Appena ultimati i lavori costati 1,5 milioni di euro. Ma chi "abita" questo luogo e, indisturbato, lo utilizza anche in pieno giorno come dormitorio, w.c. e tanto altro? Torniamo sul tema: non basta un arredo per allontanare il degrado.
Nel 2019 il Sole 24 Ore pubblica una propria indagine condotta sulla qualità della vita nelle città italiane. Rimini si piazza al 17° posto della classifica generale. Non male. Tra le complesse voci specifiche riportate, quella per Ambiente e Servizi ci vede nella deludente posizione di metà tabellone. Veniamo infatti sotterrati nella casella 48: che abbia influito non avere ancora un Piano del verde pubblico? Quanto a Ricchezza e Consumi, scendiamo ancora: otteniamo un gettone poco remunerativo: 72° stallo. Siamo invece accreditati di un’abbacinante medaglia d’oro per Cultura e Tempo libero (sorbole!). Un’idea noi ce la siamo fatta, ma lasciamo valutare ai lettori quali dei due comparti abbia dato maggiore propulsione verso l’apogeo del Sole. I dolori veri arrivano alla voce Giustizia e Sicurezza. Rimini è ammanettata al 104° posto su 107: medaglia di legno, come si dice in gergo sportivo. Solo tre gradini sotto Roma, Firenze e Milano che si aggiudica la “Salata” maglia nera. Annaspiamo, ci sono margini di miglioramento, ma siamo lì, a un soffio dal podio. Speriamo di no, naturalmente. Non augureremmo mai alla nostra città di conquistare una posizione in pedana, ma di allontanarcene anni luce a velocità fotonica. Tuttavia, al momento attuale quel dato non conforta. Da una realtà numericamente e spazialmente contenuta come la nostra, da sempre avvezza al giocoso buonumore facilitato da un territorio benevolo e una condizione climatica favorevole, ci si potrebbe aspettare di più. Forse c’è qualche distrazione di troppo da parte di chi ci amministra? Qualche inopportuno lasciar correre ha via via favorito la corruzione di alcune aree, quando non ha degenerato interi quartieri. Fatto sta che maligne infiltrazioni (reali o solo temute) nel locale tessuto sociale e imprenditoriale di Mafia S.p.A. a parte, anche nei confronti di spicciolo disagio per i cittadini, forse sottostimato, le azioni del Governo locale non paiono troppo incisive. Eppure si dovrebbe partire da lì. Non certo con le eclatanti azioni promozionali “boomerang”. Lo testimonia il filmato di quel poveretto dormiente, steso sulle pedane accatastate sulla sabbia, come il Cristo Velato della Cappella Sansevero a Napoli.
Il nostro eroe viene inquadrato da un drone nella spiaggia assolata e deserta, mentre agenti con quad e jeep lo accerchiano. Il filmato fa il giro del Paese e non solo. Oltrepassa anche i confini. Critiche a valanga. I commentatori pongono l’accento sull’equipaggiamento da safari di caccia grossa per sparare a un anatroccolo. Operazione visibilità: un fallimento. Anche perché i cittadini poi si aspettano analoghe azioni anche in situazioni nelle quali loro dovessero chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Vedi i posteggiatori abusivi di largo Gramsci, quando in cinque hanno atterrito e inseguito una signora fin dentro la pescheria del mercato coperto o quando i balordi che stazionano indisturbati in zona hanno terrorizzato due donne in un tardo pomeriggio di alcuni mesi fa. E poi, francamente, violenza a parte, dateci una sola buona ragione perché si debba sopportare la costante presenza di sudici sbandati, ubriachi e schiamazzanti. Andate a chiedere agli operatori del mercato coperto. Al mattino, quando aprono i portoni devono ripulirli da ogni genere di escrementi. Non è la prima volta che dalle pagine di questo giornale denunciamo la graduale perdita di prestigio della città, nonostante il “Regolamento sul decoro urbano” in ambito commerciale (non dovrebbe essere confinato al solo commercio, ci permettiamo di suggerire) emanato dall’assessore Jamil Sadegholvaad. Sta di fatto che in centro storico c’è un variegata comitiva, etnicamente eterogenea che da anni opera in centro città. Per sintesi e in senso antifrastico, chiameremo la simpatica accozzaglia di ubriaconi, stralunati e sudici, “Decoro Urbano Boys”. L’immagine presa da Google Maps risale a luglio del 2018. Dimostra il presidio costante della “Confraternita del Tavernello”. Quella che abbiamo scattato giovedì potrebbe essere del mattino o del pomeriggio di ieri, dell’altro ieri, del giorno appresso o di qualsiasi giorno dell’anno vi possa venire in mente. La gang dei “Decoro Urbano Boys” la troverete, più o meno frammentata nel numero, a stazionare nei tre abituali luoghi di ritrovo: Mercato Coperto / Piazzale Gramsci, via IV Novembre davanti alle serrande dell’ex farmacia comunale, Stazione Ferroviaria.
