Votare il bilancio e sentire odore di cambio politico a palazzo Garampi

Votare il bilancio e sentire odore di cambio politico a palazzo Garampi

Alla fine il consuntivo 2019 di palazzo Garampi supera, con fatica, l'esame. Ma restano diversi campanelli d'allarme. Il rappresentante di Obiettivo civico, Luigi Camporesi, ricorda che i primi scricchiolii nella società di gestione dell'aeroporto cominciarono quando i revisori dei conti decisero di vederci chiaro. "C'è nell'aria un possibile cambio di colore dell'amministrazione l'anno prossimo?"

“Io chiedo scusa, sarò tonto, ma non ho ancora capito se questa delibera di giunta i signori consiglieri ce l’hanno in mano. Tra l’altro il vostro segretario generale la conosce bene, l’assessore la conosce bene, non capisco perché devo essere io a menzionare un atto della giunta. Sono veramente basito di questa situazione”. Il presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Rimini, Andrea Amaini, dopo aver rivolto sostanzialmente la stessa domanda altre due volte nel penultimo consiglio comunale, senza mai ricevere risposta, ha perso la pazienza. E d’altra parte sono mesi che la perde nei confronti del Comune. A complicare il tutto c’è anche la seduta in videoconferenza, che rende difficile lo svolgimento dei lavori, allunga i tempi e la tecnologia adottata si sta dimostrando abbastanza lacunosa (spesso negli interventi si perdono dei “colpi”).
All’ordine del giorno del consiglio comunale dell’11 giugno non c’era un argomento qualunque, ma il bilancio consuntivo 2019 di palazzo Garampi, che i revisori avevano smontato pezzo a pezzo e, circa un mese fa, clamorosamente “bocciato“. I “ripetenti” della giunta Gnassi, anziché farsi trovare pronti all’esame di recupero, ne hanno combinata un’altra: quel consiglio comunale si è dovuto concludere con un rinvio perché ai consiglieri non era stata consegnata una parte fondamentale della documentazione. Quasi 5 ore di consiglio comunale per non approdare a nulla.
Si era partiti con l’assessore Brasini che aveva introdotto i lavori e tracciato un quadro idilliaco dei conti comunali e della trasparenza in questa materia. Il sindaco assente, come capita molto spesso. Il gruppo di maggioranza silente, tranne un suo rappresentante, Mirco Muratori (Patto civico Italia viva), costretto a trovarsi “stranamente d’accordo” con il consigliere della Lega Matteo Zoccarato, il quale aveva poco prima svelato il busillis: “il parere integrativo dei revisori ci è stato trasmesso oggi alle 13.05 e diversi consiglieri non l’hanno letto, senza contare che aveva molti allegati e dunque non c’era materialmente il tempo per farlo”. Il consiglio era stato convocato alle 17.45.

Cosa è successo? I revisori dei conti dopo aver rilevato a metà maggio una marea di falle sul rendiconto, hanno poi modificato il parere, esprimendo “giudizio positivo” per l’approvazione del rendiconto 2019: “con riserva per quanto attiene la posta ammortamenti immobilizzazioni immateriali, che trattandosi di un elemento inerente la contabilità economico-patrimoniale, viene espresso nel Rendiconto a titolo meramente conoscitivo, sul quale il Collegio effettuerà i dovuti approfondimenti nel proseguo della propria attivitàcon eccezioni, che tuttavia a parere di questo Collegio non si ritengono tali da alterare in modo significativo le risultanze del rendiconto, per quanto attiene le poste: a)  riaccertamento ordinario della gestione residui attivi e passivi, anche in funzione delle attività che l’Ente dovrà predisporre in occasione della salvaguardia degli equilibri di bilancio e assestamento generale ex art. 193 TUEL entro il 31/07/2020; b)  fondo rischi contenzioso, come già evidenziato nella nostra Relazione del 13/05/2020. Con il presente parere il Collegio ritiene altresì superati i vincoli proposti in precedenza sull’avanzo libero 2019″.

