Ha mantenuto le sue caratteristiche sociali e commerciali (con diversi negozi di prossimità), ben amalgamate con il residenziale e senza che i locali prevarichino su tutto il resto come invece accade nel Centro storico. Non mancano pittoreschi angoli di quiete. Marciapiedi e verde i punti deboli.
Proseguendo il nostro itinerario nei borghi della città di Rimini è ora il turno di quello di San Giovanni nobilitato dalla bellissima omonima chiesa dedicata al Battista e dal sontuoso palazzo Ghetti.
Ho un ricordo passato di questo luogo poiché vi ho lavorato agli inizi della mia carriera a metà degli anni ’70 per oltre quattro anni, e debbo constatare che da allora ad oggi ha pressoché mantenuto le sue caratteristiche sociali e commerciali con un buon equilibrio tra il residenziale e le stesse, senza il prevaricare delle seconde come invece accade nel Centro della città in cui prevalgono prepotentemente quelle dedite alla ristorazione ed affini.
Diversamente da altre zone qui si sono mantenuti vivi i negozi di prossimità, sebbene nel tempo vi sia stato qualche avvicendamento considerato fisiologico e naturale, che dispensano anche una vasta gamma di offerta appetibile anche da chi vi si reca provenendo al di fuori da quella zona. Oltre ad essere presente anche qualche attività artigianale.
Il traffico è caotico ma sconta il fatto che l’asse stradale di via XX settembre, intorno a cui il Borgo si articola, appartiene alla storica via Flaminia, l’unico accesso da sud alle zone che recano al Centro Storico o verso altre direzioni; e per questo un certo rumore quotidiano e una non proprio eccellente qualità dell’aria costituiscono il prezzo da pagare per quella funzione. Ma al termine di quella strada si è ripagati dal meraviglioso scenario dell’Arco d’Augusto, a cui siamo ormai troppo abituati per non stupirci più.
La sede stradale è stata ristretta dapprima per la creazione di una pista ciclabile monodirezionale nella parte lato mare, pericolosa in quanto attigua ad una fila di parcheggi. Lato monte invece l’altra, in senso inverso, era collocata sullo stesso marciapiede separata dai pedoni con una striscia di vernice, con la stessa pericolosità data la promiscuità dei diversi contemporanei utilizzi. Una delle tante genialate del recente passato di cui altri percorsi, vedi ad esempio e non solo via Principe Amedeo, ancora mostrano quella ridicola soluzione.
Dopo questo apice della creatività durata qualche anno, i due sensi di marcia sono stati unificati solo in quella lato mare, allargata e a doppia corsia dopo avere eliminato una lunga fila di parcheggi, e ben separata sia dal traffico veicolare che dall’attiguo marciapiede.
Questo però genera ulteriori intralci alla circolazione veicolare, per via del fatto che molti mezzi commerciali che servono i negozi locali sostano per questo dove possono.
Lo stato dei marciapiedi è abbastanza sconnesso, ed ora risente anche del fatto che sono state eseguite opere preparatorie per l’annunciata riqualificazione della zona che avverrà a partire da gennaio prossimo. Si tratterà di nuove pavimentazioni, arredi urbani e opere accessorie. Nel frattempo anche qui i soliti tavolini scompigliati, ormai parte integrante del tipico decoro riminese, non fanno eccezione.
La zona è abbastanza servita dai parcheggi, molti a pagamento lungo la via principale, ed altri liberi in un’area lato mare.
Come altrove, il poco verde delle aiuole intorno ad essi manca di ogni minima cura.
Vi sono però ancora piccoli pittoreschi angolini di quiete lontano dal frastuono principale, peraltro ben curati. Poi qualche simpatica opera pittorica mostrata con orgoglio in alcune facciate di altrettanti edifici, che richiamano antiche attività peculiari passate di quel Borgo e vedute della città.
All’interno del Borgo ma a lato mare, vi è vicolo San Gregorio che collega la via Tripoli con via XX Settembre. Per eliminare il traffico di passaggio in quella che sarebbe una facile scorciatoia, lo stesso è stato completamente riservato al limitato traffico locale, con una filosofia ed un’attenzione del tutto estranea ed opposta a ciò che accade in via Ducale.
Una pittura murale ricorda che in quel luogo esisteva una chiesa dedicata al Santo al quale è intitolata quell’odierna omonima viuzza già dal V–VI secolo, poi abbattuta nel 1855 da colui che ne divenne proprietario nel tempo. Uno dei vari esempi ante litteram della “riminizzazione”, come i copiosi poco edificanti episodi anteriori e posteriori a quel fatto, evidentemente insita nel Dna di molti concittadini ed amministratori locali. Una tradizione che ha resistito nel tempo, e giunta fino ai giorni nostri.
Oltre alla bellissima chiesa di cui si è accennato in apertura, il Borgo contiene un piccolo tesoro culturale non noto a tutti, e raramente visibile se non – credo – solo in certe determinate occasioni. Ebbi modo di poterlo apprezzare anni orsono, in concomitanza ad una visita in quei luoghi organizzata dall’Associazione La Crisalide, che ha proprio sede nel Borgo stesso e che svolge un benemerito volontariato (qui).
Di che si tratta? Durante la ristrutturazione di Palazzo Ghetti emersero i resti del quartiere medievale del Borgo di San Giovanni e le relative opere di difesa. Con il prosieguo delle indagini, man mano che si scavava in profondità, vennero alla luce anche i resti di una necropoli romana dislocata lungo la via Flaminia, e sotto a questa i segni della prima occupazione dell’area da parte dei Romani tra il III ed il II secolo a.C..
Oggi il materiale ritrovato, unitamente a due plastici che ricostruiscono idealmente, ma ben esplicativi, gli ambienti, i corpi di fabbrica e la vita quotidiana di allora, sono conservati in una piccola stanzetta del piano terra di quel palazzo situata alla destra subito dopo oltrepassato il portone principale. Dunque un’interessante e pregevole iniziativa che, unita alla festa rionale, conferma l’attaccamento di questa comunità alle proprie radici.
Periodicamente si svolge la Festa del Borgo nella ricorrenza della Beata Vergine del Carmine, evento ricco di attrazioni e di iniziative di ogni genere molto sentita e partecipata dai residenti, ma che vede anche grande affluenza e partecipazione di un pubblico proveniente da tutte le parti della città.
Tra i vari aspetti positivi che questo piccolo mondo offre, non si può non ricordare la valida scuola materna privata situata a fianco della chiesa, molto apprezzata e frequentata anche da molti bambini residenti altrove.
A parte il “fisiologico” caos legato alla mobilità, resta comunque una bella zona con interessanti caratteristiche; e per gli interventi di cui necessita ne è già stato annunciato l’inizio per il prossimo anno, salvo poi riscontrarne la qualità dei lavori una volta eseguiti.
Si spera quindi che ciò avrà per conseguenza lo stimolo per un maggiore decoro, sia nel parcheggiare le immancabili biciclette poste in posizioni improprie, che nel sistemare decentemente tavoli e sedie sul suolo pubblico, qualora questa deregolamentata concessione fosse procrastinata.
Ma è importante constatare che questo Borgo non sia stato abbandonato come è accaduto ad altre zone della città anche prossime al Centro, o sacrificato sull’altare di bizzarre logiche estemporanee che vorrebbero alterare la storia cittadina, offrendo ridicole, improbabili ed inconsistenti alternative.
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