Erika, un gruppo di studenti e l’impegno civico per una Rimini pulita

Erika, un gruppo di studenti e l’impegno civico per una Rimini pulita

Cosa c'è dietro alla nascita di “Don't Waste Rimini”? E come l'idea scaturita dalla presa di coscienza di una diciassettenne e di altri giovani è arrivata all'attenzione dell'assessore Montini. Che rilancia.

Si usa dire che “le disgrazie non vengono mai da sole”. Oggi capovolgiamo il concetto. In positivo: le buone notizie, non sempre arrivano da sole. Dopo avere scritto del meritorio progetto “Mal di Plastica” che si propone di dirigere un “occhio di bue” sul problema della “plastificazione” dei mari e degli oceani, Rimini 2.0 riaccende il megafono per segnalare un’altra lodevole iniziativa.

Sulla pagina FaceBook “Don’t Waste Rimini” (tradotto: “non sprecare Rimini“), si legge: “Siamo un gruppo di ragazzi delle superiori, determinati nel pulire la propria città, chiunque si voglia unire è il benvenuto!”
Tutto comincia una sera: Erika Puopolo è una ragazza diciassettenne al quarto anno dell’Istituto Tecnico per il Turismo di Rimini. Il 17 marzo scorso vede una (dolorosa) puntata de Le Iene sul lacerante tema della pandemia della plastica nelle acque mondiali. Dei dati diffusi dal servizio, anche solo due bastano per spegnere il sorriso al più fiducioso degli ottimisti: ogni anno 8 milioni di tonnellate di materiale polimerico finiscono nei mari. Entro il 2050 il peso della plastica presente negli oceani supererà quello di tutti i pesci del mare. Auguri. Il programma mostra le diverse realtà e le conseguenze sull’eco-sistema. Una peggio dell’altra. Ma qualche flebile speranza c’è. Versova è una spiaggia di Mumbai, probabilmente una delle più inquinate del mondo. Là i rifiuti raggiungono anche i 5 metri d’altezza, il litorale è completamente invaso da colline di rifiuti d’ogni genere. Un giorno un giovane avvocato che abita in zona, insieme con un vicino di casa, un coriaceo ottantaquattrenne, cominciano pazientemente a ripulire. Sembrano perpetuare la mitologica fatica di Sisifo, ma sono tenaci e determinati. Non si arrendono. E fanno bene. Gli abitanti della zona, pochi alla volta, si uniscono ai due. Nasce una sorta di task force di volontari della pulizia. Diventano dieci, venti, cento poi duecento e trecento e più. Aiutati dalle autorità locali che intervengono anche con mezzi meccani, in due anni (!) bonificano completamente la spiaggia. Oggi, le tartarughe marine hanno ricominciato a nidificare su quell’ex litorale-discarica della morte. Ritornano dopo più di due decenni di assenza.

Il bottino messo insieme dagli studenti perlustrando un’area di soli 10 metri

Erika è turbata, troppe immagini appena viste sono un incubo, le hanno dato maggior consapevolezza che il mondo intero sia su un brutto crinale. Però pensa che con volontà e determinazione si possa e si debba fare qualcosa. Qualcuno deve pur cominciare a muoversi, alzare le chiappe dalla poltrona e uscire a ripulire spiagge, litorali, argini dei fiumi, parchi e boschi o qualsiasi luogo necessiti d’essere liberato dai rifiuti. La sera stessa pubblica una “storia” (foto o brevi video che scompaiono 24 ore dopo la pubblicazione) su Instagram e chiede se tra i suoi contatti ci sia qualcuno disposto ad andare con lei a “caccia” di immondizia nel parco della Cava. Rispondono in una dozzina. Sono i primi volontari.

Dopo pochi giorni si ritrovano armati di guanti e sacchi e l’entusiasmo di chi ci crede davvero. Comincia il “safari”. Tra gli esemplari catturati, oltre a cicche di sigarette e detriti vari, nella battuta miracolosa figurano preservativi, mutande, un materasso, stoviglie, una boccetta di metadone e un centinaio di malefiche siringhe usate. Chiamano Hera, si fanno dare consigli e supporto operativo per il corretto smaltimento. E’ cominciata un’avventura che ottiene il plauso generale e l’incitamento a continuare nel generoso solco tracciato. Si sparge la voce. Articoli, interviste, report fotografici, video su YouTube. Un amico ci procura il numero di Erika. La chiamiamo. Ci racconta le prime fasi dell’iniziativa, svoltesi come sopra accennato. Aggiunge che dopo avere aperto le pagine Facebook e Instagram, un gran numero di persone, molte delle quali adulte, aderisce al suo appello iscrivendosi alla sua campagna. Oggi, a distanza di una ventina di giorni, sono già più di mille, segno che il problema è sentito.

Erika Puopolo all’incontro con l’assessore Montini

Qualcosa si muove. Le uscite vengono pianificate settimana per settimana, compatibilmente con gli impegni scolastici e le condizioni del tempo. Quando le domandiamo cosa servirebbe loro per migliorare le eco-uscite, risponde che necessitano di sacchi, adeguati guanti da lavoro e lunghe pinze per facilitare le operazioni di recupero in alcune zone impervie. Nei corridoi del Comune, tentiamo un aggancio volante e del tutto informale con la professoressa Anna Montini, assessore all’Ambiente che sappiamo essere sensibile al composito tema ecologico per intima convinzione, prima che per incarico istituzionale. Ci ascolta e condivide in pieno il progetto di Erika. Dal 2011 almeno, combatte una dura battaglia contro il malvezzo di abbandonare plastica in ogni dove. Speriamo possa vincerla. Ci mostra anche un manifesto (foto qui sotto) che illustra i tempi (spesso biblici) di smaltimento dei materiali polimerici. Nei prossimi giorni verrà affisso in tutte le scuole di Rimini.

Quarantotto ore dopo siamo seduti in ufficio, difronte a lei. L’assessore Montini non si lascia sfuggire l’occasione di appoggiare l’intraprendente studentessa. Anzi, le propone di costituire un Ci.Vi.Vo. (Civico – Vicino – Volontario), il disciplinare, attivo dal 2011, per lo svolgimento delle attività di volontariato civico”. In tal modo, il Comune di Rimini garantisce la copertura assicurativa dei volontari, fornisce assistenza logistica e i materiali necessari per lo svolgimento delle attività concordate. Siamo felici di aver fatto da connettore tra interesse pubblico e privato. A volte funziona. Ci salutiamo con la volontà di tutti di tenere vivo l’interesse sul problema e sperando che sempre più persone si aggreghino al gruppo di Erika.
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