Via Bastioni Settentrionali: sarà (forse) ripristino. Ma con… 2mila euro!

Via Bastioni Settentrionali: sarà (forse) ripristino. Ma con… 2mila euro!

Abbiamo scartabellato fra i documenti ufficiali del progetto Tiberio, trovando stranezze e contraddizioni. Erano previsti la rimozione e il disfacimento del pavimento stradale di soli 8 anni fa, ma non la tempistica della rimessa in posa. Per la quale è stata stanziata una cifra ridicola.

Mentre si nota da parte di palazzo Garampi un glaciale silenzio (forse per imbarazzo?) sul nero asfalto di via Bastioni Settentrionali, proseguono le nostre ricerche sul caso.
Come spesso accade quando c’è di mezzo il Comune di Rimini, le ombre e la mancanza di chiarezza prevalgono sulla trasparenza.
La prima constatazione è questa: il pavimento stradale che aveva solo otto anni di vita, in materiale lapideo – parte del quale ottocentesco – è stato tolto di mezzo, fatto fuori, eliminato e non ricoperto dall’asfalto.
Lo si deduce sia dalle fotografie scattate in corso d’opera sia dalla previsione già contenuta nella mappa del progetto esecutivo deliberato dalla giunta Gnassi il 16 dicembre 2016.

«Pavimentazione esistente da rimuovere»: questa la lapidaria – è il caso di dirlo – prescrizione che abbiamo trovato nella Tavola F.1-5 – Fase di intervento 2 del Progetto Tiberio – Comparto 4 – Canale – 1° stralcio, progetto esecutivo, a firma del responsabile del procedimento arch. Daniele Fabbri.
Rimozione. Ma dopo?
Qui iniziano i problemi, i misteri, le reticenze dei documenti ufficiali.
Sempre scartabellando nei numerosi documenti allegati alla delibera di giunta del progetto esecutivo, abbiamo trovato la Tavola L2 – Capitolato speciale di appalto, documento anch’esso datato novembre 2016 come le altre tavole, nel quale si leggono a pagina 26 le seguenti prescrizioni:
«c) Disfacimento e rifacimento di pavimentazioni stradali:
Il disfacimento delle pavimentazioni stradali deve effettuarsi con tutte le più attente precauzioni in modo da interessare la minor superficie possibile e da non danneggiare la pavimentazione circostante. E’ fatto obbligo l’impiego di macchine fresatrici per il taglio della sede stradale.
I materiali che si vengono ricavando dal disfacimento potranno, dopo accurata selezione, essere reimpiegati nel ripristino, previo benestare della Direzione Lavori; la larghezza del disfacimento deve essere tenuta pari alla larghezza dello scavo, aumentata rispetto alla parete degli scavi stessi da ciascuna parte, di una distanza fissa, che sarà dimensionata in base alla profondità dello scavo.
Comunque i materiali residui inservibili verranno considerati come provenienti dagli scavi e seguiranno, la sorte dei medesimi. Per l’esecuzione dei rifacimenti saranno riportati in posto i materiali accantonati dai rifacimenti, giudicati idonei al loro impiego, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, con l’aggiunta dei materiali nuovi in sostituzione delle parti destinate a rifiuto.
Il rifacimento della pavimentazione consiste nella costruzione a nuovo a regola d’arte, del tipo di pavimentazione che era in atto prima della demolizione salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori. In determinate strade e dietro ordine scritto dalla Direzione Lavori potrà essere eseguito anche un rifacimento provvisorio della pavimentazione stradale, compensato a parte, quando il tempo necessario per l’assestamento del rinterro e per il conseguente rifacimento definitivo della pavimentazione possa provocare il deterioramento dei bordi della vecchia pavimentazione a causa del traffico.
»

Questa fotografia, scattata lo scorso giugno, mostra i lavori di rimozione del materiale lapideo, in parte ottocentesco

Parole, quelle del punto c) del Capitolato d’appalto, che sembrano chiaramente escludere l’eventualità di usare uno squallido asfalto per ricoprire la strada, cosa che invece è puntualmente avvenuta.

Un altro elemento tecnico si trova a p. 113: «dopo la rimozione della pavimentazione stradale dei Bastioni, che risulta essere stata posata “a colla”, si provvederà a ripulire la superficie di estradosso della sottostante soletta in c.c.a. per consentire l’esecuzione del rilievo della posizione e del diametro delle armature della soletta stessa, attraverso l’utilizzo di idoneo PACOMETRO» eccetera.

Detto questo, non si capisce (o almeno, noi profani non ne troviamo il riscontro scritto) quando avrebbe dovuto avvenire il «ripristino»: se ripristino deve essere, perché non è stato fatto contestualmente alla fine dei lavori della passerella? e quando sarà fatto? occorreranno altri progetti, altre gare, altri contratti d’appalto?
Un’altra stranezza sta nel fatto che il cronoprogramma del progetto esecutivo prevedeva i lavori in via Bastioni Settentrionali nelle prime due settimane di tempo. Quindi da questo documento pare che fin dall’inizio il ripristino – per forza di cose successivo alla fase di montaggio della passerella – non fosse progettato o previsto nei dettagli, benché se ne parlasse nel Capitolato.

E non è tutto. Un’altra stranezza sta nel seguito.
Nell’aprile 2017 l’ennesima determina firmata dal dirigente arch. Fabbri mette nero su bianco il “quadro economico a seguito aggiudicazione” dell’opera, per un costo totale che – con una variante del dicembre scorso – lieviterà fino a 950mila euro. Fra i costi dei lavori, nel quadro delle «somme a disposizione», leggiamo: «somme per ripristino pavimentazione in pietra di Via Bastioni 2.000,00 euro».

Ecco trovata la traccia che cercavamo: la pavimentazione in pietra, oggi sostituita da una striscia di asfalto nero – con buona pace del sindaco Andrea Gnassi che promise di «liberare il centro da sculture di cemento, asfalto e auto» – deve essere ripristinata.

Il punto è un altro: nell’area dell’invaso del ponte di Tiberio i lavori del 2009 erano costati 2,3 milioni, e fra questi la famosa pavimentazione contribuiva alla spesa per alcune decine di migliaia di euro. Ora che il selciato è stato rimosso, come si fa a ripristinarlo con 2mila euro?

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