Hera nel mirino del Garante: carta canta

Hera nel mirino del Garante: carta canta

In provincia di Rimini nello stesso anno, carta e cartone hanno raggiunto il 23,37% (circa 36 tonnellate) della intera raccolta differenziata, superiore a tutte le altre tipologie di materiali (anche della frazione organica umida). Ma siamo sicuri che tanto senso civico e ambientale produca anche dei benefici per le tasche dei cittadini?

Una notiziona, passata sotto silenzio praticamente quasi da tutti. Con una interrogazione a risposta immediata, il consigliere regionale dell’Idv, Sandro Mandini, ha sollevato un tema assai ingombrante non solo per Hera ma anche per tutte le amministrazioni locali che ad essa affidano i ben noti servizi: “A seguito di alcune ispezioni effettuate dai funzionari dell’Antitrust insieme al Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, si ipotizza che le tre società Hera, Hera Ambiente e Akron – tutte appartenenti allo stesso gruppo societario Hera S.p.A. – possano aver messo in atto comportamenti in grado di alterare la concorrenza attraverso il meccanismo di conferimento dei rifiuti cellulosici derivanti dalla raccolta di rifiuti solidi urbani”. Praticamente si parla di riciclo della carta. Nel 2011 sono state raccolte in Italia 3,04 milioni di tonnellate di carta e cartone pari a 50,6 kg di media procapite e l’Emilia Romagna detiene la leadership nazionale con 85,8 kg/abitante. In provincia di Rimini nello stesso anno, carta e cartone hanno raggiunto il 23,37% (circa 36 tonnellate) della intera raccolta differenziata, superiore a tutte le altre tipologie di materiali (anche della frazione organica umida). Ma siamo sicuri che tanto senso civico e ambientale produca anche dei benefici per le tasche dei cittadini?
Secondo Mandini, che si fa forte di una indagine compiuta dal Garante della concorrenza e del mercato, per chi paga Tarsu e Tia benefici non ce ne sarebbero stati. Anzi. Incalzata dalla interrogazione, la Regione Emilia Romagna promette adesso una vigilanza più stringente.
Ma andiamo con ordine. Non è la prima volta che il Gruppo Hera finisce nel mirino del Garante. Se il caso Akron è al vaglio dal 5 dicembre dello scorso anno, e si attende quindi la chiusura del procedimento, altri due sono ormai alle spalle: uno riguarda sempre una problematica di abuso di posizione dominante, ma nel settore della energia elettrica e del gas (sollevata da Sorgenia) e chiusa nel 2010 con l’accettazione di precisi impegni da parte di Hera, a conferma delle criticità evidenziate dal Garante. L’altro risale al 2007 ed ha a che fare con la mancata comunicazione preventiva, da parte di Hera (Pesaro), dell’acquisizione del controllo di ASPES Multiservizi S.p.A. Si è chiusa senza avvio di istruttoria ma con una sanzione di 5 mila euro, che sicuramente non avrà messo in crisi le finanze di Hera.

Il business del riciclo della carta ha inciso sulla Tarsu/Tia pagata dai cittadini?
Fa notare il consigliere regionale dell’Italia dei Valori, che “i comportamenti delle tre società – Hera spa, Hera Ambiente spa e Akron spa – potrebbero avere effetti anche nel mercato a monte della raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani, in quanto è ipotizzabile che questo sistema possa aver determinato un livello eccessivamente elevato della TARSU/TIA, cioè del corrispettivo del servizio di igiene urbana; i prezzi inferiori praticati ad Akron si tradurrebbero infatti in ricavi inferiori per Hera e, di conseguenza, in oneri maggiori a carico dei cittadini che devono pagare il predetto servizio di igiene urbana; l’antitrust ha avviato una istruttoria nei confronti di Hera, Hera ambiente e Akron per possibile abuso di posizione dominante; tale provvedimento è stato notificato il 13 dicembre 2012 alle parti nel corso di alcune ispezioni effettuate con la collaborazione del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza”. Da qui la domanda delle cento pistole: se quanto emerso si rivelerà fondato, a seguito della istruttoria del Garante, “quali misure precauzionali la Giunta intende attivare a tutela degli abitanti nel caso si rilevasse una maggiore tariffazione dovuta al non perseguimento delle logiche di mercato? Atersir, tramite i propri organi preposti, ha svolto in modo efficace le funzioni attribuitegli dalla legge Regionale n°23 del 2011?”

