Commissione cultura sul cantiere e scoppia la rivolta contro la fellinizzazione di piazza Malatesta

Commissione cultura sul cantiere e scoppia la rivolta contro la fellinizzazione di piazza Malatesta

Si scopre che mentre si spendono 12 milioni per i musei felliniani, non si trovano 35mila euro per interventi basilari alla Domus del chirurgo

A fronte di tesori che gli scavi archeologici stanno portando in superficie, l'impressione che consiglieri ed esperti hanno maturato ieri è che l'amministrazione comunale non voglia approfondire e che procederà con la pavimentazione, lasciando sotto la storia di Rimini. Gioenzo Renzi: "Non so se sarà la Procura che dovrà esprimersi al riguardo, perché troppe volte in questa città i vincoli sono stati bypassati". Scontro aperto fra Davide Frisoni e il Pd: "Siamo stati tenuti all'oscuro di tutto, è il momento che parta la discussione sul progetto Fellini e il futuro della piazza".

Sopralluogo sul cantiere degli scavi archeologici di piazza Malatesta ieri pomeriggio, voluto dal presidente della commissione cultura Davide Frisoni (Patto civico). E’ cominciato alle 15.30 e si è protratto per un’ora abbondante. Facce accaldate al termine e non solo per il sole che a quell’ora “picchiava” forte. Lo si è capito poco dopo cosa bolliva in pentola, quando i partecipanti (oltre ai consiglieri comunali, ad Annalisa Pozzi della Soprintendenza, all’assessore alla cultura Giampiero Piscaglia, alla dirigente del settore Facility Management Chiara Fravisini, al segretario generale Luca Uguccioni, ai tecnici di Hera, c’erano alcuni invitati: Giovanni Rimondini, Giulio Zavatta, Alessia Gattei per Italia Nostra, Oreste Delucca; assente invece il sindaco Gnassi) si sono diretti nella sala del consiglio comunale per approfondire gli elementi di conoscenza legati a quello che gli archeologi hanno cominciato a scoprire. L’acceso confronto è durato fino alle 19 e nell’ultima parte è scoppiato uno scontro durissimo all’interno della maggioranza. Partiamo da qui per raccontare in estrema sintesi l’oggetto del contendere, perché la dice lunga su come funzioni la giostra dei beni culturali a Rimini.

La commissione cultura più una serie di invitati ieri all’ingresso del cantiere per il sopralluogo

Davide Frisoni aveva appena ipotizzato per piazza Malatesta una sorta di “Domus del chirurgo 2“, ovvero un’area “archeologica climatizzata” come in piazza Ferrari, con gli splendori archeologici in bella vista, ma a quel punto la rappresentante della soprintendenza Pozzi è saltata sulla sedia ed è sbottata: “scusate ma già abbiamo dei problemi veramente notevoli alla Domus del chirurgo, quindi anche se si trovano dei tesori sotto piazza Malatesta non pensate alla valorizzazione perché immaginare una seconda Domus lì, con tutte le problematiche che ci sono in piazza Ferrari…, se ottenete 2 milioni di euro per favore spendetene 35mila per restaurare la grata della finestra della Domus del chirurgo che si sta polverizzando“. Gelo in sala e mormorii, non solo per il tono ultimativo della rappresentante della Soprintendenza, ma per la clamorosa rivelazione. Mentre Andrea Gnassi spende 12 milioni di euro per tre luoghi felliniani, la domus inaugurata da Ravaioli nel 2007 e che si meritò una puntata di Superquark con Alberto Angela, è già finita nel dimenticatoio e se la passa male per mancanza di risorse che impediscono di mettere mano anche ad interventi basilari.

Frisoni è stato chiaro: “Ben sapendo storicamente che sotto piazza Malatesta c’era tutto questo ben di Dio, compreso il fossato del Brunelleschi, e che saremmo andati sicuramente a trovare questi tesori, perché non è stato chiesto al Mibact un finanziamento per approfondire gli scavi invece che solo quello per realizzare la piazza?” E si è dato anche la risposta: “Chi ha voluto fare il museo Fellini a tutti i costi non si è posto il problema, un po’ fregandosene di quello che c’è sotto e di andare a cercare la storia di Rimini”. Ma adesso è possibile chiedere al ministero se la parte di finanziamento necessaria per realizzare la pavimentazione, 1 milione 900 mila euro, “può essere destinata per approfondire lo scavo archeologico, visto che per farlo sarebbe necessaria circa la stessa cifra?”. Stesso interrogativo posto poi da Gennaro Mauro. La risposta è stata negativa. Secondo l’assessore alla cultura, Giampiero Piscaglia, girando questi soldi a favore degli scavi si andrebbe incontro “al penale”: “Occorre un altro progetto e con un finanziamento apposito per gli scavi”.

