Urbinati (Cgil), no a logiche “colonialiste” sulla aggregazione delle Cciaa in Romagna

Urbinati (Cgil), no a logiche “colonialiste” sulla aggregazione delle Cciaa in Romagna

"Sulla Camera di commercio si gioca una partita fondamentale per il territorio riminese. Mi auguro che non siano già state assunte decisioni penalizza

“Sulla Camera di commercio si gioca una partita fondamentale per il territorio riminese. Mi auguro che non siano già state assunte decisioni penalizzanti ma che si possa ancora discutere e optare per le scelte più consone al fine di salvaguardare tessuto economico ed occupazione”. Così il segretario generale della Cgil di Rimini, Graziano Urbinati (nella foto col segretario nazionale Susanna Camusso), che col rinnovo recente delle cariche all’interno dell’ente camerale di Rimini, è entrato a far parte del consiglio in rappresentanza delle tre organizzazioni sindacali (prima di lui c’era Giuseppina Morolli, Uil).
A Rimini 2.0 Urbinati spiega quelle che definisce le due criticità che ruotano attorno agli scenari di cui si discute (e in alcuni casi non solo, perché è già legge il taglio dei diritti camerali, che avranno una riduzione del 35% per il 2015, del 40% per il 2016 e del 50% per il 2017) a proposito del riordino del sistema delle Camere di commercio: “Da una parte il governo ha deciso di tagliare risorse che non sono pubbliche, facendo venir meno investimenti importanti per il territorio, e dall’altra tutto questo avrà ricadute occupazionali sul sistema camerale“.
Una Camera di commercio che a Rimini è abbastanza giovane, sottolinea Urbinati, “con una età media dei dipendenti che definirei bassa e in più anche i lavori che sono stati esternalizzati subiranno le conseguenze dei tagli”.
Urbinati solleva entrambi i temi, a partire dalla “forte preoccupazione per il tessuto economico e produttivo del territorio”. Argomenta così: “Per il momento siamo in presenza di un documento di Unioncamere regionale che prospetta delle ipotesi di aggregazione delle Camere di commercio dell’Emilia Romagna. Per come ci è stata presentata la cosa, la discussione è aperta ed io spero vivamente che sia così”. E nel merito delle ipotesi di fusione? “Gli accorpamenti, necessari o meno, non si possono comunque tracciare col righello, anche perché questo farebbe pensare alle logiche colonialiste di annessione dei territori. Occorre partire dalle peculiarità e dalle competenze che i territori esprimono, tenendo conto, non da ultimo, del capitale umano”.
A proposito delle peculiarità della Camera di commercio di Rimini, Urbinati aggiunge: “Ci sono delle particolarità da avere ben presenti, e che diversificano Rimini rispetto al resto della regione: una di queste è il turismo, una variabile che non si può far finta che non esista. L’altra, importante, è quella delle infrastrutture: Camera di commercio ha giocato e gioca un ruolo in infrastrutture strategiche per questa città e per la provincia nel suo insieme, e in questa fase nella quale l’ente Provincia si sta un po’ volatilizzando, risulta chiaro a tutti che si sta discutendo di una riorganizzazione cruciale sia per il merito e sia per il momento nel quale cade, che definire delicato è poco. Peraltro quella delle infrastrutture è davvero una partita grossa, che ci stiamo giocando anche sull’aeroporto, anche se in questo caso la politica si è fatta fuori da sola e quella partita oggi la giocano altri”.
L’ipotesi dalla quale parte il confronto è l’inserimento addirittura di Ferrara insieme alla Romagna, intesa non solo come Forlì, Cesena e Rimini ma anche Ravenna. Lei cosa ne pensa? “Per quanto mi riguarda l’aggregazione dovrebbe essere più ristretta possibile, perché più ristretta sarà e più saprà cogliere e rispondere alle specificità del territorio, dal punto di vista economico e produttivo e, ripeto, del capitale umano”.
A Graziano Urbinati chiediamo anche se ritiene che gli enti locali, a partire da Comune e Provincia di Rimini, siano al momento “sul pezzo” quando si discute del futuro della Camera di commercio ma anche di altre scelte di “area vasta” che si stanno compiendo: “E’ chiaro che le istituzioni devono giocare un ruolo e devono farlo realmente. Ai tavoli bisogna esserci. Se poi qualcuno sbandiera il modello tedesco, dovrebbe anche sapere cos’è e a mio parere il modello tedesco significa confronto e co-decisione con le parti sociali”.
Chiaro il riferimento al pallino friburghese del sindaco Gnassi.
“Se si pensa di confinare la discussione sindacale solo nel perimetro aziendale, per occuparsi dei posti di lavoro, io non sono d’accordo. Nel caso della Camera di commercio il sindacato dovrebbe occuparsi delle nefaste ricadute di certe scelte? Il sindacato vuole occuparsi delle politiche del territorio e chiede che la discussione con gli altri attori decisionali venga fatta prima di compiere le scelte e non dopo”.
A proposito di modello tedesco, dal primo al 4 ottobre sarà a Rimini, ospite della Cgil, una delegazione della Dgb, la maggiore confederazione sindacale tedesca, proveniente dal sud dell’Assia. “Si tratta di un partenariato avviato da molti anni che fa si che si realizzino scambi, confronti, viaggi di studio che hanno portato ad esempio la Cgil di Rimini a visitare imprese tedesche”, spiega Urbinati.
Il 2 ottobre Cgil e sindacato tedesco saranno proprio alla Camera di commercio di Rimini per un incontro con la presidenza al quale è stato invitato tutto il consiglio camerale su un argomento di notevole attualità: le relazioni sindacali a confronto col modello tedesco. “A noi sta bene il modello nordico di intendere le città, ma quel modello è funzionale ad un sistema di relazioni, non è che si possa prendere solo un pezzo del modello e scartare il resto”. A buon intenditor poche parole.

