Quando le discoteche erano un fenomeno non solo di costume, ma economico, ed esprimevano un forte potere di pressione, in riviera accadevano fatti come questo.
Adriano Celentano è dirottato. Non per un atto di terrorismo: l’azione viene da alcuni gestori di sale da ballo di Rimini, che si preoccupano di evitare esodi massicci della loro clientela, e anche da qualche gruppo di contestatori che rientrano nell’area degli «autoriduttori». La situazione ha impensierito persino le autorità, le quali hanno deciso di tener lontano il cantante «per motivi di pubblica sicurezza». Così, quello spettacolo che si sarebbe tenuto qui la sera del 7 agosto è spostato allo stadio di Cesena.
La cacciata di Celentano dalla costa riminese non è vicenda trascurabile: segna la frontiera tra un’epoca e l’altra. Un tempo, personaggi come il «molleggiato» ricevevano sulla riviera romagnola accoglienze non molto diverse da quelle che si tributavano a tenori, soprani e baritoni. Nessun proprietario dì «night» si sognava di contestare, quasi tutti i locali della costa straripavano di gente. Adesso Adriano Celentano, se viene qui a cantare può sollevare una ventata di proteste, mobilitare carabinieri e agenti di polizia: la sua serata, insomma, potrebbe tramutarsi in un tafferuglio. Qualcosa è cambiato, dunque, nella vita notturna della riviera di Romagna. Ci sono gestori di balera che arrivano a far barricata contro un grosso calibro della canzone. Dice Salvatore Polverelli, direttore dell’Azienda di soggiorno di Rimini: «Bisogna entrare nella psicologia di questa gente: il problema di uno può essere diverso da quello del vicino. Per esempio, uno ha un locale all’aperto e l’altro al chiuso, magari con l’aria condizionata. Si metta nei panni di chi deve ingaggiare un personaggio di gran richiamo e naturalmente coprire tutte le spese: se quella sera piove, va tutto in malora. I gestori dei locali notturni hanno sempre un certo timore. Ce ne sono di quelli che vedono in coloro che si accaparrano i cosiddetti big i detentori di una specie di monopolio”.
Il fatto è che a Rimini, ormai, non ci si diverte soltanto in balera. Mentre la danza subisce una sensibile flessione, le nottate romagnole offrono altre attrattive. “Una volta – dice Salvatore Polverelli – la balera era il punto d’incontro con la ragazza, dell’approccio”. Premessa di quella che i vitelloni di Romagna chiamano “l’imbarcata”. Oggi – osserva il direttore dell’Azienda di soggiorno – i ragazzi hanno altri svaghi: magari vanno a cena in qualche trattoria, o saltano in macchina e fanno una gita nell’entroterra. Noi invece s’andava al night per il gusto di ballare. E poi, ripeto, era il modo più facile per incontrarsi. Ma il costume cambia. Io direi che si è al tramonto del consumismo della musica leggera. Ricordo che le canzoni erano addirittura inflazionate, ai tempi d’oro del Festival di Sanremo. La gente accorreva, i locali erano stracolmi: migliaia di villeggianti nei nights di Rimini”.
Allora, sulla riviera romagnola, si consumavano soprattutto canzoni. Si spandevano nei locali notturni ‘Le mille bolle blu’ di Mina, gli urli di Tony Dallara riempivano migliaia d’orecchi, Gianni Morandi ragazzo d’Emilia portava in giro la freschezza canora e adolescenti frenetiche gli si appigliavano alla giacca.
“Questi personaggi — dice Polverelli — venivano portati nelle piazze, negli stadi. Era una cosa incredibile: gli spettatori correvano addirittura il rischio di venir calpestati”. Tempi andati. Ma Adriano Celentano, che conserva prodigiosamente le sue capacità di richiamo, soprattutto nel settore giovanile, potrebbe far rivivere l’epoca del pericolo di calpestamenti. E svuotare, per una sera, parecchie sale da ballo di Rimini. Quindi, la contestazione, il «dirottamento». Non è che ogni illustre rappresentante della musica leggera abbia accesso tanto contrastato alla costa romagnola. Pare che i casi siano diversi. «Quando — osserva il direttore dell’Azienda di soggiorno — viene un paio di volte nella nostra zona la Iva Zanicchi, in fiera, una famiglia passa la serata con mille lire, vede da vicino la cantante, si guarda anche questa esposizione che è come un salotto. E si fa il pienone. Ma quello non è il pubblico dei nights. A sentire la Iva c’è la nonna e ci sono anche i nipoti. Certo, Celentano mette più paura della Zanicchi ai proprietari di locali notturni”. Comunque Claudio Semprini, presidente dell’Associazione dei night club di Rimini, esclude che il suo sodalizio abbia preso la drastica iniziativa a carico del «molleggiato». Conferma, invece, che l’associazione si oppose lo scorso anno all’allestimento dì un teatro-tenda. “Ci mettemmo contro perché volevano venir giù dal 10 luglio al 20 agosto, cioè praticamente portar via il burro della stagione. Il tendone lo montarono a Bellaria, ma rimase su un giorno solo, perché i gestori di tutti i locali da ballo avevano protestato. Le dirò di più: facemmo anche una manifestazione, con un corteo di macchine. La sera stessa smontarono il tendone”.
Per Adriano Celentano, invece, il gruppo che fa capo a Semprini non s’è mosso. Ma evidentemente altri titolari di balere si sono uniti per far cordone. Così Celentano (17 milioni a sera, a quanto si dice) si esibirà allo stadio «La Fiorita» di Cesena. Forse da Rimini, da Riccione, da Bellaria partiranno comitive di tifosi in treno e con pullman speciali. Per la prima volta, la riviera di Romagna manda in trasferta i «fans» di un campione della musica leggera.
Giuliano Marchesini
La Stampa, 13 luglio 1977
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