Se non fosse da piangere, sarebbe tutto da ridere.
Alle 7 e 30 di questa grigia e triste mattina le motoseghe hanno cominciato il lugubre concerto. I due platani difronte a via Agostino Di Duccio hanno in sorte di sentire per primi la sinfonia delle lame dentate.
A seguire, altri tre alberi patiscono lo stesso trattamento. Una passante, incredula, chiede a uno degli “esecutori”: «ma non può rifiutarsi di tagliarli?”. Che tenerezza. Negli stessi istanti in cui sono collassati al suolo i primi rami, agli occhi di molti riminesi la credibilità del Sindaco ha subìto la medesima sorte.
La lettera aperta che il 2 giugno il Primo Cittadino scrisse in risposta alle preoccupazioni dell’architetto Roberto Mancini è diventata di colpo carta straccia.
Sull’ordinanza di abbattimento a firma dell’ “UO Qualità Urbana e Verde Pubblico”, architetto Bastianelli, in cui compaiono come enti attuatori Hera e Anthea, si autorizza l’abbattimento di quattro alberi (noi ne abbiamo contati cinque. Dipende dal fatto che uno non fosse un platano?) e si specifica che non si autorizza l’abbattimento e si chiede di effettuare ulteriori indagini […] sul Platanus acerifolia censito con il n° 41655 e sul Pinus Pinea censito come n° 41753. Peccato che immediatamente a ridosso del tronco del pino, nei giorni scorsi (come documentato) sia stato eseguito uno scavo in piena zona radicale (l’area intorno al colletto dove sono localizzate le radici essenziali per la salute e stabilità dell’albero). Quanto ai quattro platani, solo uno di essi, a parere dell’architetto Mancini, poteva essere in uno stato tale da destare qualche preoccupazione. E sicuramente non è finita. Circola voce (e anche qualche documento) che paventa il taglio di molti altri alberi. Lo sterminio continuerà. Ora è tardi per sperare che qualcuno si svegli.
Delle associazioni ambientaliste, questa mattina nemmeno l’ombra. Abbiamo fotografato solo tre gatti (nemmeno quattro) e un cane: una rappresentanza di Italia Nostra, capitanata dalla vice Presidente, architetto Alessia Gattei, il collega Roberto Mancini (Rimini Città D’Arte), il giornalista Salvatore De Vita e una bellissima golden retriever, per l’occasione in completo bianco.
Ci si chiederà se fosse veramente necessario abbattere alberi storici, belli e frondosi. Come ricordava il Sindaco nella rimangiata lettera, “i tecnici studieranno modi, maniere e procedure anche per ‘salvare’ gli esemplari malati e pericolanti, fino a prevedere magari degli specifici supporti”. Alla faccia delle cure. I riminesi si sono sforzati di credere (che babbei) alle parole di chiusura dell’accorata risposta di Andrea Gnassi: “Personalmente sono sempre contento quando la sollecitazione va nella direzione di tutelare e valorizzare la storia e la natura di Rimini, i suoi contenitori naturali. Un bel salto mentale dai tempi, ancora recentissimi, quando nessuno si preoccupava di quei platani, muti e tristi ‘parcometri’ soffocati dalle radici alle cime da ruote, lamiere e fumi di scarico”.
Se non fosse da piangere, sarebbe tutto da ridere. Anzi, teniamoci questo sindaco: da “sgaGnassi”.
Fotografie: Lussi Pagammo
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