Giardini recintati e maratoneti su gomma

Giardini recintati e maratoneti su gomma

Tanta gente per l'evento dedicato al giardino, al paesaggio e alla bellezza, e tantissimi anche coloro che hanno corso per le strade di Rimini con partenza e arrivo all'Arco d'Augusto. Se si muovono grandi folle, facilmente si va incontro anche a qualche disagio. E infatti non mancano le proteste, civili ma ferme ed anche costruttive. Perché il prossimo anno si possa migliorare.

Da venerdì scorso a domenica 20 marzo, quindi fino a lambire il primo giorno di primavera, si è tenuta Giardini d’Autore, manifestazione dedicata, come recitato sul sito web, “alle piante, al giardino, all’arte, al paesaggio e alla bellezza”. L’allestimento di stand, gazebo ed esposizioni di vario genere, ha visto il mondo “verde” come protagonista assoluto, tra la Piazza sull’Acqua, ai piedi delle arcate a tutto sesto del ponte di Augusto e Tiberio, fino a occupare una parte dell’ultima propaggine nord del Parco XXV aprile. L’area interessata è stata recintata per l’occorrenza. Infatti, l’evento prevede il pagamento del biglietto d’ingresso. Fin qua tutto bene e a quanto si dice, si è registrata una grande affluenza di pubblico.

Parco intercluso a chi avrebbe voluto attraversarlo anche durante i Giardini d’Autore.

Non tutti sono rimasti però contenti, in genere, dell’organizzazione e della logistica. Un paio di lettori hanno inviato in redazione alcuni messaggi vocali e allegato foto. Stando al loro racconto, molta gente, arrivata alla fine del parco in bicicletta o al termine di una passeggiata, con lo scopo di aggirare l’area della manifestazione, si è trovata davanti all’invalicabile punto in cui le transenne non permettevano di proseguire. Alcune persone, causa assenza di passerelle, sono dovute tornare indietro per raggiungere un luogo utile dove poter oltrepassare un fossato non molto ampio che divide il parco longitudinalmente che però, per quanto piccolo, non per tutti è scavalcabile con un salto.

Qualche osservazione fatta dai lettori: «Abbiamo visto con i nostri occhi come una coppia di anziani (dei due, la moglie non si sentiva affatto bene), abbia dovuto fare un lungo giro nel parco per poter arrivare alla pista ciclabile (e pedonale) per costeggiare la recinzione e superandola, raggiungere il borgo San Giuliano. A parer mio è stata una mala organizzazione del Comune e della Polizia Municipale. Una passerella c’era, ma è stata inglobata all’interno dell’area recintata. E la più vicina, era piuttosto lontana. Sarebbe bastato prevedere e allestirne una prima dello sbarramento». E ancora: «Questi appunti non sono per fare sterile polemica, ma solo per dare un consiglio per il prossimo anno. Per non incorrere negli stessi errori. Gli amministratori pubblici dovevano dare la possibilità di attraversare agevolmente il parco anche alle persone che non partecipavano all’evento. Ben vengano manifestazioni di questo genere; attirano molta gente e sono un segnale di ritorno a una vita che non ricordavamo nemmeno più. Ma si deve anche avere una visione un po’ più ampia e prevenire il più possibile i disagi che si possono verificare».

Un’altra lamentela viene da un borghigiano, questa volta a causa della Rimini Marathon (42 chilometri con partenza e arrivo all’arco d’Augusto). Ebbene, di ritorno in auto dal Lido San Giuliano, pare che il lettore sia rimasto inchiodato in auto dalle 10:30 alle 13:00. Alla fine, il rientro a casa è stato caratterizzato dalla personalissima “Maratona su Pneumatico” che si è conclusa solo grazie a un breve tratto percorso in senso vietato di fianco a Villa Maria poiché via Marecchia era inesorabilmente sbarrata e interdetta al traffico, per cui anche ai “maratoneti su gomma”. Diciamo che il lettore, nonostante tutte le tribolazioni, è persona assai pacifica. Dopo avere lottato un’ora e mezza solo per riuscire a guadagnare il portone di casa, ha terminato il racconto con queste testuali parole: «Mi sembra un tempo un po’ esagerato, diciamo. Forza e coraggio!». E anche tanta pazienza, aggiungerei. Altre segnalazioni hanno avuto come unico filo conduttore l’estrema difficoltà ad entrare o uscire da casa propria in coincidenza con la Maratona.

COMMENTI

DISQUS: 0