Epigrafe regale in via Santa Chiara

Epigrafe regale in via Santa Chiara

Il segno del passaggio di due nobildonne che nel 1729 visitarono il monastero. Quando Rimini richiamava teste coronate ed era meta internazionale di classe.

Le pietre ci parlano, anzi ci vogliono raccontare delle storie, importanti, ma che noi non ascoltiamo presi dai nostri affanni e distratti dai falsi modelli culturali che – ahimè – politici impreparati ci irrorano a profusione. Quand’anche non ci degniamo neppure di alzare il capo per leggere un’epigrafe, qualora la scorgessimo. E lo abbiamo fatto, scoprendo un’importante sorpresa.
Siamo in via Santa Chiara a Rimini dove nel muro di cinta del complesso monacale campeggia un’epigrafe che narra di un fatto importante che vide protagoniste due donne di altrettanta rilevanza a livello europeo.

Del resto Rimini è stata da sempre un luogo di transito per e da Roma, le sue memorie storiche – soprattutto il passaggio del Rubicone di Giulio Cesare prima, più tardi Paolo e Francesca poi e la Repubblica di San Marino – hanno attratto i privilegiati del Grand Tour.
È questo lo status e la tradizione d’internazionalità della città, diversa da quella solo invano sognata presuntuosamente dai predetti appena cessati e attuali governanti. Ma veniamo al fatto; così è scritto.

CLEMENTINAE SOBIENSKAE
IACOBI III MAGNAE BRITANNIAE REGIS CONIVGI
QVOD
VNA CVM DOROTEHA NEOBURGICA
FRANCISCI PARMAE, ET PLAC[ENTIAE] DVCIS VIDVA
COENOBIVM HOC BENIGNE INVISERIT
TOTVMQVE PERLVSTRAVERIT
XII KALENDAS IVNIAS AN[N]O DOM[INI] MDCCXXIX
MONIALES CLARISSAE POSS. [POSVERUNT]
DEVOTAE NOMINI MAESTATIQVE EIVS

Che tradotto liberamente significa:
“LE MONACHE CLARISSE POSERO QUESTA EPIGRAFE IN ONORE DI [MARIA] CLEMENTINA SOBIESKA, MOGLIE DEL RE DI GRAN BRETAGNA GIACOMO III [STUART], PERCHÉ IL 20 GIUGNO DELL’ANNO DEL SIGNORE 1729, INSIEME A DOROTEA DI NEOBURG, VEDOVA DI FRANCESCO [FARNESE] DUCA DI PARMA E PIACENZA, VENNE IN QUESTO MONASTERO E LO VISITÒ TUTTO, DEVOTE AL SUO NOME E MAESTÀ”.

Ma chi erano queste due nobildonne che in quella data visitarono il Monastero con tanta devozione?
Maria Clementina Sobieska (Oława, 18 luglio 1702 – Roma, 18 gennaio 1735) fu una principessa polacca, appartenente alla famiglia Sobieski e nipote del re Giovanni III Sobieski. In quanto moglie di Giacomo Francesco Edoardo Stuart, detto il “vecchio pretendente”, fu riconosciuta come regina consorte d’Inghilterra, Scozia e Irlanda dalle corti europee e dai sudditi britannici che sostenevano le pretese degli Stuart cattolici e il loro ritorno sul trono (giacobitismo).
(fonte Wihipedia)

Maria Clementina Sobieska – Martin van Meytens (da Wikipedia).

Dorotea Sofia del Palatinato-Neuburg (Neuburg an der Donau, 5 luglio 1670 – Parma, 15 settembre 1748) nata contessa palatina di Neuburg, divenne principessa ereditaria di Parma e Piacenza in virtù del suo matrimonio con Odoardo Farnese. Dopo la morte di lui, si risposò con Francesco I Farnese e divenne duchessa di Parma e Piacenza.
Era la sesta figlia dell’elettore palatino del Reno Filippo Guglielmo e di Elisabetta Amalia d’Assia-Darmstadt.
Fu madre di Elisabetta Farnese, ultima della dinastia Farnese e regina di Spagna (in quanto moglie di Filippo V). Tre delle sue sorelle furono rispettivamente regina di Spagna, regina del Portogallo e imperatrice del Sacro Romano Impero.

Dorothea Sophie of Neuburg – Ilario Spolverini (da Wikipedia).

Due importanti donne del tempo quindi, proprio a Rimini, interpreti di un grande evento di allora del quale si conserva ancora perenne memoria.
Curioso infine il fatto che in un libro manoscritto di memorie di anonimo conservato in Biblioteca Gambalunga, venga ricordato con qualche dettaglio di grande sfarzo anche il passaggio, avvenuto trent’anni prima, della nonna di (Maria) Clementina Sobieska:
«Passaggio della Regina di Polonia. L’anno 1699 il 12 giorno di giovedì passò per questa città la Regina di Polonia che già fu moglie del gran Giovanni [II Sobieski] liberatore di Vienna, la quale si portava ad abitare in Roma; il suo Treno era sopra 300 persone tutti quasi polacchi e bellissima gente ed uomini di statura grande, quantità di Cariaggi e Carrozze passava al numero di 200 cavalli; fu alloggiata a spese della Camera nel Palazzo del Signor senatore [di Bologna] Conte Cesare Bianchetti Gambalunga […] e si trattenne in Rimino tutto il Venerdì e poscia proseguì il suo viaggio.»
Una piccola ma importante perla della grande storia della nostra gloriosa città, avvilita da beceri modelli che nessuno a breve ricorderà più.

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