Che fa Atersir, Agenzia regionale di controllo?
Atersir è l’Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e i rifiuti che fra le proprie funzioni ha anche quella di provvedere al monitoraggio e alla valutazione, tenendo conto della qualità ed entità del servizio reso in rapporto ai costi, sull’andamento delle tariffe all’utenza deliberate dai Consigli locali ed all’eventuale proposta di modifica e aggiornamento. Dovrebbe essere un controllore. Presidente dell’Agenzia è il sindaco di Bologna, Virginio Merola e del consiglio fa anche parte il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali.
Mandini si dice “soddisfatto dalla risposta ottenuta ieri in apertura di assemblea regionale dal sottosegretario Bertelli”. E definisce “decisamente interessante l’anticipazione di Bertelli sul fatto che, indicativamente nell’arco del 2014, la Giunta Regionale svilupperà ed approverà una direttiva che permetta il controllo delle fatturazioni “intercompany”, ossia facenti capo alla stessa società. Grande e concreto passo avanti per l’individuazione di eventuali scatole cinesi tutte a scapito dei cittadini, sulla questione sempre più spinosa dei sub-appalti, presenti in questi giorni nelle cronache con casi eclatanti. La novità importante che più mi ha favorevolmente colpito, è la dichiarazione messa agli atti, che nel caso le ipotesi dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato si rivelassero fondate, l’Ente Regione valuterà l’adozione di proprie azioni legali nei confronti di HERA e delle sue società coinvolte”. Finalmente, conclude Mandini, “la politica dà un segnale concreto di tutela nei confronti dei cittadini a cospetto di noti poteri forti, che ogni tanto sarebbe opportuno ricordare, sono e rimangono a maggioranza pubblica”.
Un segnale che arriva molto in ritardo e “spinto” da causa di forza maggiore, ma che comunque arriva. “Ritengo assolutamente coerente che nel caso si accertasse la fondatezza dell’istruttoria”, chiosa Mandini, “tutti gli enti pubblici che hanno quote di HERA, si adoperino all’unisono per richiederne la rimozione dei vertici, che a quel punto sarebbe perlomeno ironico si dichiarassero estranei ai fatti”.

La Regione promette una direttiva
Alfredo Bertelli – sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia Romagna – spiega in effetti, nella risposta alla interrogazione, che “situazioni come quelle ipotizzate dall’istruttoria dell’Antitrust sono di difficile controllo da parte delle autorità di regolazione, per il nostro territorio ATERSIR, in quanto avvengono in gran parte al di fuori del perimetro di servizio pubblico coinvolgendo soggetti che operano sul libero mercato e pertanto non sottoposti a rendicontazione”. Ma assicura che “la Giunta intende nel corso del 2014 sviluppare ed approvare una direttiva, ai sensi della L.R. n. 23 del 2011, relativa al controllo ed al riconoscimento delle cosiddette fatturazioni “intercompany” che coinvolgano società concessionarie dei servizi pubblici ambientali. Tale normativa, pur non variando il perimetro di servizio pubblico, permetterebbe ad ATERSIR il controllo delle fatturazioni tra società dello stesso gruppo quando queste coinvolgano direttamente o indirettamente una società concessionaria di servizio, in tal modo diventerebbe possibile tracciare le operazioni oltre il primo passaggio rendendo più agevole l’individuazione di possibili situazioni come quella ipolizzata dall’Antitrust o di altre possibili operazioni volte ad alterare i meccanismi della concorrenza ed aventi riflessi sulle tariffe”. E conclude: “Nel caso l’istruttoria Antitrust evidenziasse, in conseguenza dei comportamenti oggetto di indagine, una maggiore tariffazione rispetto a quella che si sarebbe avuta, sarà compito di ATERSIR individuare su quali bacini tariffari e con quali entità si sia verificata tale situazione e provvedere al recupero dei costi non dovuti adottando i provvedimenti regolatori più opportuni ed eventualmente ricorrendo alla costituzione in giudizio. ln una tale eventualità la Regione valuterà l’opportunità di affiancare ATERSIR, che, si ricorda, è un soggetto indipendente dalla Regione, o di adottare proprie azioni legali”.

