C'è un deficit di classe dirigente. I consiglieri comunali? A scuola. La giunta Ceccarelli? Arroccata su se stessa. Non c'è confronto e dibattito. Nella città di Panzini ma un po' in tutta la provincia pochi leader e molti portatori d'acqua. Se non si trova il modo per rinvigorire il genius loci si continua a tenere il bassissimo profilo attuale. Intervista all'ex direttore dell'Aia di Rimini, che ha deciso di scendere in campo.
“Serve una formazione adeguata per chi si candida ad un ruolo di amministratore comunale”. Gabriele Bucci si è messo in testa una pazza idea: candidarsi a sindaco di Bellaria Igea Marina, scendendo in campo con oltre un anno di anticipo, scomodando metodi e temi che non si è soliti ascoltare nel dibattito politico locale e non solo. E il primo è proprio quello della preparazione. Il muratore, l’ingegnere, il dentista, il medico (aggiunte voi ogni altra categoria professionale a piacere) non possono lavorare senza competenze. Invece una città può essere amministrata da chiunque?
Gabriele Bucci nasce come politico nel consiglio comunale di Bellaria Igea Marina negli anni 80 in quota ai Verdi. Poi passa al partito socialista, diventando anche vicesegretario della federazione riminese. E lì si ferma. Dal 1994 al 2011 è direttore dell’associazione albergatori di Rimini, siede anche nella Camera di commercio. Insomma, non è uno sprovveduto alle prime armi. Ha maturato un’esperienza, nel turismo si muove come un pesce nell’acqua, conosce i meccanismi socio-economici del territorio provinciale, divora libri, studia, s’informa, approfondisce. E’ già una notizia che uno come lui decida di metterci la faccia e le energie in un percorso tutto in salita.
Gabriele Bucci nella sua sfida vuole partire dai banchi di scuola: “Premesso che un uomo solo al comando non può produrre nulla di buono, e gli esempi non mancano anche vicino a noi, sto cercando di concretizzare una scuola di formazione per i consiglieri comunali, con lezioni tenute da docenti: urbanisti, commercialisti, manager, ecc. Da qui immagino possano uscire i consiglieri comunali che lavoreranno con me. La stagione della improvvisazione è finita. I Comuni sono macchine complesse da gestire, servono competenze specifiche”. La classe dirigente che siede oggi sui banchi del consiglio comunale non lo soddisfa: “Io seguo il consiglio comunale e so che va anche in mondovisione…”, ironizza con riferimento alla diretta streaming. “Ai miei tempi su quei banchi c’erano Italo Lazzarini, Nando Fabbri, Clara Vasini, Piero Baldassarri, Giovanni Crociati… Ora, sia che si esamini un bilancio o un piano regolatore, manca una elaborazione, una proposta, una differenza… Una capacità progettuale deve averla anche chi vuole porsi come forza alternativa, non ci si può limitare a votare contro”. Se da Bellaria alza lo sguardo agi altri comuni del territorio il giudizio non cambia: “Ci sono due o tre leader e tutti gli altri … portatori d’acqua”.
“Un po’ in tutta la nostra provincia, vedo profili bassi, la gestione dell’esistente, poca o nulla creatività per uscire dalle secche”, spiega Bucci. “A Bellaria Igea Marina noto una situazione un po’ deprimente se raffrontata alla storia del nostro Comune”. In maggioranza e alla opposizione. Bucci è stato invitato alla cena di Ottopagine (leggasi Pd) ma ha declinato l’invito: “Ho imparato che con questo partito bisogna rapportarsi da una posizione di forza, altrimenti viene fuori l’indole totalitaria del Pd”. Cena che, rispetto al programma, non ha visto la presenza di Sergio Pizzolante, pare per impegni politici romani. Nel Pd il candidato più spendibile sembra essere Marco Borroni, ma è ancora presto per dirlo. Il centrodestra è in una fase litigiosa, soprattutto fra Forza Italia e Ncd, che ha abbandonato la giunta. Bucci cerca di muoversi in maniera trasversale, puntando su contenuti e innovazione (anche nel metodo). Batte e ribatte quasi ogni giorno sui temi di attualità per offrire prospettive e punti di vista nuovi.
“Se non si trova un modo per rinvigorire il genius loci, lo spirito cittadino, si continua a tenere il bassissimo profilo attuale e non se ne esce. Così si vive di rendita e di finti dati…” Quali? “Ad esempio quelli quantitativi sulle presenze turistiche, che in realtà dicono poco o nulla perché avere gli alberghi pieni di anziani anche a luglio dice di un problema. Poi si assiste al circolo sempre più chiuso albergo-spiaggia, una tendenza che si va strutturando sempre di più, e che ha finito col depauperare tutta la rete commerciale. Così non si cresce, anzi si muore”.
Dice Bucci che “la giunta Ceccarelli si era data l’obiettivo di fare diventare il mondo imprenditoriale, delle categorie economiche, classe dirigente ma il risultato somiglia più ad una occupazione del potere a favore di pochi albergatori. Se non si esce da questo imbuto, per cui poche famiglie determinano tutto e attestano la linea di navigazione sotto costa, la città non decolla. Quando, dal punto di vista turistico, ci ritroveremo con tutti i nostri concorrenti nel pieno delle loro forze, mentre attualmente sono come intontiti dalle crisi internazionali e dal terrorismo, cioè quando alla gente tornerà la voglia di viaggiare, saremo costretti a farne le spese perché non abbiamo completato quello che avremmo dovuto fare nel momento delle vacche grasse”.
