Questo vino ha un bel corpo. Diplomatico. Dopo lunga preparazione, apre al numero 23 di via Soardi una rappresentanza della rete europea di “Città del Vino”. Per promuovere storia, tradizione e produzione del nettare di Bacco della Romagna. La parola all'ambasciatore Alfredo Monterumisi.
Ci invita per presentarci la sua nuova creatura. Incontriamo Alfredo Monterumisi nell’ex bottega dove fino al 1991 ha svolto attività di antiquariato, quando la caratteristica via Soardi era un punto di riferimento per gli imprenditori del settore. Il trasporto per il suggestivo mondo degli oggetti antichi non ha mai impedito a Monterumisi di coltivare e sviluppare anche quello non meno intrigante del turismo enogastronomico. Per un certo periodo lo ha sviluppato in stretto contatto con la locale Università del Turismo. La corte secentesca, una delle rare nicchie tra le vie del centro visibili anche ai passanti, riporta uno scorcio della storia di Rimini. In verità, potrebbe rappresentare lo sfondo ideale dove istituire una rappresentanza di prestigio per promuovere l’enogastronomia locale: peccato che sia invasa da auto, scooter e biciclette.
La disarmonia è evidente. La confidenza ci consente di farglielo notare. Risponde così.
«In Italia, per far valere i propri diritti bisogna sempre ricorrere agli avvocati. Il codice civile parla chiaro. In questa corte nessuno può vantare diritti di parcheggio. Nonostante ciò, questa è la realtà sotto gli occhi di tutti. Spero che, avvocati a parte, presto si possa vedere la corte sgombra. Anche perché vi insistono almeno tre attività che necessitano di avere visibilità. E un minimo di decoro».
Volendo attingere dal gergo culinario, parte del tema del nostro incontro, cosa bolle in pentola?
«Vista l’esperienza maturata nel settore, sono stato autorizzato dalla rete europea di “Città del Vino” ad aprire la prima Ambasciata, un locale diplomatico dove ogni oggetto sarà collegato a un aneddoto storico sull’enogastronomia della Romagna, partendo dal vino. Questo sarà il luogo dove promuovere tutto il territorio della Romagna compresa la provincia di Ferrara».
Già esiste “Destinazione Romagna”. Non si tratta di un doppione?
«No. Il nostro è un distretto turistico integrato con precisi criteri organizzativi, mentre l’altra struttura contrabbanda un marchio che a livello intercontinentale non è affatto conosciuto».
Vale a dire?
«La nostra Costituzione non prevede un Ministero del Turismo. Lo Stato ha trasferito alle Regioni le competenze in campo turistico. La nostra nuova legge regionale non dà valore ai singoli prodotti, ma a tre territori definiti “Destinazioni”: “La Romagna”, “Bologna e Modena” e l’”Emilia”. Mentre quest’ultima sembra avere i piedi ben piantati sui blocchi di partenza per affrontare le sfide economiche del turismo intercontinentale, per il momento la Romagna mostra muscoli non ancora all’altezza della competizione».
Molti riconoscono alla Romagna il primato turistico nazionale…
«Vero, però nel tempo ha accumulato un certo ritardo. Questo è dovuto al fatto che resta fossilizzata a causa dell’anacronistica mentalità “bagninocentrica” e “albergocentrica” stagionale. Bologna, grazie all’università occidentale più antica del mondo e la sua rinomata cucina (i tortellini, tema caldo di questi giorni), poi Ducati, Lamborghini e Modena, in virtù dell’eccelsa tecnologia motoristica (Ferrari), si presentano sul palcoscenico mondiale come “Motor Valley”. L’Emilia ha adottato il termine “Food Valley” (Parmigiano Reggiano, prosciutto di Parma ecc). La Romagna, peraltro poco conosciuta a livello mondiale, viene spesso confusa con la Romania, lo stato bagnato dal Mar Nero. In più, a quattro anni dall’approvazione della legge sul turismo, si continuano a istituire i vecchi “club di prodotto” legati al balneare. Rimini mostra di essere in grave difficoltà. Ha un numero spropositato di alberghi molti dei quali con una redditività oramai allo stremo. Di certo la situazione non incoraggia investimenti rivolti alla loro ristrutturazione. Il sindaco di Rimini, presidente di “Destinazione Romagna” ha sposato il progetto “Romagna Osterie” con la “Brigata del Diavolo” formata dai “Cuochi Sognatori” (invenzione di Fausto Fratti dell’Osteria del povero diavolo, ndr), importanti professionisti che sicuramente portano valore aggiunto, ma che nel contempo risultano facilmente delocalizzabili; questo mentre la “Fabbrica Territorio” rimane ancorata alla terra di appartenenza. Modena vanta il più grande chef al mondo che esprime la propria arte all’Osteria Francescana, tempio della gastronomia emilana. A Parma, nello splendido Palazzo Ducale di Colorno ha sede ALMA, il più autorevole centro di formazione della cucina italiana a livello internazionale».
Rimini annovera Bottura tra i suoi ambasciatori…
«Quello che viene considerato il più grande cuoco del mondo, il Massimo Bottura della succitata “Osteria”, è stato presentato sotto un tendone da circo (simbolo del nomadismo) e trasfigurato in un fenomeno da baraccone. Del resto, se i nostri rappresentanti diplomatici sono un bagnino (con tutto il rispetto, per carità) e la Molo Street Parade, ho detto tutto. Qualcuno farebbe bene a ricordarsi del Pio Manzù di Filiberto Dasi, lui sì un vero ambasciatore della città. Portava prestigio a Rimini nel mondo intero. E non intendo tornare a citare altre iniziative, minori dal punto di vista della visibilità, ma non meno interessanti, naufragate nel recente passato. Una di queste serviva per integrare Turismo, Storia, Cultura e Agricoltura, offrendo il cibo della Romagna».
Intende dire che a colmare la mancanza ci sarà l’Ambasciata delle Città del Vino d’Europa?
«Sì, Tutta l’iniziativa nasce nel mio locale e con mobili miei. La sede dell’Ambasciata è qui, al 23 di via Soardi, nella contrada dello “shopping emozionale”, come amo definirla. Metto a disposizione il tutto in comodato d’uso gratuito a un’associazione di promozione sociale che si chiama EnotourismClub. Daremo informazioni sul turismo storico enogastronomico della Romagna. Qui, tra mobili antichi, oggetti e bottiglie racconteremo la storia enogastronomica del nostro territorio. L’Ambasciata rappresenta una rete di “Località Locomotiva” internazionali attraverso cui si promuovono “Storia”, “Tradizione” e “Produzione del Vino” dei territori di competenza. La rete opera in ben undici paesi della Comunità Europea con sede a Strasburgo. Si capisce bene che i risultati della comunicazione diventano esponenziali…
Avremo anche una piccola saletta tecnologicamente attrezzata, messa a disposizione degli studenti della locale università. Una piccola curiosità, per concludere e ribadire che il luogo non poteva essere più adatto di così. Pensi che il mio locale serviva come deposito per le carrozze della famiglia Soardi e al termine della corte, nei sotterranei (del ‘600) esistono ancora le cantine del vino. Non potevo trovare miglior collocazione.»
Presentazione ufficiale del progetto, venerdì 4 ottobre alle ore 11 presso l’Hotel Parioli in viale Vittorio Veneto, 14 a Rimini.
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