Gruppo Cmv: sei società creditrici chiedono la risoluzione del concordato preventivo

Gruppo Cmv: sei società creditrici chiedono la risoluzione del concordato preventivo

Passaggio cruciale per Sauro Nicolini il prossimo primo settembre. Che coinvolge anche una marea di beni entrati nel concordato: fra questi la sede de

Passaggio cruciale per Sauro Nicolini il prossimo primo settembre. Che coinvolge anche una marea di beni entrati nel concordato: fra questi la sede della Voce di Romagna, varie colonie, l’impianto del golf di Verucchio. In tutto 159 lotti immobiliari e 14 aree.

L’udienza al Tribunale di Rimini è fissata per il prossimo 1 settembre. Sei società creditrici chiedono la risoluzione del concordato preventivo di «Gruppo CMV snc di CMV Servizi srl», amministrata da Sauro Nicolini, per inadempimento, con la conseguenza che dovrebbe così essere dichiarata fallita. Il passivo è di 275 milioni di euro e i beni che fanno parte del concordato sono una marea: 159 lotti immobiliari e 14 aree, con terreni, fabbricati, negozi e uffici, l’impianto del golf di Verucchio, varie colonie, Bolognese compresa. In mezzo ci sono anche la sede della Voce di Romagna al grattacielo, con un valore base di 661 mila euro, più quella della concessionaria della pubblicità (341mila). Sedi confluite al Gruppo Cmv perché cedute da una società amministrata da Gianni Celli («Grandi Orizzonti s.r.l.»), con una “ricapitalizzazione” di 1 euro (proprio così) tre giorni prima della richiesta di concordato di Gruppo Cmv. E chi si occupa delle trattative di vendita? Una nuova coop riconducibile allo stesso Sauro Nicolini, la «Cooperativa Restauri e Costruzioni e Servizi s.c. a r.l.»., alla quale la procedura di concordato ha affidato un appalto da 2,5 milioni di euro per servizi di “marketing” e facilitazione per la vendita dei beni di cui sopra, poi rinegoziato al ribasso a circa 1,8 milioni.
Come si ricorderà il concordato preventivo venne chiesto nell’aprile 2013 e omologato nell’ottobre del 2014. Su una testata locale, nel luglio del 2013, Sauro Nicolini spiegava che “nei prossimi anni ci dovremo impegnare per vendere le aree e per riprendere l’attività, se naturalmente l’aria sarà buona”. E aggiungeva: “Intanto siamo ripartiti con una ventina di dipendenti: abbiamo costituito la Crcs (Cooperativa restauri costruzioni e servizi) e ci mettiamo d’impegno per ripartire, sperando di riassumere più gente possibile”. Ma le cose non sono andate così, ed ora il comitato dei creditori si preoccupa di mantenere al lavoro in Crcs 3 dipendenti oltre a Nicolini.
A proposito della Voce di Romagna, l’asta della testata è andata deserta ed era abbastanza prevedibile considerato l’importo di 1.190.000 euro. La testata è in pegno alla banca Carim e dunque bisognerà attendere le prossime mosse dell’istituto di credito e le decisioni del Tribunale. Dove ai primi di settembre, subito dopo l’udienza CMV, sfileranno ben cinque società amministrate da Celli, raggiunte da istanze di fallimento: fra queste la coop edilizia di famiglia «La Mia Terra» formalmente proprietaria della testata in pegno alla Carim, la concessionaria pubblicitaria SPI e la società costruttrice dell’edificio «Nuova Ricerca».

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