“Ospitalità” diffusa, anche troppo

“Ospitalità” diffusa, anche troppo

Non è quel fenomeno che permette di soggiornare in antiche case ristrutturate di splendidi antichi borghi. Qui ci si arrangia come si può con ciò che si ha. Dormendo su panchine e nei parchi pubblici o sulla spiaggia.

Affievolitosi il dibattito sui Condhotel Rimini è già un passo avanti e, come ogni anno, si può assistere al sistema dell’”albergo diffuso” che si accentua nella stagione estiva. Non è quel fenomeno che permette di soggiornare in antiche case ristrutturate di splendidi antichi borghi altrimenti abbandonati, ma qui ci si arrangia come si può con ciò che si ha.
Il vantaggio c’è ed è tanto; i luoghi sono di primaria posizione, vicinissimi al mare con vista mozzafiato, prospicenti a qualche monumento cittadino o all’interno di tranquille aree verdi.

Non occorre alcuna prenotazione, e nessun esborso di denaro. E’ garantita la massima quiete e si può soggiornare indisturbati, nonostante ciò che recita l’Ordinanza sindacale del 08/04/2008 in materia di “rispetto delle piazze, fontane e monumenti della Città di Rimini” emanata quindi ancor prima del presunto rinascimento.

In sintesi, l’ordinanza fa dunque divieto di (al punto 5):
… sdraiarsi, dormire su strade, piazze, marciapiedi e sedersi sui gradini degli uffici pubblici, qualora arrechi ostacolo al pubblico passaggio, sdraiarsi ovvero dormire sulle panchine pubbliche (art. 3 – sanzione prevista da euro 100 a euro 600);

“… il bivacco nei parchi, giardini pubblici, aiuole ed in ogni altro luogo pubblico (art. 24 – sanzione prevista da euro 100 a euro 600);”

Non credo che questo fenomeno, peraltro lungi dall’essere nuovo e continuamente riscontrabile, crei una bella immagine della città, di senso di decoro e tranquillità per i cittadini ma soprattutto per i turisti.
Ma nella fiabesca città gnassiana dove i continui editti ci comunicano costantemente che, grazie ad una mirabolante amministrazione, tutto va bene, non sia mai parlare di degrado, e Rimini è una città tollerante aperta a tutto. Allora parliamo di “albergo diffuso”, fa più chic.
Chissà se poi queste presenze rientrano nei dati dei pernottamenti nelle strutture ricettive della riviera.

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