"Partendo da dosi di materiale grezzo che oscillavano dagli 8 ai 15 grammi, siamo giunti a estrarre un prodotto con concentrazioni superiori allo 0,6%, limite della legalità. Da calcoli successivi siamo arrivati alla conclusione che con 20-30 grammi di prodotto grezzo si può arrivare ad estrarre un concentrato resinoso di circa 25 milligrammi di principio attivo, dimostrando che effettivamente non servono chili di cannabis light per ottenere un effetto psicoattivo". La sconvolgente scoperta del dottor Serpelloni, di cui si è parlato oggi a San Patrignano.
E’ facile estrarre il Thc per ottenere un effetto alterante dalla cannabis light. L’ha spiegato oggi a San Patrignano, dove sono in corso i WeFree Days, il dottor Giovanni Serpelloni.
Attraverso strumenti specifici, ha detto il medico, si può estrarre e concentrare il Thc, ottenendo così una sostanza alterante dannosa per la salute. Ad effettuare e presentare la ricerca Giovanni Serpelloni, direttore dell’UOC Dipendenze di Verona e attivo anche presso il DP Institute dell’Università della Florida che ha coordinato la sperimentazione effettuata nei tre Istituti di Medicina Legale delle università di Verona, Parma e Ferrara.
“Il Consiglio Superiore di Sanità si era espresso in merito alla pericolosità di queste sostanze, rimanendo inascoltato”, sono state le sue parole. Nel frattempo sono spuntati come funghi i punti vendita di cannabis light, due anche anche a Rimini. Del tema ci siamo occupati a più riprese, anche intervistando il dottor Antonio Boschini. “Io ho cercato di capire se anche utilizzando la cannabis light fosse possibile estrarre e concentrare il principio attivo Thc in dosi sufficienti per ottenere l’effetto stupefacente”. E a quale risultato è pervenuto? Seguendo le indicazioni di un sito internet, ha costruito un estrattore domestico con gas butano (quello per gli accendini o per i fornelletti da campo) di Thc. “Abbiamo sottoposto al procedimento diversi tipi di Cannabis Light. Partendo da dosi di materiale grezzo che oscillavano dagli 8 ai 15 grammi, siamo giunti a estrarre un prodotto con concentrazioni superiori allo 0,6%, limite della legalità. Da calcoli successivi siamo arrivati alla conclusione che con 20-30 grammi di prodotto grezzo si può arrivare ad estrarre un concentrato resinoso di circa 25 milligrammi di principio attivo, dimostrando che effettivamente non servono chili di cannabis light per ottenere un effetto psicoattivo. Un principio attivo che può essere fumato con tabacco, ingerito o diluito in glicole e quindi fumato con le sigarette elettroniche, come sta avvenendo da anni negli Stati Uniti, ma anche qui in Italia da qualche tempo”.
Cosa dimostra questo esperimento secondo la comunità di recupero? “Che esiste una pericolosità e una possibilità di concentrazione in grado di creare una sostanza farmacologicamente attiva e utilizzabile per fini voluttuari provocando alterazioni neuropsichiche. Tutte le ricerche sia in ambito preventivo che tossicologico mostrano che queste sostanze e questi negozi sono pericolosi per la salute pubblica soprattutto per i giovanissimi – ha concluso Serpelloni – Siamo convinti che sarebbe buona cosa impedire la diffusione di questi negozi e la vendita di queste sostanze senza esitazioni e ritardi da parte delle istituzioni competenti”.
Antonio Tinelli, responsabile della prevenzione di San Patrignano, ha rincarato: “Chi semina cannabis raccoglie eroina. Questi negozi di cannabis light stanno sempre più abbassando la percezione del rischio e non a caso sono sempre più giovani i ragazzi che ci chiedono aiuto, con un aumento del 70% dei minori negli ultimi cinque anni. Purtroppo vediamo come il 98% dei ragazzi entrati a San Patrignano abbia fatto uso di cannabis e se è vero che non tutti coloro che usano cannabis arrivano all’eroina, è altrettanto vero il contrario, e noi dobbiamo stare dalla parte di tutti quei ragazzi che vivono situazioni difficili e che quindi sono a rischio”.
Ha portato la sua testimonianza anche un professore che tocca con mano ogni giorno il problema giovani e dipendenze, Paolo Ippoliti del “Cassata Gattapone” di Gubbio: “Siamo sotto assedio e la cannabis light è il perfetto cavallo di Troia per diminuire ancor più nei giovani la percezione del rischio di un problema di cui non immaginano la pericolosità. Ai ragazzi interessa davvero poco il contenuto di Thc, loro vogliono lo sballo e sono sempre più convinti che la cannabis non faccia male. E’ invece indispensabile continuare a fare informazione, fargli sapere a quali rischi vanno incontro e progetti di prevenzione come il WeFree sono davvero essenziali per noi professori”.
Domani arriva a Sanpa il Ministro Fontana. Parteciperà ad un dibattito dal titolo “da 40 anni recupero, prevenzione, educazione: eroi o folli?”. Ad aprire i lavori sarà appunto il ministro per le Politiche per la famiglia con delega alla droga. Dopo il suo intervento si terrà un primo momento di confronto sulla prevenzione alla presenza di Maria Contento, Direttrice del Dipartimento Politiche Antidroga, John L. Harrison, Office of the Chairman Community Anti-Drug Coalitions of America, Antonio Affinita, direttore del Moige. A seguire un panel sul recupero come valore positivo per la società a cui parteciperanno Roberta Pacifici, Responsabile Osservatorio Fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore della Sanità, e David Best, professore associato di studi sulle dipendenze alla Monash University di Melbourne.
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