Dall'essere uno dei punti di riferimento a Rimini nel Msi-An alla identità di vedute con Matteo Salvini. Di ritorno da Roma, Claudio Di Lorenzo spiega da dove nasce la sintonia col popolo leghista e parla del "vento in poppa" che può portare a palazzo Garampi il centrodestra a trazione Lega.
“Piazza del Popolo con Matteo Salvini, l’Italia è qui!” A postare queste parole sul suo profilo Facebook è Claudio Di Lorenzo, in passato un nome di riferimento a Rimini dentro l’Msi-An, che oggi è salito sul pullman per andare alla manifestazione della Lega a Roma, dove il palco di piazza del Popolo è stato tutto per Matteo Salvini.
“Da tempo collaboro con la Lega a vari livelli e faccio parte sin dalla fondazione di un movimento politico che alle elezioni ha presentato candidature nella Lega ed ha consiglieri regionali, uno anche in Emilia Romagna: il Movimento nazionale per la sovranità”, spiega. Fra i tanti che sono partiti per la Capitale, ci sono anche il segretario provinciale della Lega Bruno Galli, il consigliere comunale Matteo Zoccarato, il segretario comunale Oscar Fabbri.
Allora Di Lorenzo, perché da An alla condivisione delle battaglie leghiste?
Io vengo dal Msi-An e poi il Pdl, ma quando Berlusconi ha rifondato Forza Italia io e tanti altri ci siamo trovati senza un riferimento perché siamo lontani dalla matrice liberista…
In questo momento cosa la convince di più della politica di Salvini?
Posso rispondere anche solo limitandomi al discorso odierno di Salvini, un intervento totalmente nazional-popolare, nel quale ha toccato corde per me fortemente sensibili: la critica alla globalizzazione, l’indipendenza nazionale, la rivalutazione di valori come Dio, patria e famiglia, che sono tipicamente di destra, quindi mi trovo molto in linea con quello che dice.
Lei pensa che il traino della Lega possa servire anche alle amministrative del 2021 a Rimini?
Assolutamente sì, penso che non solo ci sarà il traino ma la centralità della Lega in un progetto di alternativa alla sinistra. Oggi senza la Lega non potrebbe esistere l’alternativa. La Lega si dovrà fare carico, magari smussando qualche angolo e qualche voglia di primogenitura, di un progetto per la città che coinvolga tutte le forze che sono alternative al Pd. Tutti insieme, con tanta buona volontà, dovremo riuscire a dare vita a questa alleanza e la Lega mi pare ne sia assolutamente consapevole e dovrà assumere questa centralità.
Ma sarà determinante come sempre il candidato giusto per vincere alle amministrative.
Bisognerà lavorarci, ma non credo che tra società civile e politica non si riesca a trovare un candidato che abbia la capacità di fare questa sintesi. Prima occorrerà delineare il quadro generale, al quale ho accennato, poi dovrà essere scelto un candidato che abbia le qualità giuste, ma non dovrebbe essere così complicato, anche per il forte vento in poppa che soffia a livello nazionale. Mentre tre anni fa il clima era totalmente negativo, e Forza Italia e Fratelli d’Italia completamente spompati, la prossima volta sia la Lega che questi partiti non si faranno trovare impreparati. Gnassi, che nella politica di immagine è un gran professionista, non è ricandidabile…, ci sono tutte le condizioni affinché il centrodestra si faccia un bell’esame di coscienza e inizi a ragionare sulle cose che uniscono.
Due o tre priorità che questa coalizione alternativa dovrebbe affermare a Rimini?
Il disegno della città, anzitutto, che non è solo il centro storico, serve massima attenzione alle zone periferiche, quindi il tema della sicurezza e gli obiettivi anche più elementari ma fondamentali, a partire dalla manutenzione ordinaria, a Rimini abbiamo strade impercorribili per come sono ridotte. Poi c’è la grande questione economico-turistica.
Cioè?
Gli imprenditori devono essere messi in condizione di riqualificare, gli investimenti si fanno se c’è un progetto credibile e spendibile, se c’è un ritorno, perché se i conti non tornano nessuno spende.
Quindi tra tre anni lei reputa possibile per una alleanza di centrodestra andare a palazzo Garampi?
Ma certo, già i numeri delle politiche lo dicono. Da noi c’è sempre stata una differenza tra voto politico e amministrativo, però oggi ci sono tutte le condizioni, e sprecarle sarebbe folle.
Entusiasta della trasferta a Roma anche Bruno Galli: “La manifestazione di oggi è stata la certificazione plastica del fatto che il leader politico dell’anno, non solo in Italia ma in Europa, è Matteo Salvini. Una piazza del Popolo gremita come si è vista oggi è un messaggio chiaro, e dico gremita davvero non come accade per le manifestazioni del Pd”. Vi carica anche per gli impegni riminesi questa giornata? “Non voglio fare né il presuntuoso né lo spocchioso, però eravamo già carichi, per noi oggi è la conferma del buon lavoro che facciamo sul territorio…, penso di essere l’unico movimento quantomeno in regione che ogni settimana, tutti i lunedì, riunisce una quarantina di persone per lavorare sugli obiettivi che ci siamo dati. Certo, quella odierna è una ulteriore iniezione di fiducia per chi crede nel buonsenso al governo”.
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