Valmarecchia, il Pidino sale sul trenino

Valmarecchia, il Pidino sale sul trenino

Il candidato in Regione Pruccoli non si accontenta del ponte di Verucchio, mezzo riaperto, e promette il “treno sospeso” Rimini-Novafeltria. Ma, fatti due conti...

Riminesiduepuntozero, buongiorno.
Da domenica il ponte di Verucchio sarà riaperto a metà (e non per i camion). Al proposito, ieri sera avevamo scritto: «siamo strasicuri che la Sinistra non farà campagna elettorale con “il grande risultato in tempi record”». Neanche il tempo di gettare l’esca, che subito qualcuno abbocca. E’ Giorgio Pruccoli, il verucchiese del Partito democratico, candidato al consiglio regionale per Bonaccini, reduce dall’infortunio con l’Arma (ha definito un carabiniere “brutto ceffo” solo perché lo guardava in piazza a Villa sabato scorso).
«Un applauso. È quello che meritano il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, i tecnici e le ditte intervenute sull’opera» – leggiamo la dichiarazione di Pruccoli dal Resto del Carlino di stamattina – «è un grande, grandissimo risultato».
Strade e ponti della Provincia sono di competenza – appunto – della Provincia, che ha il preciso dovere di garantire ai cittadini (contribuenti) di poter liberamente circolare, scambiarsi merci e quant’altro. Secondo la mentalità del politico verucchiese, invece, il compagno di partito che fa semplicemente il suo dovere amministrativo (commissionare lavori pubblici pagati dai contribuenti) deve essere ringraziato e omaggiato, nel teatrino della campagna elettorale, spendendo aggettivi al grado superlativo.
Però attenzione: se ci fossero stati da parte degli enti competenti una normale pianificazione, dei normali controlli, una normale manutenzione ordinaria e straordinaria, il ponte oggi non sarebbe a rischio crollo, non avrebbe dovuto stare chiuso per un mese, non avrebbe bisogno di un intervento che si protrarrà ancora per vari mesi. Dunque, in questa storia, dov’è la buona amministrazione? Siamo sicuri che gli amministratori meritino un «applauso»?
Sempre Pruccoli, procedendo nella sua dichiarazione alla stampa, promette: «dal 27 gennaio – se sarò eletto consigliere regionale – lavorerò per la riapertura definitiva del ponte o per qualsiasi ipotesi di miglior utilizzo possibile, compresa una eventuale ricostruzione del ponte». Una conferma che questo benedetto ponte non se la passa affatto bene. Ma l’esponente del Pd raggiunge l’apice quando invita «a guardare in alto» e «verificare l’ipotesi più che suggestiva del “treno sospeso”»: «un collegamento del genere potrebbe risolvere due problemi, “scaricare” la viabilità leggera e dare un contributo deciso alla sostenibilità ambientale».
Facciamo due conti. Rimini-Novafeltria son 33 chilometri. Il Metromare – treno non sospeso, ma per terra – fa 9,7 chilometri da Rimini a Riccione, è costato 92 milioni di euro (più altri costi che si aggiungeranno), è stato realizzato in 25 anni (dal 1994, data del primo progetto, all’inaugurazione a fine 2019 – fonte): ciò significa che ha fatto 388 metri all’anno, costando una decina di milioni di euro per ogni chilometro.
Immaginiamoci quanto potrebbe costare il «trenino sospeso» del pidino, e quanti decenni ci vorrebbero per realizzarlo.

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