Mentre le altre tre Unioni hanno chiuso a fine 2016, quella rivierasca riunisce i soci il 14 luglio per approvare il bilancio finale di liquidazione al 30.06.2017 e lo scioglimento dell'Associazione. Intanto Apt ha messo online un avviso pubblico per la gestione del portale di promozione e comunicazione turistica www.adriacoast.com. Cerca assolutamente tre persone. Invece l'ex capo ufficio stampa Fabio Grassi si dedica alle ricerche marine.
Le Unioni di Prodotto non dovevano terminare la loro attività a fine dicembre 2016? In effetti per tre di loro (Città d’arte, Appennino e Terme) è stato così, ma l’Unione Prodotto Costa presieduta da Enzo Ceccarelli (che ha avuto anche il ruolo di liquidatore) il the end lo scriverà solo fra qualche giorno. L’assemblea dei soci che dovrà esprimersi su “bilancio finale di liquidazione al 30.06.2017, scioglimento Associazione e adempimenti consecutivi”, si terrà (convocata con lettera del 28 giugno) il 14 luglio prossimo alle ore 10 in seconda convocazione (la prima convocazione era per le ore 5,30 del 30 giugno).
Rimini 2.0 il 23 giugno aveva inviato una mail alla responsabile del servizio turismo e commercio della Regione Emilia Romagna con questo contenuto: “Le chiedo se cortesemente può fornirmi la seguente informazione: le Unioni di Prodotto hanno terminato col 2016 la loro attività, mi risulta che lo abbiano fatto di certo le Unioni Appennino, Città d’Arte e Terme, ma non l’Unione Prodotto Costa. Le chiedo se è così e, nel caso in cui quest’ultima abbia ancora personale in servizio, qual è il motivo”. Non abbiamo ricevuto risposta.
Perché l’Unione Costa (che ha personale in quota Gesturist) ha proseguito la sua corsa quando le altre Unioni l’hanno terminata circa sei mesi fa? Nel piano dell’Apt relativo ai progetti di marketing e promozione per il 2017, viene spiegato che “l’attività che si trova a dovere sostenere Apt Servizi riguarda anche la “presa in carico” di una serie di attività che svolgevano direttamente le Unioni di Prodotto nei primi mesi dell’anno solare. Si tratta, in particolar modo, di fiere ed appuntamenti/matching commerciali. Un impegno, questo, non solo economico ma anche di risorse umane dedicate”. Anche “la competenza in materia promo-commerciale (in carico sino a tutto il 2016 alle Unioni di Prodotto)” è passata ad Apt. Tutto “assorbito” da Apt tranne che l’Unione Costa. Peraltro la sua sede, nel Palazzo del Turismo di Cesenatico, è di proprietà del Comune a guida Matteo Gozzoli. Già da un po’ di giorni abbiamo chiesto lumi sul rapporto che regola l’utilizzo di quella sede, eventuale affitto corrisposto e fino a quando sarà occupata dall’Unione Costa, alla segreteria del sindaco di Cesenatico e la risposta è stata: “Mi lasci telefono e mail… chiedo agli uffici e le faccio sapere entro breve”. Ma ancora il Comune di Cesenatico non ha comunicato niente.
Che ne sarà del personale che ha permesso all’Unione Costa di conseguire i propri obiettivi (attualmente tre unità)? Non si sa. Quello che era nell’aria da tempo (tanto che noi mandammo una mail interrogativa ad Apt) prefigurava una sorta di bando che sarebbe dovuto uscire e che avrebbe in qualche modo riguardato il futuro di servizi fino ad ora in capo all’Unione Costa.
E in effetti il 3 luglio è stato inserito sul sito di Apt Servizi Emilia Romagna, nella sezione “Pubblicazioni di Bandi di Gara e Richieste di Offerta” l’Avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse per la partecipazione alla procedura, attraverso il mercato elettronico di MEPA (www.acquistinretepa.it), per l’“Affidamento del servizio di gestione del portale di promozione e comunicazione turistica www.adriacoast.com”. Per gli interessati bisogna affrettarsi perché ci sono solo 7 giorni. “Saranno invitati gli operatori economici che, appreso del procedimento a seguito della pubblicazione del presente Avviso, avranno manifestato l’interesse a partecipare inviando una PEC all’indirizzo bandi@pec.aptservizi.com entro e non
oltre il termine tassativo delle ore 12.30 del giorno 10 luglio 2017”. Verrà aggiudicato col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il valore dell’appalto è pari a 51.967 euro e “avrà inizio dal momento della stipulazione del contratto fino al 31 dicembre 2017, con la consegna dei giustificativi”. Apt ha una fretta incredibile e all’aggiudicatario chiede “di essere in grado di iniziare immediatamente l’esecuzione del servizio”.
