Lo stanno facendo parecchie banche e anche Carim non fa eccezione, considerato che le "sofferenze" in pancia agli istituti di credito li appesantiscon
Lo stanno facendo parecchie banche e anche Carim non fa eccezione, considerato che le “sofferenze” in pancia agli istituti di credito li appesantiscono da diversi punti di vista, non da ultimo frenano la concessione del credito e quindi la ripresa economica. Per fare qualche esempio, Mps di recente ha ceduto un pacchetto di non performing loan del valore di circa 1 miliardo, una trentina di Bcc si sono “liberate” di un peso di 300 milioni di euro lordi grazie al fondo americano Bayview Fund Management. E così UniCredit e altre banche. In Italia la consistenza dei non performing loan ha superato i 200 miliardi di euro (in Europa gli 800 miliardi) e non a caso è in preparazione una bad bank che gestisca tutte le sofferenze.
Tornando a Rimini, non bisogna dimenticare che Carim nel rapporto fra crediti deteriorati e crediti totali è ai primi posti in Italia fra le medie banche commerciali. Un tasto dolente emerso anche in occasione dell’ispezione di Bankitalia. Com’è noto i crediti deteriorati molto difficilmente verranno rimborsati, quantomeno per intero, dai debitori. Un credito non pagato col tempo diventa “incaglio” e poi sofferenza e la banca è costretta ad accantonare in bilancio le “coperture” di queste perdite. Zavorre su zavorre. Non a caso il tema collegato è quello, appunto, della bad bank, che qualcuno ha definito la discarica delle ecoballe creditizie. Ora, anche considerando che non mancano operatori interessati ad acquistare queste sofferenze sul mercato italiano, è stato studiato il modo per alleggerirsene.
“Oggi Banca Carim ha sottoscritto un accordo per la cessione pro-soluto di un portafoglio di sofferenze per un valore complessivo di euro 35 milioni. La società acquirente è un veicolo di proprietà di uno dei maggiori fondi di investimento internazionali che operano nel mercato dei NPLs – non performing loans”, spiegano da Carim, senza però rivelare l’identità della società acquirente. Si sa solo che nell’operazione Banca Carim è stata assistita da “Ernst & Young Financial – Business Advisors (EY)” in qualità di advisor finanziario.
“L’operazione rappresenta la prima importante cessione di crediti non performing realizzata in attuazione delle strategie previste dal Piano Industriale 2016-2017 di Banca Carim, volte a ridurre, nel medio termine, l’incidenza dei crediti deteriorati sul portafoglio in bonis e liberare capitale da destinare all’erogazione di nuovi crediti” e l’effetto economico della cessione viene imputato all’esercizio 2015, contribuendo così “al miglioramento dell’indicatore sofferenze lorde/impieghi lordi che scende dal 20,8% al 16,5% dal 30 settembre al 31 dicembre 2015”. I crediti deteriorati di Carim hanno raggiunto quasi 900 milioni di euro.
“Siamo pienamente soddisfatti di avere realizzato un’operazione così importante per una banca non quotata e di media dimensione come è Banca Carim”, commenta il presidente Bonfatti, “questa cessione dei crediti rappresenta un passo fondamentale nel percorso tracciato dal Piano Industriale che prevede, oltre al rafforzamento patrimoniale, la riduzione dell’incidenza del credito anomalo, per allinearci ai benchmark di mercato in termini di qualità dell’attivo. Il piano di cessione di attivi problematici che abbiamo avviato potrebbe comprendere, in futuro, anche operazioni che beneficino della garanzia pubblica (GACS) recentemente introdotta dal Governo”.
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