Parlando di Bellaria, Gabriele Bucci (al quale non manca la favella) intavola anche un altro tema, che non farà certo piacere agli attuali inquilini del palazzo di piazza del Popolo: “Abbiamo una giunta arroccata su se stessa dentro al fortino e diversi cittadini insoddisfatti fuori. Non c’è dibattito, discussione né analisi su questi temi. Anzi, direi che emerge una sorta di cesarismo, di personalizzazione: parla solo il leader. Però coi leader, come dimostra anche l’ultimo libro di Bruno Vespa (Soli al comando. Da Stalin a Renzi, da Mussolini a Berlusconi, da Hitler a Grillo. Storia, amori, errori, ndr) succede che se ci indovinano va tutto bene, ma se sbagliano sono guai. Io non ho mai visto un timore della gente a parlare come vedo in questa fase. Almeno la dialettica con le associazioni di categoria dovrebbe essere forte, invece nemmeno quella. Il mondo economico gestisce Verdeblù e Palacongressi, ma si è vista innovazione? Io non l’ho vista. E’ l’amministrazione comunale che deve fare politica turistica, avere un pensiero turistico, e Verdeblù deve essere lo strumento. Non si è fatto nulla per individuare una specializzazione-vocazione del nostro Palacongressi (più famoso come “Palaveleno, ndr) rispetto ad un mercato riminese dominato da ben altri colossi. Non è da bellariesi starsene con le mani in mano in questo modo. Dov’è finita la stagione degli anni ’80-inizi ’90, che anche io ho vissuto, quando avevamo quattordici locali da ballo, un sacco di ospiti stranieri? Certo, c’erano condizioni esterne diverse, ma da qui a niente ce ne passa”.
Gabriele Bucci scarica continue sollecitazioni e guarda con ottimismo a quello che potrebbe nascere. “Penso che riuscendo a sfornare una progettualità adeguata, risvegliando il genius loci, anche gli spiriti sopiti avrebbero un sussulto. Ma deve passare l’idea che il singolo cittadino, pur non essendo chiamato a fare politica nel senso elettivo del termine, deve fare la propria parte per rendere la città in cui vive più bella e moderna”.
Qualche affondo sui singoli aspetti. “Bellaria è ancora ferma all’isola dei platani”. Che nel frattempo è sfiorita. “La linea degli attuali amministratori, ma anche del Comitato dell’Isola, è quella di fare delle sagre per animarla. La prima domanda é: c’è una differenza fra classe dirigente elettiva e classe dirigente di categoria, che giustamente difende gli obiettivi corporativi? Se c’è, allora devono emergere delle proposte diverse dagli amministratori”. Quali? “Primo. Nell’Isola bisogna portarci gente, perché adesso è morta, e solo gente chiama gente. Servono dei poli di attrazione. Il Pjazza è vuoto da anni, facciamone la casa della musica, visto che a Bellaria Igea Marina ci sono un sacco di gruppi musicali, attrezziamolo per consentire di incidere, realizzare video, ecc. Il Teatro Astra perché deve lavorare solo col palinsesto del teatro, che chiamare teatro è tanto? Facciamone spettacoli continui nel fine settimana per tenerlo vivo. La fascia centrale dell’Isola, che ha perso tutta la sua rigogliosità iniziale e le siepi sono state tosate in modo indecente, facciamola diventare un percorso botanico di essenze mediterranee, belle da vedere e quindi attrattive. Di default nessuno va più a vistare una città, occorrono delle esperienze nuove da vivere. In estate invece potrebbe diventare una “sala da ballo” diffusa, visto che non ci sono più sale da ballo, con vari generi per adulti e bambini: la città delle musiche. La parola d’ordine è caratterizzazione, unicità, non marmellata indefinita.
Avanti. “Riutilizzando il logo Anteprima, ma non del cinema indipendente, piuttosto come arena naturale per le anteprime di tutti gli eventi e spettacoli dell’entroterra. A Bellaria creiamo una “finestra” per il Palio del daino piuttosto che per l’800 Festival, per citarne due, gli ospiti possono vedere degli assaggi e quindi decidere di seguire anche le manifestazioni nei vari Comuni”.
Autofinanziamento. L’abitudine gioca brutti scherzi. E la cosa più semplice è quella di attingere alle casse pubbliche invece di aguzzare l’ingegno. “La nostra ricchezza sono le presenze turistiche, è la scoperta dell’acqua calda, ma da questa evidenza possono discendere pratiche nuove”, assicura Gabriele Bucci: “L’Isola dei platani è frequentata da migliaia di persone ogni sera. Troviamo il modo di certificare queste presenze, ad esempio attraverso un rilevamento da affidare alla facoltà di statistica dell’università di Rimini, targettizziamo quel pubblico, poi saremo in grado di andare da alcune grosse griffe e invitarle a proporsi nel nostro “salotto”: per loro sarebbe una condizione ideale, molto migliore dello spot in tv, per noi una entrata economica e una notorietà gratuita”.
Polo Est? “E’ diventato uno stabilimento balneare”. Il Beky bay? “Lo vedrei bene come luogo per attività legate al benessere. Il tema oggi è promuovere gli atteggiamenti giusti per la salute, prima ancora della prevenzione”.
Il vulcanico Bucci sforna idee. Ha già steso anche il “manifesto poetico-politico dei cittadini di Bellaria Igea Marina”. L’incipit è questo: “Vogliamo costruire insieme una città che si rinnovi e che torni ad essere fra le prime località turistiche d’Italia. Che si distingua in meglio, anche in campo internazionale, e faccia dire a tutti che è proprio unica! Che abbia un suo stile, una sua attrattività e una sua notorietà”.
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