Questo giudizio positivo è basato su varie interlocuzioni avvenute fra revisori e amministrazione comunale dal 14 maggio in avanti, ma soprattutto sulla delibera di giunta n. 146 del 9 giugno, che riporta la relazione “Rendiconto della gestione anno 2019: relazione sulla gestione. Integrazioni” a firma del direttore generale Luca Uguccioni. Ecco, questa delibera di giunta è stata pubblicata sull’albo pretorio del Comune di Rimini lo stesso giorno in cui si è tenuto il consiglio comunale, ma non è stata recapitata ai consiglieri insieme alla documentazione necessaria per poter esprimere un voto sul rendiconto della gestione relativa all’esercizio 2019. “E’ allucinante questo modo di procedere, è stato tutto stravolto, è una vergogna”, è stato il commento di Gioenzo Renzi di Fratelli d’Italia.

Il voto positivo dei revisori lascia sul campo numerosi punti interrogativi, anche a seguito dell’ultimo consiglio comunale del 18 giugno, che ha approvato il rendiconto coi voti, nemmeno tutti, della maggioranza. Le caselle dei rapporti con gli organismi partecipati sono andate al loro posto, ma non del tutto, dopo che il collegio ha strigliato “l’inerzia da parte di alcuni degli organi di revisione degli enti strumentali e delle società controllate e partecipate“, procedendo alla “riconciliazione delle partite debitorie e creditorie”.

Fra i “varchi” che restano aperti sul bilancio c’è la verifica dei debiti e crediti degli organismi partecipati per l’anno 2019. Amr società consortile ha fornito dati non asseverati (lo farà dopo l’approvazione del suo bilancio). Per Lepida esiste una differenza fra credito e debito di circa 5.900 euro, invece Pmr vanta un credito per € 88.611,50 nei confronti del Comune. Nella asseverazione di Anthea “sono indicate partite finanziarie non corrispondenti”, “per quanto riguarda le fatture da emettere di competenza dell’anno 2019, il totale risultante al Comune di Rimini è di € 1.420.771,24 e non di € 1.420.921,24, (non risulta mai pervenuta la fattura di € 150,00 e non risulta nella contabilità dell’Ente un debito per tale importo); per quanto riguarda il totale delle Note di credito da emettere il totale risultante al Comune è di € 438.992,67 e non di € 455.659,34 per quanto riguarda l’importo di € 3.004,06, nella contabilità dell’Ente non sono inseriti debiti per la tipologia di spesa indicata”. La società Start Romagna non ha inviato dati asseverati (“richiesta inviata il 19/02/2020 prot. n. 51111, successivo sollecito prot. nr. 69679 del 06.03.2020 ed ulteriore sollecito prot. 105509 del 29/04/20”). Il Consorzio Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini “non ha fornito dati”, così come la Fondazione I.T.S. (Istituto Tecnico Superiore) Turismo e Benessere e idem per l’Associazione Teatrale Emilia-Romagna (A.T.E.R.).

Sembrano passate in cavalleria le critiche svolte dai revisori laddove hanno denunciato di essere stati lasciati senza “la dotazione di strumentazione idonea allo svolgimento dell’incarico” o di avere ricevuto con mesi di ritardo la documentazione sulla transazione “Spina Verde“.

La risposta molto sintetica del segretario comunale sul tema “Spina Verde”

E che fine ha fatto la querelle sulla mancata comunicazione al Collegio delle convocazioni del consiglio comunale, che i revisori avevano definito “estremamente gravi e tali da mettere in discussione il rapporto collaborativo con il Consiglio Comunale al quale sicuramente è stato sottaciuto quanto sopra affermato”?

Che fine ha fatto tutta la documentazione richiesta dai revisori sui progetti finanziati dal Fondo Europeo POR FESR 2014-2020 – Asse 6 – azioni 2.3.1 e 6.7.2 (laboratorio aperto Ponte di Tiberio)? 

