Villa Manzi, è sempre troppo tardi

Villa Manzi, è sempre troppo tardi

Da molti anni è rifugio per tossici, balordi, clandestini e occupanti abusivi di mestiere. Un pugno nello stomaco vista mare, in mezzo a due hotel che non hanno fatto niente di male per meritarsi la brutta compagnia.

Siamo a Rivabella di Rimini, in via Paolo Toscanelli, civico 23. Un cazzotto nello stomaco, tra due alberghi del tutto dignitosi: ciò che rimane di Villa Manzi, deturpa l’intero lungomare. Uno sgorbio che indigna residenti e soprattutto turisti. Molte lamentele, ma nessun risultato.

La storia della pensione Villa Manzi comincia nei febbrili anni ’50, quelli della ricostruzione, della vertiginosa crescita economica italiana. Sono anni talmente vorticosi che con l’andare del tempo, non tutti riescono a rimanere in equilibrio. Nel 1999 la pensione cessa l’attività e da quel momento diventa facile preda di tossici, balordi, clandestini e occupanti abusivi di mestiere. E’ il consueto tema conduttore che accompagna gli alberghi dismessi. Nel 2014, il 17 e 18 di maggio, per tentare un colpo di mano a danno dei molti visitatori non paganti (dicono) viene organizzata la quinta edizione di Matrioska (spazio di ricerca per mostrare prodotti artigianali di designer e creativi con accompagnamenti musicali, performance, laboratori, fantasia, bevute in compagnia e divertimento a profusione). In sostanza, Arts and Crafts alla romagnola. Peccato che l’immobile ospitante sia in pessime condizioni strutturali. Per contro, a dispetto della sicurezza e del decoro, gli organizzatori ottengono il patrocinio del Comune di Rimini e della Regione E. Romagna (sic!).

Nel mese di luglio, si replica con un’altra chiassosa manifestazione che dura tutta la notte, ottiene l’approvazione del Comune, le vibrate proteste dei turisti e quelle di un consigliere comunale “non allineato” che chiede ragioni della kermesse. Come sempre, non accade nulla. Villa Manzi rimane là indifesa, tanto che l’anno seguente viene catturata da un’associazione di occupanti di mestiere, gli attivisti del “Paz”. Questi vengono cacciati a fatica dalle forze dell’ordine. Ma la rumba ricomincia appena l’ultimo stivale nero svolta l’angolo.
Clandestini e vagabondi tornano ad abitare lo stabile, nonostante divieti e transenne.

Vetri rotti, infissi divelti e serrande sbilenche attraggono anche altri prestigiosi ospiti.
Il luogo, ci dicono, è invaso da topi, ratti e pantegane. Un vero e proprio luna park per roditori in cerca di svago.
Si arriva a marzo 2017 con l’ennesima interrogazione di un altro consigliere comunale: denuncia lo stato indecente e pericoloso di Villa Manzi. I conseguenti provvedimenti sono così efficaci che come dimostrato in foto (siamo in agosto), si vedono chiaramente indumenti stesi ad asciugare a uno dei balconi. Quando si dice avere il pugno di ferro…

Indumenti stesi ad asciugare sul balcone (foto scattata lo scorso agosto)

Abbiamo anche filmato un extracomunitario che ritira un sacco azzurro di merce da vendere da una delle cabine esterne alla pensione. Casa e bottega.
Dunque, la situazione è davvero critica. E pensare che sul web abbiamo trovato un bel disegno che a dire dei progettisti è già approvato e pronto per la messa in opera: Villa Manzi potrebbe diventare un interessante quattro stelle di 33 camere, spiaggia privata, centro benessere, parcheggio interno ed esterno. E anche i due alberghi confinanti non chiederebbero di meglio.
Basta che qualcuno rilevi la vecchia, vituperata, pensione Luna Park.

COMMENTI

DISQUS: 0