Gatta (Cgil) non fa le fusa: “Relazioni sindacali difficili col Comune di Rimini”

Gatta (Cgil) non fa le fusa: “Relazioni sindacali difficili col Comune di Rimini”

“Sono le contraddizioni della politica di questi ultimi tempi. Storicamente si sarebbe detto che il sindacato dialoga ed ha un confronto positivo con le amministrazioni di centrosinistra e più conflittuale con quelle di centrodestra, invece oggi non è sempre così". Parla il segretario provinciale della Cgil, Primo Gatta, che dice la sua su una serie di temi: dal turismo alla occupazione, dai Centri per l'impiego a Carim, dall'affronto di Forza Nuova al cortocircuito cooperativo.

“La Cgil ha più di 50mila iscritti in provincia di Rimini eppure le relazioni sindacali con le amministrazioni comunali, in primis quella di Rimini, sono quello che sono”. Primo Gatta, segretario provinciale della Cgil (nella foto), non si scompone ma sottolinea il paradosso. Con l’amministrazione comunale di Riccione Cgil, Cisl e Uil hanno trovato l’accordo sulla Tari per le categorie sociali più fragili. Renata Tosi ha messo sul piatto 250 mila euro, Andrea Gnassi meno di 150 mila ed è scoppiata la polemica.
“Sono le contraddizioni della politica di questi ultimi tempi”, riprende il leader della Cgil. “Storicamente si sarebbe detto che il sindacato dialoga ed ha un confronto positivo con le amministrazioni di centrosinistra e più conflittuale con quelle di centrodestra, invece oggi non è sempre così. Poi molto dipende anche dai singoli interlocutori…e la nostra scelta è quella di valutare i contenuti, ormai l’autonomia del sindacato dal punto di vista politico è totale”.
Con palazzo Garampi in questi ultimi anni ci sono delle difficoltà (non solo per la Cgil). Perché? “Forse è il modello Renzi che ha spinto tanti sindaci a copiare, qualcuno pensa che discutere col sindacato sia un sacrificio inutile, ci vuole tempo e pazienza, a volte è difficile. Tanti amministratori pensano di risolvere i problemi attraverso il comunicato, i social, invece la politica è anche duro lavoro attorno a un tavolo: trattare, discutere, trovare le soluzioni giuste e praticarle. Forse è più facile fuggire dal confronto. Il sindacato con la forza di rappresentanza che ha dovrebbe essere una opportunità per la politica, da non sottovalutare e anzi da cogliere appieno”.
Alla Cgil il cambio di passo, su questo specifico aspetto, fra la giunta Ravaioli e quella attuale, non sfugge: “Sembra incredibile che con le amministrazione che teoricamente dovrebbero rivolgersi al mondo del lavoro ci siano tante difficoltà. Ma questo non vale per tutti i sindaci: in Romagna dialoghiamo positivamente con tante amministrazioni. Con sindaco di Santarcangelo, Alice Parma, si lavora bene, è un interlocutore aperto e disponibile”.

Incalza Primo Gatta: “A livello regionale è stato fatto un accordo nel 2015, segno evidente della volontà da parte delle istituzioni di affrontare la crisi individuando le soluzione migliori, attraverso il confronto e la coesione. Il problema è che quella che era stata una indicazione forte, che fra l’altro metteva anche a disposizione delle risorse, non è stata recepita in tutti i territori. Spero che il sindaco di Rimini capisca che c’è la necessità di recuperare da questo punto di vista”.

Varcare la porta della sede della Cgil in via Caduti di Marzabotto a Rimini è come entrare in un formicaio. Sindacalisti, volontari, gente che entra per usufruire dei tanti servizi. E’ un via vai continuo. E’ già iniziata la fase precongressuale, che si concluderà col congresso nazionale del prossimo gennaio, e che sarà preceduto da un lavoro serrato a livello locale, in particolare con le assemblee nei posti di lavoro e i congressi provinciali delle categorie in autunno. Un centinaio di persone, fra sindacalisti, volontari, patronato, Caf, accoglienza, ogni giorno si fa carico di un impegno serrato. A capo di tutto da meno di un anno c’è Primo Gatta, che ha preso il posto di Graziano Urbinati.

Il segretario provinciale al gazebo della Cgil in piazza Tre Martiri

Brucia ancora l’affronto di Forza Nuova, che ha affisso davanti alle sedi della Cgil, compresa quella di Rimini, uno striscione con la scritta “Basta morti sul lavoro”.
Primo Gatta non ci sta: “Si tratta di una bieca strumentalizzazione che tenta di addebitare al sindacato, e in particolare alla Cgil, le tragedie che stanno macchiando con una lunga scia di sangue il lavoro nel nostro Paese. Una operazione di marketing al solito odioso modo di Forza Nuova per pubblicizzare il novello sindacato (Sinlai, n.d.r.)”.
“Pur non avendo l’industria pesante a Rimini, praticamente ogni giorno succede qualcosa e questo è allarmante, oltre che impressionante, perché significa che gli anni della crisi hanno cambiato, in peggio e in maniera strutturale, la condizione del lavoro: tutto è finalizzato all’abbattimento dei costi, e questo si scarica poi su chi lavora”.

