Un’ingiusta odissea per il V Peep

Un’ingiusta odissea per il V Peep

Il Comprensorio V PEEP, per chi non lo conoscesse, è un quartiere popolare sito nella zona fra Via Acquario, Viale Euterpe e Viale della Repubblica, c

Il Comprensorio V PEEP, per chi non lo conoscesse, è un quartiere popolare sito nella zona fra Via Acquario, Viale Euterpe e Viale della Repubblica, costruito negli anni ’70 in seguito ad una serie di espropri.
Proprio gli importi sostenuti per gli espropri suddetti sono la miccia che ha fatto esplodere un lungo contenzioso, in quanto il Comune vuole rientrare di queste somme chiedendole agli attuali residenti, ma vi sono dubbi sia sulla loro quantificazione che sull’effettivo diritto del Comune a riscuoterle. I giuristi parlerebbero di an e quantum debeatur.
Tutto nasce nel 2013, quando l’amministrazione comunale invia ai residenti del quartiere una lettera, chiedendo il pagamento di una somma di denaro a titolo di conguaglio a copertura della somma investita dal Comune per i già citati espropri. La stessa sarebbe quantificata nella differenza fra il costo sostenuto dall’ente e quanto ricevuto, dal medesimo, negli anni da parte dei residenti. Segue un’altra lettera, con la quale si propone ai proprietari di rimuovere i vincoli esistenti sulle abitazioni per renderle completamente vendibili sul mercato. Le situazioni, però, son molto diverse.
In particolare, a segnare un discrimine fra la necessità o meno di riscattare le abitazioni è la situazione giuridica, che può essere di piena proprietà o di semplice diritto di superficie. Mentre alcuni residenti hanno infatti la proprietà non solo dell’immobile ma anche del terreno sottostante, una proprietà quindi piena, altri hanno semplicemente la proprietà dell’immobile, sito su terreno comunale in diritto di superficie.
I primi, stante una consolidata giurisprudenza, non dovrebbero pagare nulla in quanto gli anni di durata dei vincoli previsti dalle norme sarebbero già trascorsi, ma tutto ciò viene deliberatamente ignorato dal Comune. I secondi, invece, devono sicuramente sostenere l’esborso economico, ma non concordano assolutamente con i calcoli effettuati dall’amministrazione.
Sono numerosi, infatti, i punti contestati:
• in primo luogo, il valore degli immobili viene quantificato dal Comune come se i medesimi fossero nuovi, quando come già detto si parla di costruzioni degli anni ’70;
• in secondo luogo, lo stesso viene stimato con l’utilizzo degli indici OMI prodotti dall’Agenzia delle Entrate per le abitazioni di tipo civile, mentre gli alloggi del V PEEP sono abitazioni di tipo economico;
• in terzo luogo, il valore a metro quadro OMI viene poi moltiplicato dal Comune per la superficie dell’immobile, invece che utilizzare come parametro l’area su cui il medesimo giace e
• in ultima istanza, gli importi sono stati comunicati ai residenti molto in ritardo, il che ha causato un loro fisiologico aumento.
La presenza di tutte queste criticità, tali da rendere il calcolo certamente pretestuoso, causa una grande differenza fra gli importi dei riscatti richiesti ai residenti V PEEP rispetto alle cifre richieste agli abitanti di altri comprensori di abitazioni popolari.
Sentendosi presi in giro, gli esponenti del Comitato V PEEP, rappresentativo degli abitanti del quartiere, hanno proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia-Romagna, dichiaratosi privo di giurisdizione. La carenza di giurisdizione da parte della giustizia amministrativa è stata confermata dall’organo di grado successivo, il Consiglio di Stato, che ha dichiarato la necessità di riassumere la causa presso la giustizia ordinaria, incarnata nel caso in questione dal Tribunale Ordinario di Rimini.
Radicata la causa in Viale Carlo Alberto Dalla Chiesa, i residenti hanno subito un’ulteriore ed inspiegabile doccia gelata, in quanto il Tribunale ha richiesto un sostanziale “spacchettamento” della citazione in oltre 800, una per ogni residente, decisione contrastante con quanto stabilito dalla giustizia amministrativa, la quale aveva parlato di riassunzione della causa preesistente, che era ovviamente una sola.
Delusi e presi in giro dal Comune, spiazzati dalla Magistratura, i residenti del V PEEP proseguiranno comunque la loro battaglia in sede giudiziaria pur consci del fatto che questa amministrazione comunale non ha fatto nulla per cercare un confronto rimanendo chiusa dentro Palazzo Garampi e immobile per quarant’anni. Si cercano ora delle risposte, risposte che però un’amministrazione determinata a fare cassa non sembra voler dare. La questione necessita infatti di una soluzione politica, visti i tempi e la contraddittorietà della giustizia, ma solo una giunta composta da volti nuovi potrebbe trovarla in una situazione simile.

Vincere per Rimini

COMMENTI

DISQUS: 0