La Sagra Musicale Malatestiana ai tempi del Galli chiude con un “buco” di quasi 900mila euro

La Sagra Musicale Malatestiana ai tempi del Galli chiude con un “buco” di quasi 900mila euro

Negli ultimi tre anni si sono perse per strada 120.123 euro di entrate. Dimezzate le sponsorizzazioni. L'evento costa quasi 1 milione e mezzo e incassa meno di 560mila euro.

Nel 2016 la Sagra Musicale Malatestiana aveva maturato un disavanzo di circa 766mila euro (765.998,34), l’anno seguente la perdita ha superato gli 800mila (801.854,20) e nel 2018 – è stato appena pubblicato il bilancio consuntivo – ben 877.437,19. La relazione del direttore artistico decanta la 69esima edizione, che ha coinciso con la riapertura del Teatro Galli e “la Sagra Musicale Malatestiana ha rinnovato profondamente il proprio calendario di eventi musicali, grazie alla presenza di interpreti di assoluto prestigio ospiti per la prima volta a Rimini e con programmi che rispetto alle proposte delle ultime edizioni, hanno saputo creare un inedito intreccio tra i linguaggi della musica, del teatro e della danza”.

Ma i conti non tornano. Vediamo perché. In tre anni (2016-2018) le entrate complessive sono calate passando da 679.800 a 559.677 euro. Meno 120.123 euro (-17,6%).
I contributi pubblici sono rimasti pressoché invariati, con un leggero calo del Fus (fondo unico spettacolo assegnato dal ministero per i Beni e le attività culturali): deliberava 83.358 euro nel 2016 e, nel 2018, 76.132. Identica la somma elargita dalla Regione Emilia Romagna: 112mila euro.
I contributi privati erano invece davvero pochini e tali sono rimasti: anzi sono diminuiti da 17.910 euro a 17.495,63. Le sponsorizzazioni economiche si sono dimezzate: da 247.980 euro a 114.660.
Vediamo come se la passano abbonamenti e biglietteria. I primi sono diminuiti perché portavano in cassa 103.840 euro ed ora viaggiano sugli 86.260 euro. Meglio la biglietteria (da 106.025,50 a 142.470 euro). Questo è il quadro, poco incoraggiante.

Passiamo alle uscite. Sono peggiorate (sempre nell’ultimo triennio) le spese relative al personale, che attualmente drenano quasi 323mila euro mentre erano 275.661 euro. La voce “retribuzione/compenso lordo del Direttore Artistico o consulente assimilabile” indica 29.815,45 euro, gli “oneri sociali del Direttore Artistico o consulente assimilabile a carico dell’azienda” euro 8.465,96. La retribuzione lorda del personale artistico e gli oneri sociali del personale artistico a carico dell’azienda, rispettivamente 19.154 e 38.720 euro. La retribuzione lorda del personale tecnico 65.762 euro (più 19.980 di oneri). La retribuzione lorda del personale amministrativo è quella che incide maggiormente: 109.659 più 31.154 gli oneri. I costi di ospitalità non hanno subito variazioni degne di nota: da 953.904 euro sono saliti a poco più di 1 milione. Piccoli scostamenti anche per i costi di produzione e promozione-pubblicità. Sono venute meno le spese di affitto spazi, che pesavano non poco (149.493 euro) perché la Sagra si svolgeva al Palazzo dei Congressi ed ora al Galli. Ma nonostante questo le uscite hanno raggiunto quasi il milione e mezzo di euro, in linea col 2016. Sono le entrate che non tengono il passo. E che portano l’ultimo consuntivo ad un deficit di quasi 900mila euro. Nel frattempo il direttore artistico Giampiero Piscaglia è stato promosso assessore alla cultura.

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