Zanza, la toppa della Diocesi peggio del buco: oggi in prima pagina

Zanza, la toppa della Diocesi peggio del buco: oggi in prima pagina

Ai tempi della misericordia venduta a buon mercato la chiesa di Francesco scivola sul funerale di Maurizio Zanfanti. Il caso tiene banco non solo sulla stampa di Rimini ma anche su quella nazionale, che oggi regala tre titoli (La Verità, Libero e il Giornale) sulla vicenda. Mentre la smania per l'inaugurazione del Galli vola alle stelle, in zona stazione chi va a ritirare l'auto nel parcheggio rischia la vita.

La Diocesi: «Mai negata la Chiesa a Zanfanti» (Corriere di Rimini). «Mio figlio meritava i funerali in parrocchia» (Carlino Rimini). Com’era ben prevedibile, Maurizio Zanfanti anche oggi tiene con onore la prima pagina dei quotidiani, non solo locali. “Gli piacevano le donne: funerale vietato a Zanza” (“chissà se la chiesa si comporterà così anche con il cardinale gay”), titola La Verità un pezzo di Giorgio Gandola. Commenta anche Filippo Facci su Libero: “Il prete manda Zanza al diavolo”. E sul Giornale (Stefano Zurlo) “Il funerale negato a Zanza più osceno dei suoi peccati”.

Manuel Spadazzi ha intervistato la madre di Zanza, che dice: «Ho un grande vuoto dentro, Mauro mi manca da morire. E questa storia del funerale… no, proprio non mi va giù». Poi racconta i fatti all’origine del clamore mediatico (questo sì creato improvvidamente dal parroco, come fa notare il Corriere di Rimini: il caso è stato ampiamente trattato ieri anche da Giuseppe Cruciani alla “Zanzara”, ed ha fra l’altro annunciato che forse oggi sarà al cimitero di Rimini per seguire la cerimonia) e a proposito dei funerali in forma privata proposti alla famiglia, aggiunge: «…non era quello che volevamo. E’ giusto che venga celebrata la messa, che Mauro abbia un funerale come tutti gli altri. Non ha fatto nulla di male nella sua vita, anzi.. (Teresa si ferma un attimo e piange) era un ragazzo d’oro. Mio figlio ha aiutato moltissime persone, ha fatto più lui di certi preti. Ha trovato un lavoro e una casa a tanti, se qualcuno gli chiedeva soldi perché era in difficoltà lui non diceva mai di no. Anzi, a volte era lui ad allungare i soldi a chi aveva bisogno, prima ancora che gli venisse chiesto. Adesso si parla soltanto delle tante donne che ha avuto, ma Mauro era davvero una persona generosa. E buona». E a don Masi cosa vorrebbe dire, domanda Spadazzi? «Che se avesse conosciuto mio figlio, probabilmente non si sarebbe comportato così e avrebbe celebrato il funerale alla chiesa di Regina Pacis, come era giusto».
Addirittura c’è chi pensa – come l’associazione Ufficio mobile consumatori – “a chiarire la vicenda e le responsabilità in quanto negare la celebrazione di un funerale costituisce un fatto grave e lesivo all’immagine del defunto e non solo” (Corriere di Rimini).
E Maurizio Melucci si dice “senza parole” anche perché “ha fatto più promozione Zanza per la riviera che decine di campagne di Enit e Apt”.

Ai tempi della misericordia venduta a buon mercato e della accoglienza verso tutti, del dialogo col Gay Pride e di tante altre aperture che arrivano a picconare l’ortodossia, la chiesa di Francesco (scegliete voi quale) scivola su Zanza. A quanto risulta a Rimini 2.0 anche diversi preti diocesani hanno trovato inspiegabile il “no” alla celebrazione del funerale nella chiesa di Regina Pacis, così come la toppa che ha cercato di riparare il buco. Senza riuscirsi.

Le altre notizie che occhieggiano dalle prime sono: il ritorno all’università della prof, Luisa Stracqualursi, “salvata dall’affetto dei suoi ragazzi” (Carlino), la morte del bambino di 10 anni colpito da un attacco d’asma, donati 600mila euro per il teatro Galli, “foto a studentesse: prof segnalato a polizia e procura” e 40enne pestato e rapinato alla stazione. Il fatto porta a galla la situazione di insicurezza che regna nella zona soprattutto quando scende la notte. Il quarantenne aveva lasciato l’auto nel parcheggio custodito della stazione, appunto, di sera “controllato” da loschi figuri che lì spadroneggiano indisturbati: “All’improvviso si è trovato accerchiato da quattro persone. Il quarantenne ha tentato di allungare il passo temendo che il gruppetto potesse fargli del male, ma nel giro di pochi istanti è stato sopraffatto. In tre lo hanno bloccato e poi hanno iniziato a pestarlo, minacciandolo” (Carlino). Gli hanno portato via il trolley, la vittima ha chiamato le forze dell’ordine ed è stato accompagnato al pronto soccorso.

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