Bornexit: Bornaccini appeso a un destino simile a quello della Brexit

Bornexit: Bornaccini appeso a un destino simile a quello della Brexit

Tolta qualche enclave circoscritta alle città dell'Emilia e a Ravenna, la regione è tutta in mano al centrodestra. In particolare la provincia.

Come scrive il Corriere della Sera, che riprende l’analisi dei dati delle ultime elezioni europee realizzata dall’Istituto Cattaneo, il voto in Emilia Romagna sarebbe interessato da dinamiche simili a quelle che hanno determinato il successo della Brexit. Come balza all’occhio dalla “mappa” elettorale della regione pubblicata dal Corriere.it, tolta una «dorsale» rossa che coinvolge le città di Bologna, Modena e Reggio Emilia, e in Romagna solo Ravenna e qualche lembo della provincia di Forlì Cesena, tutti il resto sarebbe in mano al centrodestra trainato dalla Lega. Un accerchiamento da paura per Stefano Bornaccini.

L’Istituto Cattaneo ha lavorato sui numeri delle europee 2014, delle politiche 2018 e delle ultime elezioni per il rinnovo dell’europarlamento. Bene, in cinque anni la Lega è passata da 116.394 a 759.948 voti in regione.
Il M5S rispetto alle politiche ha più che dimezzato i consensi e rispetto a maggio è sceso a 290.019.
Il Pd passa da 1.212.392 del 2014 a 645.082 di quattro anni dopo e a 703.131 del 26 maggio scorso.
Poi c’è Forza Italia, anch’essa prosciugata nel giro di cinque anni: 271.951, 247.037, 131.992.
Percorso inverso per Fratelli d’Italia: 62.217, 83.173, 104.861.

L’Istituto Cattaneo vede un effetto Brexit: «Appena ci si allontana dalle città più grandi, con una visione più “aperta” verso i cambiamenti, il sentimento degli elettori cambia anche notevolmente, assieme al voto espresso – spiega il professor Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Cattaneo —. A Bologna è assai prevalente un orientamento progressista, multiculturale, europeista e quindi molto affine al Pd. Ma basta spostarsi nei comuni più piccoli e prevale un sentimento di “difesa”. È in questi contesti che la Lega fa breccia», riporta Corriere.it. Una dinamica simile a quella che ha decretato il successo della Brexit? «È praticamente identica — aggiunge Valbruzzi —. Come sappiamo bene a Londra ha stravinto il “remain”, ma subito fuori dalla metropoli il blocco pro Brexit ha prevalso, condizionando in maniera decisiva il risultato finale».

«La Lega ha uno strapotere nel Ferrarese e nel Polesine, dove è marcata l’influenza veneta, a cui va aggiunto l’effetto da «periferia dimenticata». Una situazione simile si presenta anche lungo tutta la fascia appenninica, al confine con la Toscana. Va poi registrata una grande isola leghista tra Forlì-Cesena. C’è infine l’area a Nord-Ovest, tra Parma e Piacenza, dove pesa la vicinanza (non solo geografica) al tessuto produttivo della Lombardia», spiega il Corriere. La provincia di Rimini è tutta colorata di verde, nemmeno una macchiolina rossa. Ma il rosso che macchia la regione Emilia Romagna nella mappa del Corriere è anche un po’ generoso: a Ravenna, ad esempio, il Pd alle ultime europee ha vinto senza un grande distacco: 66.759 voti (34,01%) contro i 63.771 della Lega (32,49%). La provincia di Modena ha, seppure di poco, portato la Lega davanti al Pd.

Secondo l’Istituto Cattaneo la sfida tra Bonaccini e Borgonzoni «è aperta e si deciderà per pochi voti». Da una parte, stando sempre alle ultime europee, in Emilia Romagna la Lega insieme a Forza Italia e partito di Giorgia Meloni, somma quasi 1 milione di voti. Il centrosinistra si ferma intorno a 850 mila, il Movimento 5 Stelle sotto i 300 mila. Ma questi dati non tengono conto dei riflessi dell’azione del governo giallorosso e della manovra di bilancio, che stando ad alcuni sondaggi avrebbero portato molti altri elettori fra le braccia di Salvini.

Il movimento 5 stelle avrà certamente un peso sul risultato finale della storica consultazione regionale. Si presenterà oppure no al responso delle urne? Senza una propria lista è chiaro che sarebbe favorito il Pd, ma fino a che punto resta tutto da capire.

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