La caserma attorniata dagli orti

La caserma attorniata dagli orti

Tanti piccoli "appezzamenti" coltivati a cavoli, pomodori e ortaggi di vario genere circondano lunghi tratti della prestigiosa sede che ospita il glorioso 121° Reggimento Artiglieria Controaerei. Sono riusciti ad eludere la sorveglianza armata. Scherzi e coltivazioni a parte, anche il colpo d'occhio non è dei migliori.

E’ tornato. Giulio Cesare è tornato con l’ardore e l’astuzia del grande stratega che gli storici gli riconoscono.
Il Divo Giulio ha dato vita a un’ennesima impresa. La campagna per la riconquista della Gallia Cisalpina, forse? No, la campagna per il cavoletto di Bruxelles.

Data a bruciapelo, la notizia può insinuare nel lettore il sospetto che chi scrive sia in preda ad allucinazioni. Ma non è così. Dobbiamo perciò spiegarvi qualcosa in più. Ebbene, pochi giorni fa passeggiamo in via Annibale Fada, la strada che da Via Flaminia corre verso il Centro Studi Colonnella e costeggia il lato sud della caserma. A un tratto vediamo un ammasso disordinato di suppellettili, bidoni di plastica e canne di bambù.

Notiamo anche una minuscola serra piuttosto malconcia e vari materiali di indecifrabile natura, specialmente se visti da lontano. Dato che siamo curiosi come scimmie, ci avviciniamo. Scavalchiamo un’innocua recinzione alta pochi decimetri. Camminiamo a fatica sullo strato soffice di erba bagnata e terra, ma arriviamo a vedere che in linea di massima è materiale atto a coltivare orti. Per noi è un percorso inusuale ed è in quel momento che li vediamo. In sequenza.

Orti? Attaccati a una caserma? Non può essere vero. Continuiamo cauti a costeggiare il lungo muro di recinzione e di tanto in tanto leggiamo con qualche apprensione la stessa scritta che compare su più di una placca gialla. L’avviso, a caratteri neri e cubitali recita: ZONA MILITARE – DIVIETO DI ACCESSO – SORVEGLIANZA ARMATA.
Ebbene, nonostante i cartelli minacciosi, lungo tutto il lato che stiamo percorrendo, ci sono orti variamente coltivati. A dire il vero, alcuni sembrano un poco trascurati o in attesa di miglior clima, ma si susseguono imperterriti e persistono anche in via Ruzzante (dove gli orti sono “protetti” da una recinzione decisamente più alta rispetto a quella di via Fada e difficilmente può essere stata realizzata all’insaputa della Caserma). Si interrompono solo immediatamente prima della curva ad angolo retto, giusto difronte a via Achille Bizzoni. Fine degli orti. Inizio delle considerazioni.

Di chi sono opera le colture a ridosso della cinta muraria? La ministra della Difesa, Roberta Pinotti, in quanto donna e mamma avrà certo dimestichezza anche con le verdure di stagione, ma chissà cosa penserà della coltivazione di cavoli, pomodori e ortaggi di vario genere addossati ai suddetti muri. Oltretutto i diversi “poderi” appaiono divisi da reti. In un caso si nota (come da foto) la presenza di un lucchetto.

In qualche modo si avverte che gli “appezzamenti” sono in mano a proprietà diverse. E le coltivazioni, di conseguenza, non sono curate nella stessa maniera. Piuttosto raffazzonate alcune, ordinate e meglio organizzate altre. Comunque sia, la visione d’insieme dà l’idea di un caravanserraglio; e proprio laddove, “per statuto”, si potrebbe dire, normalmente ordine e rigore regnano sovrani.

Se volessimo fare esercizio di retorica potremmo chiederci: chi ha inferto il ventiquattresimo fendente all’onore e alla memoria del povero Giulio Cesare a cui è dedicata la caserma? E’ la sede del secondo gruppo del 121° Reggimento Artiglieria Controaerei, che ha una storia gloriosa, e la caserma Giulio Cesare nel 2016 ha giustamente celebrato con tutti gli onori i suoi 80 anni con una mostra al Museo della Città. Siamo dell’antiquata idea che un certo criterio estetico, specialmente in ambito istituzionale, non guasti mai.

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