazarat che prosegue il Rosario in piazza per i cristiani perseguitati: appuntamento lunedì 20 marzo.

È in programma lunedì 20 marzo alle ore 21 in piazza Tre Martiri il Rosario per i cristiani perseguitati promosso dal Comitato Nazarat. L’appuntamento – è il 104esimo da quando, nell’agosto 2014, è sorta l’iniziativa spontanea del gruppo riminese – avrà come “focus” gli ultimi fatti avvenuti nella “via crucis” che da anni vede le comunità cristiane vittime di persecuzioni e violenze in molte parti del mondo: è emergenza in Nigeria, da dove pochi giorni fa la fondazione di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre” ha portato in Italia due vittime di Boko Haram; ma la situazione in Siria, già drammatica per i nove lunghi anni di guerra civile, oggi è resa ancora più grave dal tremendo sisma che ha sconvolto il paese al confine con la Turchia.

La novità è che l’architetto riminese Diego De Gregori è partito il 9 marzo scorso, destinazione Aleppo, con una missione di tecnici volontari esperti per aiutare la popolazione. Nella città siriana, la seconda per importanza e popolazione dopo la capitale Damasco, l’architetto De Gregori si fermerà per venti giorni: scopo della missione, fornire insieme ai colleghi un contributo prezioso sulle conseguenze del terremoto sugli edifici, insomma per aiutare a far ripartire la martoriata terra medio-orientale. Sull’iniziativa organizzata da ATS – “Associazione Pro Terra Sancta”, dichiara Marco Ferrini, coordinatore del Comitato Nazarat: «Questo gesto missionario di aiuto è in qualche modo il frutto del nostro impegno sul fronte degli aiuti post-sisma, oltre alla raccolta fondi di 5mila euro realizzata nell’ultimo rosario in piazza del 20 febbraio scorso. Nazarat rinnova inoltre il suo messaggio alla politica perché sia revocato l’embargo che da tempo danneggia la popolazione siriana», conclude Ferrini.

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