Ed è questo che al termine della lunga discussione è risultato abbastanza chiaramente: nonostante piazza Malatesta stia restituendo molto della storia di Rimini, anche se per avere l’ufficialità di queste scoperte occorrerà attendere la conclusione degli approfondimenti condotti dalla Soprintendenza (pronti probabilmente per il Festival del mondo antico, come ha annunciato Piscaglia), tornare indietro sul progetto della piazza felliniana sembra impossibile.

Alla rivelazione della soprintendenza sulla Domus che sta perdendo qualche pezzo e che non trova nemmeno 35mila euro per le emergenze, Frisoni è esploso: “Buono a sapersi…, sono presidente della commissione cultura e di questa cosa della Domus non sapevo assolutamente nulla, come non so nulla del progetto Fellini…, la fontana sulla quale sarà proiettato il Rex quanto è alta, quanto nasconde della visuale del castello? Adesso è il momento che parta la discussione politica sul progetto Fellini…“. Ed è qui che è partita anche la reazione della consigliera del Pd Giulia Corazzi: “Stai uscendo dal tuo ruolo istituzionale”, ha detto a Frisoni. E lui: “No, sto solo dicendo che il progetto Fellini non è stato condiviso, è un progetto della giunta sul quale siamo tenuti all’oscuro di tutto, ho dovuto fare un accesso agli atti per vedere il progetto che ha vinto, in commissione cultura non è passato nulla. Adesso deve cominciare questo percorso politico, decidendo anche il destino di piazza Malatesta, perché queste pagliacciate felliniane sulla piazza anche no; siccome abbiamo già il Fulgor e il castello dedicati a Fellini, le strutture felliniane sulla piazza sono una sciocchezza. Prendere coscienza di quello che sta emergendo con gli scavi può significare anche cambiare il progetto previsto in piazza Malatesta”. Corazzi: “Chiami il presidente del consiglio comunale”. Frisoni: “Chiamatelo voi se pensate ci sia un problema istituzionale”.
Giulia Corazzi avrebbe preteso di bloccare la commissione che a suo parere stava spingendosi troppo avanti, ma Frisoni metteva altra carne al fuoco: “Chiederò eventualmente anche di votare un indirizzo su piazza Malatesta, come non succede da troppi anni in commissione cultura” (cosa poi non avvenuta). “Il gnassismo non ha portato nelle sedi istituzionali nemmeno progetti importanti come questi, è mancato totalmente un processo di condivisione“, è stato il commento di Gennaro Mauro. Tutta un’altra storia, insomma, rispetto a quella narrata dal sindaco nel recente incontro con Stefano Zamagni, all’insegna della partecipazione, dei progetti condivisi con la città e del “realizzo solo quel che è stato approvato nel piano strategico”.
Pochi minuti dopo questo trambusto ecco materializzarsi in sala il segretario generale del Comune, che però ha solo assistito ai lavori senza prendere la parola, mentre Annalisa Pozzi ha lasciato i lavori.