Nel capitolato tecnico vengono forniti tutti i dettagli. Occorrono le “giuste competenze ed esperienza comprovata”, bisogna saper mantenere “la rete di rapporti con soggetti pubblici e privati del territorio per gli aspetti editoriali, comunicativi e tecnici inerenti il sito, prevedendo incontri con i responsabili locali, i vari assessorati e gli uffici stampa pubblici e privati”, bisogna rispondere alle mail tutti i giorni (anche in inglese e tedesco), e tanto altro. E’ assolutamente indispensabile una “esperienza pluriennale verificabile nel settore della promo-commercializzazione turistica, incluso il coordinamento di attività web”. E’ altresì necessaria “esperienza pluriennale verificabile nel campo del copywriting su temi di carattere turistico e inerenti in particolare la Costa Adriatica dell’Emilia-Romagna (località, prodotti, attrazioni, eventi, ecc.)”. Poi “si richiede conoscenza approfondita e capacità di utilizzo del CMS Titanka”, e all’inizio del capitolato viene chiarito che il portale adriacoast.com “è stato realizzato con piattaforma CMS TITANKA”. Poi serve anche una “spiccata capacità comunicativa e relazionale fra il settore pubblico e il privato”. Ciliegina sulla torta: “L’azienda aggiudicataria dovrà fornire uno staff sufficiente per gestire il carico di lavoro qui sopra indicato e con le competenze linguistiche e professionali richieste”. Ok, quanti? Una persona, due? In fondo c’è da gestire un sito, mica un aeroporto. No, il capitolato chiede “uno staff di non meno di 3 (tre) persone”. Tre, capito? Non uno di più, non uno di meno. Fra i dieci dell’ufficio stampa Apt più i vari collaboratori a incarico non c’era nessuno in grado di gestire il sito?
Ieri è stata presentata la Notte che colorerà di rosa il prossimo weekend. C’erano tutti i sindaci per Together: bianchi, rossi, gialli. Poi l’assessore Corsini, Apt, e Andrea Gnassi, presidente di Destinazione turistica Romagna. Gnassi è un generale senza esercito (e lui magari non disdegna perché gli eserciti da gestire sono rognosi). Fuor di metafora: se l’Unione Costa sembra non voler proprio tirare le cuoia, in compenso Destinazione Romagna non è ancora operativa. “E’ nata, con l’approvazione ieri della Giunta regionale, la Destinazione turistica Romagna, nuovo organismo previsto dalla legge regionale sull’ordinamento turistico, con l’obiettivo di sviluppare iniziative di promozione e valorizzazione dei territori e sostenere azioni promo-commerciali realizzate dagli operatori privati”. Lo annunciava la Regione Emilia Romagna il 28 febbraio scorso. Da fine marzo Destinazione Romagna ha un presidente (Andrea Gnassi appunto) e un nutrito cda (14 membri) in rappresentanza dei quattro territori: Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara (poi ci sono la Destinazione turistica “Emilia” che comprende Parma, Piacenza, Reggio Emilia e la Destinazione turistica Città Metropolitana di Bologna). L’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, a stretto di giro di nomine fece gli auguri di “buon lavoro a presidente e consiglieri, che già dai prossimi giorni saranno all’opera, in vista di una stagione turistica che per la riviera romagnola e il suo entroterra si preannuncia sotto i migliori auspici”. Già dai prossimi giorni? Chi è il direttore di Destinazione Romagna? Quale il personale? Nella sede di piazzale Fellini Destinazione Romagna è uccel di bosco. Non c’è nemmeno una targa, il sito internet destinazioneromagna.it è stato registrato da Apt Servizi (così come destinazionemilia.it) ma ancora online non c’è nulla. A fronte di una Unione Costa mantenuta in vita con la cannula dell’ossigeno (e si potrebbe ravvisare una sorta di accanimento terapeutico), dopo che le altre tre riposano da tempo nel camposanto degli enti turistici (che è pieno di lapidi), le Destinazioni sono ancora fantasmi. Poi, quando avranno assunto parvenza umana, con tutto il personale pubblico in circolazione (a partire da quello delle Province) si spera riusciranno anche a gestire un sito internet.
Fabio Grassi si dà alle ricerche marine e Raffaella Sensoli, capogruppo del M5S in Regione, giudica “inaccettabile” il “ricollocamento dell’ex capo ufficio stampa di APT alla Fondazione Centro Ricerche Marine dell’Emilia-Romagna”, soprattutto perché manterrà “lo stesso inquadramento e il relativo stipendio a cinque zeri (poco meno di 120 mila euro l’anno)”. Aggiunge Sensoli che “responsabile di questo ennesimo scandalo che riguarda APT è la presidente Zanetti che a settembre del 2016 firmò un vergognoso accordo di conciliazione con lo stesso Grassi che, come avevamo previsto, gli ha sostanzialmente regalato l’immunità”. Due pesi e due misure da parte della Regione: “Il pugno di ferro che Bonaccini e company hanno utilizzato sul caso dei furbetti del cartellino all’IBC si è trasformato in una amorevole carezza sull’altrettanto scandalosa vicenda che ha riguardato APT. Lo avevamo detto lo scorso anno e lo ribadiamo oggi visto che finalmente siamo riusciti a sapere dove fosse stato ricollocato Fabio Grassi”. L’esponente 5 Stelle ribadisce “la richiesta di dimissioni della Zanetti per manifesta incapacità gestionale”.
Fabio Grassi, però, compare ancora (5 luglio 2017 ore 13.22) sul sito internet di Apt come “responsabile ufficio stampa e comunicazione estero”.
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