Fra i busti dei fondatori del turismo riminese si accampano balordi e accattoni, sotto il Novelli tende e cartoni ospitano vacanzieri che degradano la città. Ma i blitz della polizia municipale puntano altrove.
La giunta Gnassi ogni tanto si appunta una stelletta sulla giacca informando urbi et orbi che la polizia municipale ha svolto i “controlli antidegrado a Rimini sud” per “il presidio del territorio”. Parco Murri e colonie. Ieri, ad esempio, “nella zona del parco Murri sono state identificate tre prostitute a cui sono stati notificati altrettanti verbali (da mille euro l’uno) per esercizio della prostituzione. Poco lontano, sempre nella zona di Marebello, la polizia Locale di Rimini ha provveduto a interrompere l’attività di cosiddetti campanellari”.
“Controlli mirati – spiega l’Amministrazione comunale – in una zona della città su cui stiamo concentrando gli sforzi. Marebello e tutta la zona delle ex colonie è infatti monitorata durante la giornata e sono frequenti i blitz e i controlli a qualsiasi ora del giorno. Si comincia a notare un certo effetto deterrenza, visto che durante l’ultimo controllo sono state decisamente ridotte le identificazione e i verbali notificati. Questo ovviamente non modifica il nostro atteggiamento di controllo a presidio del territorio che proseguirà nei prossimi giorni, e per tutto il periodo estivo”.
Ma Marina centro chi la presidia? Basta farsi un giro nei luoghi un tempo più blasonati del turismo a Rimini per rendersi conto che il degrado non è relegato solo alla periferia. Tralasciando la stazione e le aree limitrofe, largo Gramsci e via IV Novembre che continuano ad essere ostaggio di ubriachi, accattoni e varia umanità che vive di espedienti, tema del quale ci siamo occupati più volte (qui), lo scandalo di cui nessuno sembra volersi curare si materializza a due passi da piazzale Fellini, sotto alle finestre della Destinazione turistica Romagna, di Apt e dell’assessorato al turismo di palazzo Garampi, a fianco della fontana dei quattro cavalli. Praticamente a due passi da dove comincia la nuova cartolina, il lungomare con la “palestra a cielo aperto” tanto strombazzata.
Sotto il “Novelli” trovano posto tende e giacigli di fortuna. Praticamente ogni giorno si può assistere al risveglio del turista “fai da te”, camera con vista su viale Gioia e viale Cappellini. Non ci sono più parole per descrivere il decadimento di questa parte di città. La contraddizione è stridente: fra i monumenti dei fondatori del turismo riminese, nel parco Fellini, e a quattro passi dal waterfront all’insegna del wellness, si accampano balordi a ogni ora del giorno e della notte, dando l’impressione che chi di dovere abbia scientemente deciso di chiudere gli occhi e di non fare nulla. A farne le spese sono hotel, bar, ristoranti, negozi, costretti a subire l’occupazione indesiderata di una delle zone più belle della città e sicuramente il simbolo della vacanza a Rimini. Ad essere preso a ceffoni è il nostro Turismo.
Non più famiglie con bambini e nemmeno giovani innamorati seduti fianco a fianco, o gruppi di ragazzi ai quali si è disposti a perdonare anche qualche rumore di troppo. No, il parco di quella che dovrebbe essere la nostra eccellenza al mare, è appannaggio di personaggi poco raccomandabili. Basta appostarsi poco distante per rendersene conto: c’è chi dorme steso a terra, chi urina fra pini, lecci e tamerici, che si infila i pantaloni, chi arriva e chi parte a passo spedito, nonostante le stampelle d’ordinanza che entrano in azione alla bisogna, per dirigersi verso la spiaggia e il trafficato lungomare a chiedere l’elemosina e a cercare di sopravvivere. Possibile che una pattuglia della polizia municipale non passi mai da quelle parti? Che al sindaco o a qualche assessore diretto a tagliare l’ennesimo nastro del parco del mare o del Psbo, non cada mai l’occhio in questa terra di nessuno? Oppure si preferisce voltarsi dalla parte opposta?
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