A proposito di lavoro, qual è la situazione di Rimini soprattutto nel turismo, core business della economia locale? “Il 2017 è stato un anno positivo in termini di fatturati e presenze, ma grazie a quali azioni messe in campo? Direi che si sono verificate alcune condizioni, che ci auguriamo si ripetano anche nel 2018 e in futuro, ideali: un’estate perfetta meteorologicamente parlando, problemi di sicurezza che non hanno interessato la nostra destinazione, e poi i prezzi bassi e la capacità di essere competitivi. Sul tema dei prezzi c’è da essere preoccupati perché gli operatori puntano quasi tutto su questo e a volte sono prezzi talmente bassi che ci si chiede come sia possibile starci dentro”.
Il bicchiere non è quindi solo mezzo pieno. “Sono le contraddizioni che conosciamo bene e i lavoratori che sono impegnati nelle diverse attività estive lo sanno. Però bisogna essere chiari: il turismo può avere un futuro solo se punta sulla qualità… qualità delle strutture, del territorio, del lavoro. La qualità delle strutture alberghiere lascia a desiderare e le condizioni di utilizzo della mano d’opera anche. Se guardiamo ai redditi il nostro territorio in regione è in fondo alla classifica, le pensioni sono mediamente più basse: tutto questo è il frutto della non applicazione dei contratti di lavoro, dell’evasione e del lavoro nero… sono grandi problemi”.
Sono decenni che si punta il dito contro queste piaghe, perché non avviene un miglioramento? “A fine 2017 si è tenuta una giornata di sciopero degli operatori dell’Ispettorato del lavoro, dichiarata dai sindacati confederali. Tra le diverse richieste che sono state poste c’era anche quella di invertire la tendenza di questi anni, che hanno visto gli Ispettorati del lavoro ridotti all’osso: gli organici sono al minimo e non hanno la forza di essere incisivi. Finché non si invertirà questo atteggiamento e il governo non potenzierà gli Ispettorati del lavoro le cose non cambieranno”.

Il segretario generale della Cgil esprime un giudizio positivo su una serie di interventi attuati, e in corso di realizzazione, dall’amministrazione comunale di Rimini. “La riqualificazione del centro storico, i contenitori culturali, sono scelte importanti. Ma resta tanto da fare: le colonie, le leve da azionare per innovare l’offerta alberghiera, che darebbero anche tanto lavoro e farebbero crescere l’economia. Per questo chiediamo dei “tavoli sulla economia”: se finalmente si aprissero, partirebbe un confronto sulle scelte strategiche utile a tutti. Poi ci sono le periferie dormitorio che stanno crescendo anche a Rimini. Abbiamo situazioni di abbandono che non possono essere lasciate così come sono, ad esempio a Miramare e Viserba. La sinergia fra la costa e l’entroterra, l’arte e la cultura, ma anche la capacità di muoversi in una logica di “area” e non di singolo comune, sono priorità sulle quali puntare, a partire dalla Destinazione turistica Romagna, che va in questa direzione. L’investimento della Fiera è stato decisivo, l’aeroporto invece non decolla e sul piano logistico altro deve essere fatto”.

Cosa pensa Primo Gatta della ingloriosa fine di banca Carim? “Un esito di questo genere attesta che errori sono stati fatti, ora c’è da augurarsi che Crédit Agricole nelle sue scelte mantenga il legame col territorio, evitando che le decisioni vengano calate da lontano finendo per essere stritolati da meccanismi propri dei grandi colossi bancari”.

I Centri per l’impiego funzionano? “Sono molto importanti ma hanno tanti problemi, la riforma decisa dal governo non ha portato risultati positivi, siamo in una fase di passaggio. Se i Centri per l’impiego non funzionano al meglio c’è il rischio che prendano piede logiche di caporalato. Quando si parla di politiche attive per il lavoro i Centri per l’impiego devono essere al primo posto”.

Sta accadendo l’impensabile, almeno facendo un confronto con quanto avveniva solo pochi anni fa, anche nel mondo della cooperazione, mi riferisco al contratto scaduto da quattro anni per i dipendenti di Coop Alleanza 3.0, sul quale avete richiamato l’attenzione poco più di due settimane fa.
“I soci di Coop Allenza 3.0 sono i cittadini, in tanti casi anche i lavoratori, quindi è ingiustificabile quello che sta avvenendo: nella natura delle cooperative c’è lo spirito solidale nei confronti del lavoro, qui invece si è creato un cortocircuito… Voler stare sul mercato abbattendo i costi e tagliando sul lavoro porta anche a questo”, dice Gatta. “Tutto è reso ancora più grave perché stiamo parlando della più grande cooperativa europea (nata circa un anno e mezzo fa dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Nordest, che in provincia di Rimini dà lavoro a circa 530 addetti in dodici punti vendita, ndr), ma se le strategie sono le stesse delle imprese della grande distribuzione organizzata, perché chiamarsi cooperativa?”.

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