C’è poi la delicata questione dei dichiarativi inviati dagli uffici comunali. Così si leggeva nella relazione dei revisori del 13 maggio 2020: “Il Collegio evidenzia tra l’altro che i dichiarativi inviati contengono sicuramente attestazioni false quali ad esempio la comunicazione all’Agenzia delle Entrate secondo la quale i modelli presso l’Ente sono regolarmente firmati, il che non corrisponde al vero. Il Presidente del Collegio non ha mai firmato la suddetta dichiarazione, anche di questo grave fatto, se confermato, si provvederà ad informare gli enti preposti nonché ad assumere tutte le iniziative legali a tutela del Presidente del Collegio”. Un fatto grave, ma i revisori si sono “ammorbiditi”. Il segretario comunale ha risposto che non si sarebbe trattato di “attestazioni false”, ma invece “gli Uffici della Contabilità del Personale, cui è affidato il compito di trasmettere il modello 770 all’Agenzia delle Entrate, hanno erroneamente riportato nel riquadro del modello il codice fiscale del Presidente del Collegio, come se questi avesse firmato il modello stesso. Più che di una falsa attestazione, pare più ragionevole ritenere che si sia trattato di un errore materiale, originato dalla prassi, sempre seguita in precedenza dagli Uffici comunali (e, a quanto consta attualmente seguita anche da praticamente tutti i Comuni limitrofi), che, con tutti i precedenti Collegi, acquisivano sempre la firma del Presidente”. Come è stato risolto il problema? Inviando all’Agenzia delle Entrate un modello 770 integrativo corretto, che non contiene più i riferimenti al codice fiscale del presidente del Collegio. In consiglio comunale il dirigente Bellini ha calcato la mano sull’errore degli uffici: “è stato un errore commesso dagli uffici che talvolta operano un po’ in automatico, con degli automatismi, perché tutti i precedenti presidenti dei revisori dei conti firmavano insieme al sindaco il modello 770″.

E’ la prima volta che gli amministratori comunali di Rimini si trovano ad inciampare rovinosamente nel giudizio dei revisori. “Viene certificata una gestione sbagliata della cosa pubblica, che noi il prossimo anno ci incaricheremo di rimediare”, ha detto il capogruppo di Forza Italia Carlo Rufo Spina giovedì scorso in consiglio al momento della dichiarazione di voto, ovviamente negativo.

Per l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini “anche il rendiconto di gestione 2019 è in continuità con il percorso seguito in questi anni di mandato, poggiandosi su pilastri quali contrazione del debito, la priorità al welfare al sociale, il contrasto all’evasione fiscale quale strumento per garantire equità e salvaguardare i servizi, oltre a investire in opere strategiche per lo sviluppo del territorio. Un rendiconto sano, che ha avuto il parere favorevole del Collegio dei Revisori, che hanno accolto le osservazioni puntuali e circostanziate che i nostri uffici (che ringrazio per il grande lavoro) hanno presentato per chiarire i rilievi mossi in precedenza. Poggiando su queste basi oggi possiamo contare su un bilancio che ha una struttura solida, indispensabile per affrontare questa nuova fase post-Covid che porta con sé numerose incognite. A fronte di entrate in drastico calo e le poche certezze in termini di risorse che arrivano dal Governo centrale, l’Amministrazione è comunque chiamata ad uno sforzo eccezionale, per continuare a garantire un alto livello di servizi ai cittadini e per mettere le imprese del territorio nelle condizioni di ripartire”.

Di parere molto diverso Mario Erbetta di Rinascita civica: “Vi aspetto al prossimo bilancio, i nodi verranno tutti al pettine, e il sindaco che entrerà dovrà fare una revisione preventiva per verificare la veridicità dei bilanci”. Invece Luigi Camporesi di Obiettivo Civico ha evocato “le possibili similitudini” col “disastro del fallimento di Aeradria, che ha avuto effetti nefasti sull’industria turistica riminese”. Almeno formalmente, ha aggiunto, “il caso Aeradria scoppia nel momento in cui l’ex consigliere Carla Franchini (M5S, ndr) legge in consiglio comunale il parere sul bilancio dei revisori dei conti di Aeradria, i quali l’anno dopo, stranamente, casualmente, vanno a chiedere conto agli amministratori dei vari crediti e debiti, cioè di esibire fatture, giustificativi…, un po’ come hanno fatto i revisori del Comune di Rimini, i quali chissà perché hanno deciso di andare a chiedere documentazione e verificare che effettivamente alle cifre riportate corrispondano valori dare-avere effettivi. Magari è perché si sente odore di novità? Si sente nell’aria un possibile cambio di colore dell’amministrazione l’anno prossimo? I revisori dei conti rispondono penalmente del loro operato e magari, esattamente come hanno fatto i revisori di Aeradria, ad un certo punto decidono di vederci chiaro. Vedremo l’anno prossimo…”.

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