Ogni giorno questo tratto di strada si trasforma in un ritrovo molto particolare, fra bottiglie e venditori.
Evidentemente il “club” non ha particolari regole di affiliazione quali – ad esempio – il venire presentato da soci già titolari in caso di richiesta di adesione, o altre rigide procedure, ma la sola condizione è quella di possedere ciò che sembra l’oggetto del sodalizio: la bottiglia. Che può contenere un liquido che varia dalla gradazione minima di una birra in su. E c’è pure qualche passante che lascia qualche spicciolo, trasformato quanto prima nell’acquisto di nuove bevande.
Non è proprio un bel vedere per chi transita in zona, turista che sia o residente, specie se accompagnati da minori. E non si tratta di essere “benpensanti”, ma di pretendere un decoro cittadino minimale. Tanto più se il quadretto descritto va in scena in quell’area limitrofa ai ruderi dell’ex convento di San Francesco, già di per sé protagonisti di una immagine di abbandono, che spazia da un camminamento pubblico lercio e trasandato, a quel che resta delle aiuole (!), il tutto nelle vicinanze del Tempio Malatestiano in cui, se la memoria non inganna, tempo fa l’amministrazione comunale si indignò per avere visto alcune auto parcheggiate dinnanzi a quel monumento. Fra l’altro ciò accade nei pressi di un istituto educativo per l’infanzia, ma non si tratta del CEIS, perché in quel caso…
Il tutto si amplia e si completa con la cornice dell’incuria che avvolge l’area del Mercato coperto, in cui svolgono quotidiane ed indisturbate attività parcheggiatori, venditori abusivi e questuanti molesti.
Corre voce che, in vista delle prossime elezioni amministrative cittadine, qualcuno, nella maggioranza, stia studiando da sindaco. Beh, non sembra che stia traendo grandi benefici da quegli studi, date situazioni come queste ed altre che accadono in città, considerando che, come è noto, poi vi sono sempre gli esami da superare.
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