"Noi non abbiamo bisogno della Borsa per pagare i debiti", sparano da BolognaFiere. E il sindaco Merola aggiunge che "Bologna è un’ammiraglia. Non è un guardia coste per politiche di piccolo cabotaggio locali". Colpito nell'onore Cagnoni replica a muso duro: "È singolare che altri parlino di noi quando noi non lo facciamo". Un altro naufragio per il sogno della holding regionale del sistema fiere.
Da Bologna viene sferrato un attacco senza esclusione di colpi nei confronti di IEG. Giampaolo Calzolari, BolognaFiere, non ci va per il sottile: «Noi non abbiamo bisogno della Borsa per pagare i debiti». Evidentemente sa quel che dice ma dice qualcosa di doloroso per i piani alti della alleanza fra Rimini e Vicenza impegnata nella quotazione in Borsa, brandendo una clava che fino ad oggi era stata, almeno a Rimini, nelle mani di Luigi Camporesi e Mario Ferri. La holding unica delle società fieristiche in regione, progetto cullato da decenni in via Aldo Moro ma che è sempre rimasto lettera morta, non s’ha da fare. Anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, spara cannonate: «Bologna è un’ammiraglia. Non è un guardia coste per politiche di piccolo cabotaggio locali. Siamo disponibili a collaborare in regione, ma questo deve avvenire tenendo presente il quadro di una fiera che è la seconda in Italia e con grande respiro internazionale». Un ragionamento da “padroni del vapore”, una logica di supremazia che non da oggi detta la linea degli emiliani verso la Romagna.
Merola aggiunge che «ci sono due proposte in campo. La fusione tra le fiere, che propone la Regione” e la proposta targata Comune e BolognaFiere, «una newco che guardi all’estero e che metta insieme le manifestazioni con marginalità superiori al 25%. Le proposte ora saranno sottoposte ad un advisor terzo e sulla base di una verifica decideremo, ma credo che la nostra proposta abbia buone chance». Ma è anche già ampiamente noto e dichiarato che Bologna punta ad un asse con Milano e il Veneto e in particolare all’accordo con Milano e alla quotazione in Borsa ed ha in mente una holding di BolognaFiere con due società, una per gli immobili e una per gli eventi.
Da Rimini rispondono piccati, e ci mancherebbe che Cagnoni se ne stesse zitto zitto a subire questo affronto. Ravanelli e Cagnoni affidano all’agenzia Dire la loro replica: accelerare la crescita di una “società già naturale elemento aggregante”, garantire maggiore “visibilità e riconoscibilità” al gruppo, con “benefici anche alla corporate image” e diventare “ancora più attrattivi nei confronti dei talenti e delle persone chiave, elementi essenziali dello sviluppo”.
Cagnoni mette le scarpe dalla punta: “È singolare che altri parlino di noi quando noi non lo facciamo”. E sulla proposta di una newco degli eventi più redditizi, Ravanelli (che sottolinea come “la nostra priorità è chiudere il progetto di quotazione”) dice che “se qualcuno vuol far passare Ieg per una realtà minore, da Rimini rispondono con “capacità, competenze e numeri”. Elencando i risultati del 2017: ricavi totali consolidati per 130,7 milioni di euro, un Ebitda di 23,2 e un utile netto consolidato di 9,2, 50 manifestazioni e 206 congressi. Di certo, sottolinea Ravanelli, “litigare non ci interessa, vogliamo raccontare al mercato che abbiamo le idee chiare”. Anche perché l’operazione, precisa, “offre agli attuali azionisti la possibilità di iniziare un percorso di monetizzazione del proprio investimento e la conseguente riduzione della propria partecipazione nella società che, peraltro, è già oggi gestita in modo manageriale e con le tipiche modalità delle società a capitale privato”.
Gli obiettivi della quotazione in Borsa, sostiene Cagnoni, sono “il consolidamento della propria leadership nel mercato fieristico italiano”, dove Ieg è già leader nazionale per numero di eventi organizzati di proprietà, e “l’ulteriore sviluppo della presenza internazionale, con il gruppo già presente a New York, Las Vegas, Dubai, San Paolo, Mumbai, Hong Kong e Shanghai. Per quanto riguarda i tempi, precisa Ravanelli, il percorso “prosegue con uno stretto contratto con Borsa e Consob”. L’auspicio è che arrivino a breve le autorizzazioni per entrare sul mercato, in modo da sfruttare la finestra della prima metà di novembre di quest’anno. La quotazione, prosegue, garantirà anche maggiore visibilità internazionale e capacità di attrarre risorse di qualità. E ne guadagnerà pure la gestione finanziaria con un “incremento del livello di trasparenza” e quindi di “visibilità” da parte di investitori e sistema bancario, “anche grazie alla presenza, nella compagine azionaria, di investitori professionali ed istituzionali”. La convinzione del management è infatti che la crescita della società passi in particolare dal “supporto di nuovi progetti di business”, dall'”espansione sia domestica che internazionale con possibili operazioni di acquisizione e dall'”ulteriore ampliamento delle infrastrutture”. Rispedendo al mittente le accuse lanciate da Bologna, ovvero che la quotazione sia il solo strumento per la raccolta di nuovi capitali con lo scopo di ridurre i debiti: “Dimostrano profonda ignoranza delle dinamiche gestionali e degli obiettivi di efficientamento della finanza d’impresa“.
Ieg si collocherà sul segmento “di eccellenza” del Mercato telematico azionario gestito da Borsa italiana, Star, che richiede, spiega il presidente Cagnoni, “specifiche caratteristiche e capacità gestionali oltre a elevati livelli di liquidità, trasparenza e tempestività nelle comunicazioni al mercato, rigida governance”. Sono necessari per avere successo “non solo dati storici ineccepibili e definiti secondo gli standard internazionali, peraltro non così diffusi nell’ambito del mondo fieristico italiano, ma anche piani di sviluppo credibili e sostenibili”. E da questo punto di vista, gli fa eco il ceo Ravanelli, Ieg ha “progetti di sviluppo ambiziosi, ma certamente alla portata“. Non solo. “In un mercato fieristico molto frazionato e con livelli di redditività caratteristici e ricorrenti non sempre positivi, Ieg si posiziona come concreto aggregatore non in via teorica, ma forte di una esperienza di successo”, con l’integrazione tra Rimini e Vicenza che registra al momento “ottimi rapporti”. La manifestazione Vicenza Oro ha numeri da record e c’è anche un “avvicinamento inedito con la città”, con la collaborazione con l’amministrazione comunale che ha ideato il fuori salone “Vioff”. “Lavoriamo insieme a politica e categorie economiche e anche il centro congressi sta prendendo grande slancio”. Per concludere che “le opportunità che offre la quotazione sono enormi, ma molti sono anche i vincoli gestionali richiesti dal mercato”, ecco perché è “facile incontrare commenti negativi verso questo importante processo di sviluppo dell’impresa che, abitualmente, provengono da chi vorrebbe compiere questo importante passo, ma non dispone delle competenze e delle capacità o risultati per poterlo fare”.
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