Ludovico Einaudi sold out? No, soltanto out…

Ludovico Einaudi sold out? No, soltanto out…

Dopo 13 anni di direzione artistica, il pianista famoso in tutto il mondo lascia il Verucchio Music Festival. Una perdita irreparabile per il nostro territorio.

Bye, bye baby. La cifra è quella fatidica. 33. “Dica 33”, dice il doktor… A 33 anni quel tipo nato a Betlemme passa all’altro mondo, che poi è il suo regno abituale. 33 edizioni di Verucchio Music Festival, per sua natura, fino a ieri, la rassegna del territorio – unica in Italia – della musica di domani, d’avanguardia, raffinata, avveniristica. Insomma, una specie di Santarcangelo Festival trasmutato in musica, ma molto più cool. E oggi? Per carità, le figurine sono doc: il 15 luglio c’è Yann Tiersen, tre giorni dopo Remo Anzovino con Roy Paci, poi c’è Carmen Consoli (30 luglio), Daniele Silvestri (26 luglio), Vinicio Capossela (primo agosto). Insomma, un cartellone più o meno bello, de gustibus, come quelli di Cattolica o di Sogliano, come quelli di un comune turistico qualsiasi. Cosa manca? La punta di diamante, ecco. Ludovico Einaudi. Lo strepitoso pianista, quello di Echoes, Elements, In a Time Lapse, dischi che hanno incantato il mondo, che ha esordito con Time Out, che nel 1987, presentato con Andrea De Carlo, emoziona il Premio Riccione – ma chi se lo ricorda? – lascia. Dopo 13 anni di direzione artistica, Ludovico Einaudi lascia il Verucchio Music Festival. Una perdita epocale. Perché? Perché è grazie al carisma di Einaudi, planetario, che il festival verucchiese è diventato un punto di riferimento nella musica ‘avanguardista’ d’Europa. Cosa è successo? Che la vita va avanti, va altrove. Che nessuno è stato in grado di convincere Einaudi a restare in Romagna, a curare per Verucchio – e per il territorio riminese tutto – un progetto musicale ad hoc. E ora? Per un tot si è parlato di Federico Mecozzi, ventenne verucchiese, tenuto in palmo di mano a Rimini, violinista di platino che Einaudi ha voluto con sé in mezzo mondo, come degno ‘erede’ alla direzione artistica. Nulla di fatto. Il cartellone, costruito da Ponderosa Music Art – che è il produttore di Einaudi – manca di wit, manca della generosa intelligenza di Einaudi. Il quale, ha abbandonato del tutto il borgo della Valmarecchia. Ha concerti fissati a Londra, Atene, Amsterdam (tutti e tre sold out), Dublino, Mosca, Madrid, Chicago, Toronto, Philadelphia, Milano. Manca Verucchio. Il tradizionale concerto che per 13 anni ha concluso il festival. Seguitissimo. Niente, nada, niet. Un mesto requiem cala lungo il fiume Marecchia. La storia musicale di questo territorio volta pagina.

Fotografia: Ludovico Einaudi, immagine dalla pagina Facebook del compositore e pianista italiano.

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