Qualcuno dirà che le stazioni del mondo intero sono i luoghi eletti dai balordi di tutto il mondo. Rimini non fa eccezione. Ma è proprio nulla, rispetto a Milano Centrale, Roma Termini o Torino Porta Nuova che vivono situazioni da brivido. Però, a differenza di Rimini, non scrivono sulle Notizie dell’Arengo Online di “Una nuova piazza, quella della stazione ferroviaria di Rimini […], dove fino a ieri era il degrado a prendere il sopravvento”. Fino a ieri? E oggi, che è cambiato? Nulla.
I “Decoro Urbano Boys” verso sera raggiungono la stazione. Là si riuniscono ad altri del gruppo o anche a frequentatori di passaggio. Una bella e nutrita comunità. Un valore aggiunto allo sforzo economico sostenuto per l’onerosa ristrutturazione. Il nuovo piazzale è costato (appena) più di un milione e mezzo di euro. Torniamo ai Boys. Durante il percorso per raggiungere la milionaria meta finale, lungo via IV Novembre e via Dante Alighieri non è escluso che si possa unire qualche adepto che si è perso per strada. Tipo quello che abbiamo visto e ripreso verso le 19 di giovedì mentre ronfava sul muretto della vetrina esterna di un negozio. La proprietà, impegnata con la clientela si è accorta della coreografica presenza solo dopo un’opportuna segnalazione. A quel punto ha attraversato la strada per avvisare del fatto il fratello di “un assessore” per chiedergli (immaginiamo) di riferire la sconveniente situazione al parente. Non sappiamo l’evoluzione della vicenda, ma poco dopo abbiamo visto che il tipo si è spostato a smaltire la sbronza, ma solo di qualche decina di centimetri. Si era affezionato. La gaia biciclettata del tardo pomeriggio è finalmente terminata nel nuovissimo piazzale della Stazione di Rimini. Diciamo subito che lo spettacolo è stato veramente tristo.
Vedere su quel grande spiazzo un uomo steso, completamente vinto dall’alcol non è risultata una scena edificante. Tanto più che la persona, come abbiamo scoperto il giorno dopo, si muove su una carrozzella. E ha dormito là. Il giaciglio è stabile. Pensandoci, lo avevamo notato (vuoto) anche giorni prima. Vive lì. O meglio, lo lasciano vivere lì. Per lui come per altri ci sono strutture che lo potrebbero accoglierlo. Se però, come accade, rifiutano gli aiuti, sono loro che dovranno adeguarsi alla nostra vita, non noi alla loro. Non è mancanza di pietà. È una richiesta di molti cittadini esasperati perché ci sia un intervento da parte delle Istituzioni. Non sappiamo che esempio possano rappresentare per i giovani, le scene ora descritte. Ci si devono abituare? Crediamo fermamente di no.
In una foto del 21 aprile, quando ancora uscire di casa andava giustificato e se ti mettevi un dito nel naso dovevi dichiararlo e firmare un papiro lungo così, i figuri che vedete immortalati se ne stavano uno vicino all’altro, nessuna protezione, indisturbati. Da notare che per rifornirsi di libagioni, per forza di cose frequentano il vicino supermercato. Qualcuno li controlla o dice loro qualcosa? Quanti articoli dovremo scrivere (fortunatamente non siamo gli unici a farlo) prima che sia fatto un serio ripulisti?
Finirà che chiederemo aiuto ai “Decoro Urbano Boys”… evvai.
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