Rimini ha bisogno del modello tedesco?

La Cgil, insieme ai colleghi della DGB, prova a dare una risposta a questo interrogativo.
Nell’ambito delle relazioni di partenariato tra la Camera del lavoro territoriale di Rimini e il Sindacato DGB dell’Odenwald (Assia-Turingia), che da un decennio procede con intensi scambi, una delegazione di sindacalisti tedeschi (composta da Harald Staier, presidente DGB Odenwald; Horst Raupp, segretario DGB Regionale Sued Hessen, Roberta Basile, Marion Eisele, Stephan Scholz, Eva Heldmann, Roger Nisch, Rose Pütz) sarà in visita a Rimini dall’1 al 4 ottobre.
L’economia tedesca, l’organizzazione del lavoro, le leggi relative al mercato del lavoro adottate nel paese d’oltralpe sono spesso prese a riferimento nel dibattito politico italiano e non sempre a proposito.
“La visita dei sindacalisti della DGB, soprattutto in un momento così “caldo” come quello attuale nel nostro Paese, costituisce un’ulteriore occasione di confronto sulle diverse esperienze rispetto alla crisi che in Europa non sta colpendo tutti alla stessa maniera”, fa sapere la Cgil.
“Nel corso degli incontri che si svolgeranno in alcune significative realtà del territorio, si parlerà dei servizi pubblici colpiti dai tagli delle politiche di “austerity”, delle prospettive delle infrastrutture turistiche nel quadro della crisi, della contrattazione nazionale e aziendale nel settore industriale (nello specifico l’industria chimico-farmaceutica) e nel settore terziario privato (turismo e commercio) e pubblico. Con la Giunta della Camera di Commercio si parlerà anche di Jobs Act e mercato del lavoro, di ammortizzatori sociali in Italia e in Germania, di sistema delle relazioni sindacali, di politiche per il lavoro, di politiche contrattuali e salariali”.
Il 2 ottobre al mattino visita al nuovo DEA Azienda Sanitaria Romagna e incontro con Rsu e Fp CGIL Ausl Tema: “Ruolo della contrattazione nel comparto sanitario. L’esperienza dell’Ausl Romagna”.
Nel pomeriggio incontro con i rappresentanti della Camera di Commercio su “Le relazioni sindacali. Confronto con il modello tedesco”.
Venerdì 3 ottobre al mattino visita all’Industria Valpharma di Pennabilli e incontro con Rsu e Filctem CGIL Rimini (“La contrattazione integrativa nel settore chimico-farmaceutico”) e nel pomeriggio visita al Palacongressi e alla Fiera di Rimini e incontro con il Presidente dell’Ente Fiera Lorenzo Cagnoni. A seguire, incontro con la Rsu e la Filcams CGIL Rimini su “Ruolo delle infrastrutture nella tenuta del sistema turistico – quale contrattazione nel terziario dentro la crisi”, per finire sabato 4 ottobre con una visita alla città di Rimini.

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