Voto: qualche numero per provare a capirci qualcosa

Voto: qualche numero per provare a capirci qualcosa

I risultati dei partiti negli ultimi anni mostrano interessanti evoluzioni sulla piazza riminese. Il dato più importante per illuminare il risultato sarà quello dell’affluenza. Occhio anche all’inflazione e al costo della vita che incideranno pesantemente nell'urna. Funzionerà la proposta del “terzo polo”? E’ stato decisivo nelle ultime elezioni comunali, ma la logica di questo voto appare “bipolare”. Piccola considerazione politica finale, con consiglio di cimentarsi in un’ardua lettura.

La scrittura rende visibile e tramandabile il pensiero. I numeri e i grafici rendono visibili le strutture.
I numeri sono ritenuti, a torto, più noiosi delle parole (entrambi in realtà sono divertentissimi, ma siamo poco abituati a giocarci e a smontarli e rimontarli).
Numeri e grafici, pur tediosi, però possono aiutarci a ragionare su singoli fenomeni.
Un fenomeno assai particolare è la politica. Un fenomeno anche questo divertente (quando non fa danni) e spesso ridicolo.

Nella tabella sovrastante si può ricavare una storia elettorale dei principali partiti nella città di Rimini negli ultimi 11 anni. Il che serve a fare piazza pulita di molti luoghi comuni e potrebbe aiutarci a capire come andranno le prossime elezioni. Cosa si deduce da questi numeri?

Affluenza. I dati dell’affluenza sono in continuo calo. Alle elezioni politiche, di norma, aumenta il numero dei votanti. La regola empirica ci dice che il basso numero di votanti favorisce il centrosinistra, l’alto numero di votanti il centrodestra. Per quel che riguarda Rimini, ad esempio, il basso numero di votanti ha garantito la vittoria dei candidati del centrosinistra al primo turno nelle ultime due elezioni Comunali. L’alto numero di votanti ha favorito il “terremoto” politico del 2018. La cosa può essere giudicata in maniera opposta. Il Pd afferma di avere un elettorato più educato politicamente e civicamente, che si reca regolarmente a votare. Il centrodestra dice invece che il Pd ha creato un sistema di potere dove lo “zoccolo duro” dei “clientes” vota sempre non per motivi ideali, ma di più prosaica pagnotta.

Partito Democratico e sinistra. Se si esclude il boom delle Europee 2014 (Renzi leader) e il disastro delle Regionali 2014 (vicenda rimborsi / dimissioni Errani / prima elezione di Bonaccini), si nota come il Pd possa contare su una base che vale più o meno 20mila voti. Questa base si sta erodendo lentamente col tempo. Nelle ultime comunali gli elettori Pd sono stati poco più di 16mila e per l’elezione di Jamil Sadegholvaad è stato fondamentale il contributo delle liste civiche (quasi 13mila voti). Le civiche furono importanti anche per le elezioni di Gnassi. Il principale assillo del Pd, in vista di queste elezioni, è capire se questi “civici”, molto sensibili anche alle proposte di Renzi e Calenda, migreranno verso il “Terzo polo” oppure voteranno Partito Democratico.

Terzo polo (Calenda-Renzi). Una novità che vuole pescare voti sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Con Renzi il Pd a Rimini ha raggiunto un risultato eclatante. Calenda sta cercando di raccogliere consensi nell’area civica centrista che si sposta tra i due schieramenti. La logica di queste elezioni è però bipolare (destra/sinistra). I sondaggi per ora parlano di un risultato non eclatante. Sotto il 10% è un fallimento, dal 10 percento in su sarà un successo.

Centrodestra. Rimini è sociologicamente una città di centrodestra. Già in passato le varie compagini e sigle di queste area hanno ottenuto risultati positivi, sempre però nelle elezioni politiche ed europee, mai alle Comunali. Nelle penultime elezioni (dalle Politiche 2018 alle Regionali 2020) il raggruppamento ha avuto dai 25mila ai 31mila votanti. Poi è crollato nelle ultime comunali che, come detto, rappresentano un voto particolare. All’interno del centrodestra cambiano sempre i rapporti di forza. Dal 1994 al 2011 è stato trainante Berlusconi, dal 2014 è cominciata l’ascesa della Lega che sembra essersi arrestata, anche se gli ultimi sondaggi la danno in leggera risalita. Dal 2018 ha cominciato a raccogliere sempre più consensi Fratelli d’Italia che, stando ai sondaggi e a quanto “si annusa in giro”, dovrebbe raccogliere un risultato molto importante. Già nelle ultime elezioni comunali Fratelli d’Italia ha superato, pur di pochi voti, la Lega.

Movimento Cinque Stelle. Rimini è stata una delle piazze dove si è manifestata da subito la potenza deflagrante dei “grillini”. I risultati sono stati eclatanti. Secondo partito nelle politiche del 2013, primo partito nelle politiche del 2018 con 23.776 voti. Solo il Pd nel 2013 e soprattutto nelle Europee del 2014 ha saputo raccogliere più voti. Poi è iniziato un declino che appare inarrestabile. Alle ultime Comunali i voti sono stati 1.500. Troppo lunga la discussione sul perché e percome di questa incredibile parabola. Fanno testo le parole di Beppe Grillo sul “movimento biodegradabile”. Difficile prevedere resurrezioni.

Altri numeri da tener d’occhio. Più aumenta l’inflazione, peggio sarà la situazione economica e geopolitica complessiva, più voti prenderà Forza Italia (e forse la Lega). Sarebbe divertente scrivere un’equazione che metta in rapporto l’aumento del costo della vita con l’aumento dei voti del partito di Giorgia Meloni. I dati economici poi creeranno enormi problemi al nuovo governo, ma questa è un’altra storia.

Nota metodologica. Questi numeri sono stati raccolti nel tempo da varie fonti e non rappresentano un testo sacro, ma il lavoro di un giornalista e non di uno statistico per cercare di capirci qualcosa oltre ai discorsi da bar (che spesso comunque sono di notevole spessore). Non vengono usate le percentuali, che non aiutano a comprendere i fenomeni, ma il numero dei votanti per i singoli partiti, dato più significativo e quasi mai mostrato ai cittadini.
Il voto della provincia di Rimini e di conseguenza della città di Rimini sarà decisivo solo per il collegio uninomale della Camera. Negli altri casi parliamo di collegi molto vasti che comprendono, a seconda dei casi, anche Ferrara e Bologna. Ciò complica ulteriormente le cose.

Una considerazione politica. Nel tempo il Pd e i partiti della sinistra sono diventati espressioni dei ceti sociali che in passato erano collegati alla destra. Il fenomeno opposto è che il centrodestra sta sempre più rappresentando ceti storicamente di “sinistra”. In termini marxiani la grande borghesia vota sinistra, il proletariato e la piccola borghesia a destra. Come è stato possibile?
Una risposta è contenuta ne “Il tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler – proprio cent’anni fa uscì la prima edizione completa – dove viene espressa con chiarezza la differenza tra la “Kultur” e la “Zivilisation”. Ma questa è roba difficile, dovete averne proprio voglia.

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