L’istruttoria Agcm
Tutto nasce dalla segnalazione pervenuta alla Autorità garante della concorrenza e del mercato, da una società che si occupa di recupero della carta. Secondo l’esposto Hera avrebbe conferito ad Akron i rifiuti cellulosici provenienti da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani effettuata nei Comuni in cui HERA è il gestore monopolista. “Tale conferimento sarebbe avvenuto, almeno per l’anno 2012-2013, senza espletamento di una procedura equa, trasparente e non discriminatoria tra gli operatori potenzialmente interessati nel mercato a valle del recupero dei rifiuti cellulosici”, portando “all’assegnazione dei rifiuti ad Akron ad un prezzo inferiore” a quello offerto dalla società che si è rivolta all’Agcm, “con effetti pregiudizievoli per i cittadini-utenti che pagano al Comune la TARSU/TIA”. Non solo. Secondo il denunciante, “il gruppo HERA starebbe mettendo in atto una strategia volta ad escludere i concorrenti dalla vendita di macero alle cartiere, attraverso una riduzione dei rifiuti cellulosici per essi disponibile, anche mediante l’offerta di prezzi particolarmente elevati per l’acquisto di tali rifiuti nel mercato dei rifiuti speciali”.
L’istruttoria di Agcm è molto dettagliata. Permette così anche di capire la consistenza del business dei rifiuti e del riciclo della carta: “Con riferimento al mercato della raccolta di rifiuti solidi urbani il gruppo HERA riveste una posizione dominante derivante dal monopolio legale di cui gode in tutti i Comuni delle Province di Forlì-Cesena e Ravenna, nella maggior parte dei Comuni delle province di Rimini, Bologna e Modena e nel Comune di Ferrara. Con riferimento specifico alla raccolta di rifiuti solidi urbani a base cellulosica, si può stimare che HERA controlli l’80% circa della raccolta differenziata di tali rifiuti nella Provincia di Bologna, il 70% circa in quella di Modena, il 42% in quella di Ferrara, il 98% in quella di Rimini e il 100% nelle Province di Forlì-Cesena e Ravenna”. La quota Hera scende invece intorno al 20% su base provinciale in Emilia Romagna se si parla di rifiuti speciali a base cellulosica.
E non meno chiaro è il punto di vista dell’Autorità sulle ricadute negative per i cittadini: “La mancanza di una procedura trasparente ed equa nella cessione degli RSU cellulosici, che consenta il più ampio dispiegamento delle dinamiche competitive, impedisce, dunque, di massimizzare il ricavo percepibile dal gestore, il che, da un lato, va a svantaggio degli utenti del servizio di raccolta dei RSU che pagano corrispettivi più elevati di TARSU/TIA, e, dall’altro, nel caso di specie, beneficia direttamente il gruppo HERA, atteso che tale minor ricavo si traduce nel summenzionato vantaggio di costo per AKRON”.
Decidendo l’avvio della istruttoria nei confronti di Hera spa, Hera Ambiente spa e Akron spa, il Garante rileva che “la condotta consistente nel conferimento diretto, senza procedure competitive, da HERA ad HERAmbiente e da quest’ultima ad AKRON, degli RSU cellulosici da raccolta differenziata urbana in tutte le aree dell’Emilia Romagna in cui HERA è gestore monopolista del servizio di igiene urbana (ed in cui, dal 2011, ha cambiato opzione di convenzionamento con COMIECO) appare suscettibile di qualificarsi come un comportamento contrario all’articolo 3 della l. n. 287/90, idoneo a produrre effetti di esclusione dei concorrenti di AKRON nel mercato del recupero e della vendita di macero alle cartiere ed a determinare un corrispettivo eccessivamente elevato a carico dagli utenti del servizio di igiene urbana dei Comuni in cui HERA è gestore in monopolio”.

Balle… di carta
I rifiuti cellulosici che provengono dalla raccolta differenziata, vengono selezionati, recuperati e venduti alle cartiere (gli scarti finiscono nei termovalorizzatori o in discarica).
Fino al 2010 Hera conferiva a Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica; è un consorzio di diritto privato senza fini di lucro aderente al CONAI, operante nell’attività di gestione dei rifiuti da imballaggi a base cellulosica) tutta la raccolta effettuata sui territori di riferimento. Dal 2011 ha invece optato per un’altra possibilità, anch’essa prevista da un accordo che regola questa materia, cioè il conferimento non più a Comieco, ma alla controllata Akron, peraltro a prezzi inferiori a quelli di mercato e senza gara. Di fatto, scrive il Garante, “dal 2011 HERA è venuta a disporre, contrariamente al passato, di RSU cellulosici provenienti da raccolta differenziata urbana in tutte le aree dell’Emilia Romagna in cui HERA è gestore monopolista del servizio di igiene urbana, da collocare sul mercato onde ottenere condizioni di prezzo presuntivamente migliori di quelle garantite dal COMIECO”. Ma per i cittadini non c’è stata una riduzione di Tarsu o Tia. Anzi, “il conferimento diretto ad AKRON dei rifiuti cellulosici da RSU da parte di HERA ad un prezzo inferiore a quello di mercato appare anche determinare, per i cittadini/utenti delle aree in cui HERA è il gestore monopolista dei servizi di raccolta di RSU, un aumento (o meglio una mancata riduzione) del costo per lo svolgimento del servizio pagato sotto forma di TARSU/TIA”.
Hera punterebbe a ritagliarsi una posizione dominante anche nella filiera del recupero della carta, tanto che la Akron ha programmato di costruire un nuovo impianto di selezione a Granarolo.

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