In apertura di seduta la commissione ha dato la parola anche a Giulio Zavatta e Giovanni Rimondini. Il primo: “Se abbiamo un castello legato in maniera documentale a Brunelleschi, dobbiamo avere l’idea che l’antemurale, il margine del fossato, è una parte integrante del castello, lo ribadisco e vorrei che rimanesse agli atti; mi risulta inspiegabile come una Soprintendenza, soprattutto ai beni architettonici, non sappia individuare la parte cruciale del castello in quelle strutture, e come si possa consentire di costruire in quella che è in tutto e per tutto una parte del castello, è come mettere una fontana dentro il castello…” Temi sollevati anche da Rimondini e sostanzialmente richiamati nel suo articolo pubblicato ieri su Rimini 2.0. Zavatta ha anche invitato a “trovare un certo equilibrio: non si può né fellinizzare e né pompeizzare troppo situazioni che forse Pompei non sono”.
Il funzionario archeologo della soprintendenza (responsabile del patrimonio archeologico della provincia di Rimini e di alcuni comuni della provincia di Forlì-Cesena) Annalisa Pozzi ha assicurato che la fontana non intaccherà il margine del fossato, ma su questo aspetto anche il consigliere Gioenzo Renzi è andato all’attacco: “All’amministrazione comunale di scoprire la storia stratificata della città non gliene fregava niente sin dall’inizio, Gnassi chissà quante imprecazioni tirerà fuori per quel cantiere che non procede visto che entro marzo-aprile deve essere concluso per inaugurarlo alla fine del suo mandato. La risposta della soprintendenza non mi ha convinto assolutamente perché non riesco a pensare come un vincolo archeologico si possa bypassare con lo spostamento dei vani tecnici, quando sulla piazza il vincolo esistente prevede la inedificabilità assoluta“. Ed ha paventato un esposto: “Non so se sarà la Procura che dovrà esprimersi al riguardo, perché troppe volte in questa città i vincoli sono stati bypassati. La volontà dell’amministrazione è quella di ricoprire tutto, non si ha il coraggio di dirlo politicamente in maniera chiara ma questo è l’intendimento, in questo modo però Rimini perde un’altra occasione storica dopo quella della mancata riscoperta del fossato“.
Un invito al dialogo è venuto dall’assessore Piscaglia che ha perorato la causa del “non dividersi per fazioni, come già accaduto per il teatro Galli, fra Fellini e Brunelleschi, oppure fra Roma (nel senso del film felliniano) e Pompei”, e ad attendere la conclusione degli studi da parte della soprintendenza. “Dopo di che ognuno dovrà assumersi la responsabilità di indicare alla città un progetto che tenga conto di tutti i fattori in gioco. Non è vero che si vuole coprire il prima possibile, stiamo solo aspettando gli approfondimenti della soprintendenza…”.

Il consigliere Carlo Rufo Spina sta raccogliendo le firme per un consiglio comunale tematico e per arrivare a votare una delibera che chiede di “sospendere l’attuale cantiere di Hera” e la “attuale previsione di destinazione di piazza Malatesta quale “piazza dei sogni”, spazio dedicato nell’ambito del Museo Fellini alla posa permanente di set, scenografie ed allestimenti felliniani tratti dai film più significativi del regista riminese”, per “promuovere presso il Mibact nuovi finanziamenti che permettano di portare alla luce il patrimonio storico-artistico ed archeologico della piazza in quanto di rilevanza internazionale, quale la controscarpa del fossato di Castel Sismondo, dando compimento a tutta l’opera di Brunelleschi e non di meno al quartiere romano e medievale di cui c’è già documentazione storica”.
Spiega Rufo Spina che “a seguito della IV commissione cultura all’interno del cantiere di Piazza Malatesta, alla presenza della Soprintendenza, dei più insigni storici cittadini e delle associazioni culturali, è emerso chiaro l’indirizzo della commissione di rivedere la destinazione della piazza ad allestimento delle scenografie ed allestimenti felliniani, nonchè, alla luce degli straordinari ritrovamenti emersi a pochi centimetri dal piano di calpestio, l’opportunità di condurre più approfondite indagini archeologiche fino allo strato romano (da 2 metri a 5 metri). Per questo motivo l’opposizione sta raccogliendo le firme per un consiglio tematico nel quale discutere e deliberare sull’ordine del giorno allegato del quale sono il firmatario. Da sempre noi dell’opposizione siamo decisamente contrari alla “fellinizzazione” di Piazza Malatesta e del Castello del Brunelleschi, ora auspichiamo di trovare condivisione alla nostra visione tra le menti più indipendenti e illuminate del consiglio comunale. L’occasione è storica e irripetibile. Non è una battaglia politica: è una battaglia per il bene di Rimini!

Ma l’impressione è che senza una mobilitazione dei riminesi, con l’aiuto di personalità di rilievo nazionale (come accadde per il teatro Galli), il destino di piazza Malatesta sia già segnato.

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